ςคקเՇ๏ɭ๏ 3

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(T/n)'s Pov

Appena tornata a casa mi precipitai subito al computer, che era rimasto sempre acceso da prima.

"Per fortuna che le bollette le paga ancora mia mamma..."

Sorrisi fra me e me a quel pensiero e mi sedetti alla scrivania, controllando che il foglietto che avevo scritto fosse ancora lì. Tuttavia non capivo di cosa mi preoccupassi, un ladro ruberebbe tutto tranne quello stupido pezzo di carta.

"Adesso mi preoccupo per un misero foglio? Questa situazione mi sta dando alla testa..."

Lasciando perdere questi pensieri andai sul buon vecchio Google immagini e cercai semplicemente "Windings", il nome che mi aveva detto quel ragazzo.
Allo scoccare del tasto Invio subito comparve davanti a me una sfilza apparentemente infinita di immagini diverse. Fra le prime, però, trovai quello che mi serviva: un'immagine con la traduzione di ogni simbolo di questo strano linguaggio. Armata di pazienza confrontai ogni simbolo del mio foglio con l'immagine, scrivendo man mano sotto la traduzione.
《E la casella della posta piena è... un semplice punto. Perfetto, ho finito!》
Esclamai felice, mi sembrava di essere uno di quegli hacker dei film che decriptano codici segreti.
Potei finalmente leggere la traduzione per intero:

"Welcome to my special hell."

Un brivido mi corse lungo la schiena a leggere quelle parole.
《"Benvenuta nel mio speciale inferno."? Ma che diavolo...》
In tutti questi anni non avevo mai sognato una cosa del genere e mille domande mi sorsero in mente.

"Era diretta a me questa affermazione? Dovrei considerarla una minaccia? Ma da parte di chi? Quella risata terrificante che ho sentito quella volta... c'entra qualcosa?"

Incapace di darmi delle risposte scossi la testa, realizzando che era solo un incubo e che, probabilmente, quelle cose erano solo il frutto della mia mente contorta.
Non avendo più niente da cercare spensi tutto e gettai il foglio nella spazzatura, cercando di dimenticare. Alla fine per distrarmi e per bisogno decisi di andare a comprare qualcosa da mangiare con i soldi che avevo guadagnato quella mattina, il supermercato era vicino e ci si poteva arrivare benissimo anche a piedi.

Tornai a casa più tardi del solito, stranamente mi sono fermata molto nel centro della città a guardare i vari negozi. C'erano coppiette legate da mani intrecciate, famiglie felici, amici che ridevano a crepapelle senza paura del giudizio degli altri, lavoratori soli con occhi stanchi e bambini che si attaccavano alle vetrine delle pasticcerie come ventose.
Poi c'ero io.
Certe volte mi chiedo cosa ci faccio io qui, a quale categoria appartengo, e ogni volta mi sembra di essere sempre la pecora nera del mondo, come lo ero nella mia famiglia.
Sospiro e scaccio momentaneamente quei pensieri dalla testa, posando le buste della spesa sul tavolo. Si è già fatta l'ora di cena quindi mi affretto a mettere il cibo che ho comprato al suo posto e a preparare qualcosa di veloce e commestibile.
Dopo mangiato, con molta calma, mi preparo e spengo tutte le luci buttandomi sul letto.
Come sempre non sento il minimo accenno di sonno o stanchezza, quindi mi metto a pensare per un po', fissando il soffitto indefinito a causa del buio. Ripenso all'incubo fatto ieri notte e alla frase che ho tradotto oggi. Ci rifletto un po' cercando di trovare un possibile significato logico ma non mi viene niente in mente, di logico ha ben poco.

"Farò un sogno simile anche stanotte?"

Questa domanda, a causa della mia curiosità, mi spinge a prendere una delle solite pasticche che ho nel cassetto e, lentamente, cado per l'ennesima volta fra le braccia di Morfeo.

Mi ritrovo in una grande foresta di abeti. Gli alberi sono piuttosto fitti ed è buio, la luce della luna riesce difficilmente a filtrare attraverso le foglie. Non c'è nessun sentiero, solo erba e rametti secchi qua e là. Mi guardo intorno: sembra non esserci nulla nel raggio di chilometri a parte alberi su alberi tutti uguali, quindi poi, non sapendo cosa fare, decido di iniziare a camminare senza una meta precisa. Posso vedere i rami che si muovono a causa del vento ma sulla mia pelle non riesco a percepirlo.
Ad un tratto, mentre stavo camminando tranquillamente, sento di nuovo la risata inquietante dell'altro incubo che si propaga nell'aria. Nella mia testa rimbomba come il forte rintocco di una campana e mi blocco di scatto, guardandomi intorno preoccupata, ma non vedo niente di strano.
《C'è nessuno?》
Chiedo più forte che posso, ma la voce trema ugualmente tradendo la sicurezza che cercavo di far trasparire. Sento un'altra risatina, questa volta più breve dell'altra, poi di nuovo silenzio.
Non potendo fare molto altro riprendo a camminare, accelerando il passo a causa dell'agitazione. Rallento però dopo poco vedendo una persona in lontananza davanti a me, girata di spalle. Senza dire niente mi avvicino lentamente notando che si tratta dello stesso ragazzo misterioso di questa mattina, allora sollevata mi avvicino più serena.
Quando sono a pochi passi da lui, prima che possa dire qualcosa, si volta lentamente guardandomi con quel suo brillante occhio azzurro.
《Hey...》
Mormoro, un po' in soggezione. Sul suo volto si forma un ghigno divertito non molto rassicurante.
《Devo dire che a volte voi umani siete così divertenti... soprattutto tu~》
Percepisco una punta di sadismo nel suo tono di voce.
Io mi limito a guardarlo confusa, non capendo cosa intende.
Poi lo stesso liquido nero del mio incubo precedente inizia a colargli ininterrottamente dagli occhi e la bocca.
《O-oddio, va tutto bene?!》
Lui non risponde e si limita a sorridermi in modo inquietante, mentre il liquido che scende fino ai suoi piedi lo ricopre pian piano.
Quando, dopo poco tempo, quel liquido schifoso l'ha completamente ricoperto la sua forma comincia a cambiare: i suoi capelli spariscono come la sua pelle trasformandosi così in uno scheletro vivente, del ragazzo che conoscevo rimangono solo la larga felpa ormai nera che indossava, i suoi pantaloni e il suo occhio azzurro, che ora è illuminato di una luce innaturale.
Sgrano gli occhi a quella vista terrificante e istintivamente indietreggio di qualche passo, spaventata. Lui sghignazza divertito, guardando le gocce del suo stesso liquido cadere a terra e colorare l'erba un tempo verde.
《È interessante sentire come i tuoi sentimenti verso di me sono cambiati così radicalmente per il mio aspetto...》
Fa una piccola pausa, alzando improvvisamente lo sguardo e guardandomi dritta negli occhi, facendomi sobbalzare.
《...Siete tutti uguali.》
Dice con tono serio, per poi sorridere sadicamente. In quel momento dei grandi tentacoli, anch'essi impregnati dello stesso liquido del corpo, cominciano a spuntare dalla sua schiena donandogli un aspetto ancora più minaccioso.
《Sarò il tuo peggior incubo~》
Dovrei correre, scappare via, ma in quel momento sembra che la mia mente non sia connessa con il mio corpo e le mie gambe tremanti non si spostano di un centimetro.
Lui si avvicina lentamente a me, come se volesse gustarsi la mia paura che aumenta ad ogni suo passo.
Quando siamo ormai faccia a faccia però la mia visuale si fa improvvisamente nera e mi sveglio.

I miei occhi si spalancano di scatto, ritrovandosi a guardare il soffitto ancora buio. È ancora notte e questa volta neanche la luce della luna filtra dalla finestra di camera mia. Posso sentire la mia fronte imperlata di sudore e il battito veloce del mio cuore che non accenna a rallentare.

"Per fortuna era solo un incubo."

Insomnia || Nightmare!Sans × Reader [Completa]Where stories live. Discover now