Capitolo V

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Quella sera soffiava un tiepido venticello estivo sula terrazza, il che rendeva il clima ne troppo caldo ne troppo freddo: il clima ideale per combattere.

Dan non aveva intenzione di uccidere alcun essere umano quel giorno, ma ci vollero pochi istanti per rendersi conto che gli esseri che aveva davanti di umano avevano solo l'apparente aspetto fisico: attaccavano come in preda ad un primordiale istinto omicida, sferravano fendenti alla cieca e spesso, nel tentativo di affettare Dan a metà, si colpivano a vicenda facendo sgorgare fiumi di sangue nero dalle loro ferite... non che questo li rallentasse minimamente. Dan dal canto suo, fino a quel momento si era limitato a evitare i colpi, con schivate precise e calcolate facendo in modo che i suoi avversari finissero per intralciarsi tra loro il più possibile.

Rei ancora seduta sul bordo della terrazza, osservava interessata l'evolversi dello scontro《Sei veloce... ma mi chiedo per quanto ancora tu possa andare avanti a questo ritmo》
-《Molto più di quello che immagini》rispose Dan《ma non rilassarti troppo, ci vorrà poco》
E mentre pronunciava queste parole, fece un salto all'indietro atterrando sulle punte dei piedi, spostò il peso sul ginocchio destro che poggiò a terra e allargando le braccia, con una flessione di entrambi i polsi, estrasse le lame pieghevoli che aveva tenuto nascoste fino a quel momento nelle tasche nascoste del mantello. Un altro rapido movimento dei polsi e le lame scattarono: da un impugnatura ad anello, una lama ricurva come quella di una sciabola scatto verso l'esterno. Rei non aveva mai visto lame come quelle, e il fatto che fosse riuscito a tenerle nascoste a tutte le perquisizioni che aveva dovuto subire fino a quel momento non le piaceva affatto.

Fu un attimo, poi l'intero corpo di Dan scatto come una molla, e i tre soldati che si trovavano più vicini in quel momento caddero a terra all'unisono, senza un solo lamento. Adesso dal filo della lama che Dan impugnava nella mano destra scorreva un rivolo di sangue nero ~ ma come è possibile ~ pensò stupita Rei ~ ne ha uccisi tre usando una mano sola ? ~ poi un lieve baluginio la riportò alla realtà: dan si era piegato verso il basso portando il braccio sinistro all'indietro, poi con una torsione di centottanta gradi e uno scatto fulmineo in avanti aveva affondato la lama sulla giugulare di una delle sue guardie, e proseguendo l'affondo in avanti aveva affettato in due parti le altre due guardie che si trovavano alla sua sinistra. Neanche attimo dopo aveva ripreso ad attaccare, prima uno slancio, poi una torsione e uno scatto, e le lame sembravano muoversi come un prolungamento dei suoi arti... tutto nei suoi movimenti ricordava una danza: una danza letale dove l'uomo e l'acciaio divenivano complici e tutto ciò che si trovava sulla strada del loro duetto veniva fatto a brandelli con un eleganza sconfinata e una precisione millimetrica, non c'erano movimenti inutili, ogni fendente era letale e ogni volta che Dan si muoveva, uno dei suoi avversari cadeva.

Nel giro di pochi minuti, gli occhi di Dan erano puntati in quelli di Rei, con le lame ancora sguainate e tutto il corpo ricoperto di sangue nero, dalla punta dei capelli fino alla suola delle scarpe: l'intera terrazza era diventata una carneficina.
《Allora, Principessa Rei》incominciò Dan《Come vogliamo risolvere la nostra "disputa" ?》

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