Lettera Aperta all'Amore

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Sai, io non ti conosco. Ho letto di te tante volte, in molteplici sfumature ma non ti ho mai realmente conosciuto. Ti ho visto tra le pagine di diari, in fotogrammi cinematografici. Su di te hanno scritto fiumi di libri, dato nomi diversi, cucito addosso colpe e ricamato tragedie. Non sono qua per giudicarti, voglio semplicemente parlare con te. È pomeriggio inoltrato, l'aria è fresca e il sole ci sta salutando. Ho i jeans sporchi di terra, il laccio della scarpa andrebbe annodato e forse dovrei mangiare qualcosa ma c'è un tempo per ogni cosa. 

C'è un luogo preciso in cui ti nascondi? Perché tutti ti cercano e non ti trovano? Sei timida? 

Lo so, ti attribuisco un genere maschile e uno femminile...sbaglio? Mi piace immaginarti così, di una bellezza asessuata, modellata sullo stupore dei bambini, la purezza dei loro sguardi, il candore dei gesti non ancora dettati da uno scopo preciso. Decidi tu quando fare l'ingresso nella vita di una persona o aspetti che siano gli altri a trovare te? 

Si è alzato il vento, ti lascio un secondo per infilare la felpa. 

Ecco, ora va meglio. Dicevo? Ah sì. Tu. 

Ci sono stati momenti in cui ho pensato: "eccolo!" ma gli eventi successivi mi hanno contraddetto. Pallida imitazione. Etichetto così i rari slanci emotivi che mi hanno fatto pensare di averti intravisto tra le ciglia bagnate di pioggia, tra le lentiggini chiare, le microscopiche pieghe delle labbra. Tanti occhi, inflessioni di voce diverse... Colori dell'anima così diversi tra loro eppure accomunati nel fine: trasporto emotivo. 

Certe volte fai paura alle persone, te ne sei accorto? Le fai diventare creature timorose, fragili. Immagino tu non lo faccia volontariamente. 

Posso chiederti una cosa? Esisti realmente o sei solo il frutto della condizione umana che si sente così sola da creare un'illusione, attribuirle un nome e poteri così illimitati da scatenare guerre, spingere al suicidio, all'omicidio, all'annichilire se stessi? Non voglio pensare tu sia solo una scusa. È bello pensare a te. Nel mio caso avviene la notte. Quando il sonno è un bastardo che non arriva, quando il mostro sotto il letto ghigna, la luce del lampione filtra tra le tende, gli animali cantano i loro poemi... Il più delle volte fai male. Mi faccio male. Sei composto prevalentemente di note musicali che insieme formano una melodia lenta e triste ma questa è colpa mia. Mi piace la teatralità. Cosa stavo dicendo? Ah sì...che ti piace la notte. Perché? Forse perché il cervello è stanco e ti è più facile entrare. Ma quello non sei tu, non voglio crederlo. Tu sei quella che mi fa scrivere, disegnare. Sei ciò che mi fa sorridere senza motivo in mezzo alla strada, sei quella che mi fa vedere farfalle che non esistono... eppure non ti conosco. L'Amore si subisce o non ha un ruolo preciso? Non so se sono pronto per quella lotta. Forse sì. 

Sto con una persona che dice apertamente di amarmi. Io la amo? No, non si spiegherebbe questo carteggio. Sono innamorato dell'idea, mi piace credere di essere il suo pensiero fisso, preoccuparmi, stargli accanto. Mi ha legato a sé con l'incanto delle parole, ammaliandomi, sorreggendo le mie debolezze. Ciò che lui chiama Amore è un miraggio di consolazione. Eppure, nonostante scriva questo, non so come prenderò il suo distacco. Lo immagino netto, calcolato. Parole studiate e superiorità morale. Un maestro che insegna la lezione. Forse questo non accadrà. Continuerò ad amare gli attimi tralasciando la sostanza. Forse un giorno si scoprirà qualcosa di più profondo nascosto tra i veli di risate e sotterfugi. Giorno dopo giorno mi sto abituando a lui è non c'è cosa più distruttiva dell'abitudine. Dice che sono un lunatico schizzato quando gioca ad insultarmi. E allora? Vado fiero di ciò che sono. Ci sono notti in cui afferro la testata del letto e mordo le labbra per non urlare il mio nome ringhiandolo con rabbia. Sono un nome farcito di pensieri. Ciò che inizia nel dramma è destinato a finire in tragedia. Non ci voglio pensare, non ora. Aggiungo che non sono l'unico. Il suo è un amore così intenso, così forte da farlo stare male. Così male da spingerlo a riversarlo in altre persone. Le mie sono mere supposizioni. Non do peso alle paranoie, l'importante è che torni da me. Sono debole in questo, non pensare lo ignori. Ho elevato a protettore un esterno, privando me stesso del potere decisionale. Questo non sei tu. Questo è un meccanismo di sopravvivenza. Tempo fa ho deciso di smettere di vivere per sopravvivere. Quando capirò che sto sbagliando sarò pronto a lasciarlo andare... liberarmi. 

Mi hanno detto che non esisti ma è una cosa impossibile da credere: forse non esisti come la Luna o le foglie ma da qualche parte nel presente, nel vasto universo creato dal nulla tu esisti e hai una forma che muta ad ogni battito. Non sei eterna. Sei. Un pensiero improvviso che ti rende reale. Un messaggio ricevuto, una frase sussurrata. Lo sguardo furtivo, due dita che si sfiorano. Tu sei l'insieme di gesti, pensieri, parole... Sei. 

Accanto a me è passata una persona e mi ha guardato male, non so il perché. Trovano strano che sia seduto a gambe incrociate con un quaderno in mano? Vai a capirli. 

In tanti si accontentano delle tue imitazioni. Ne hai tante, te ne sei accorto? Momentanei slanci di felicità che fanno breccia nella routine e vengono ingigantiti per usarli come scudi, bambini che si nascondono sotto la coperta, impauriti dal buio che ho imparato a conoscere. Diventano guerrieri, crociati pronti a combatterti con il loro esercito d'ideali ciechi e scevri di sentimento. Ci fanno credere che la coppia sia l'elemento che tu crei per esistere. Io non lo credo. Non amo (ahahah! Scusa) pensare che solo attraverso l'insieme di due individui si possa creare l'Amore o qualsiasi altro sentimento. In principio ci sono io con i miei modi di fare, le insensatezze, le fantasie. Emozioni provate e allontanate. No. Tu non esisti grazie all'unione di due entità, sei più importante...  Devi avere il posto che ti meriti. Sei ciò che porta a...

Ciò che avviene dopo è un'alchimia personale, qualcosa di unico e insindacabile. Sei ciò che arriva prima. Sei ciò che porta a... 

Mi ripeto, lo so. Mi piace "Sei ciò che porta a..."

Inizia a far freddo e tra poco chiuderanno i cancelli. 

Qualche giorno fa sono arrivato ad una conclusione: devo smettere di cercarti o passerò il resto della vita a scandagliare le menti altrui, perdendo di vista ciò che voglio in realtà: essere, a prescindere dagli altri. Fai parte dell'esistenza perché ti attribuiscono un ruolo, un'esperienza, un'abilità. In realtà tu non sei classificabile. Il fatto stesso che ti stia scrivendo è una contraddizione ma ho in mente altro. 

Ecco il suono della sirena. Quanto tempo mi rimane? Alla fine non ho scritto niente di sensato, me ne rendo conto. 

Davanti a me ho una tua sfumatura. La scia del tuo passaggio, una delle tue tante facce. I fiori li ho cambiati, ho aggiunto l'acqua. Il marmo non l'ho ripulito, mia madre mi sgriderà. È solo un po' di terra. Qualche foglia secca... 

La notte sta arrivando, il buio incombe. Il custode avrà iniziato la sua ronda e io devo andare via. 

Ti saluto, così come saluto chi è sepolto sotto di me. Non mi aspetto tu risponda alle mie domande, non mi aspetto davvero nulla. 

Ho una foto da fare, la tredicesima di un progetto ambizioso e ovviamente assurdo. 

Le domande passeranno in secondo piano nel momento esatto in cui mi troverai. 

Spero presto.

Lettera Aperta all'AmoreWhere stories live. Discover now