CAPITOLO 31

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Buona festa della mamma alle vostre mamme , nonne , zie ...♡♡♡♡♡

Chris non amava gli animali, in modo particolare non amava i cani. Non che li detestasse o li trovasse orripilanti, solo non riusciva a comprendere del perché la gente ci spendesse soldi e tempo ,arrivando redersi ridicoli e a ridicolizzare anche i loro animali .
   Tuttavia, ciò che Peter stringeva tra le braccia dava tutta l’impressione di essere un piccolo cagnolino. Chris più che alla vista dell'animale, trasalì notando lo strano sorriso plasmatosi sulle labbra dell’amico.
"Se venuto a mostrarmi il tuo nuovo acquisto? I tuoi  gatti non ti bastano?"domandò atono Chris.
"Hanno un nome e poi non li ho comprati, i gatti li ho salvati .E comunque questo è per te!" Come se fosse possibile per Chris   ricordare tutti i nomi di quegli animali che vivevano beati in casa del suo amico. Ma poco importava, ben altre parole avevano catturato la sua attenzione.
"No"disse categorico, cercando di chiudere la porta del suo appartamento.
"Andiamo! È un piccolo cucciolo indifeso che ho trovato" lo bloccò Peter , dopo aver adagiato il cagnolino nella cesta ai suoi piedi.
"Solo un cucciolo? E poi l’hai trovato tu. Tienilo tu" continuò privo di qualsiasi briciolo di pietà, Chris.
"Ma non ho più spazio! E non posso permettere che i miei tre moschettieri litighino con questo piccolino"
A quelle  parola Chris non potè non mostrare tutto il suo disappunto . Semplicemente per lui, Peter stava dando di matto.
Agli occhi di Chris tutto quello che stava succendendo appariva come una grandissima, madornale presa in giro.
Peter  si preoccupava seriamente troppo della convivenza perfetta per i suoi animali, tanto da essere insopportabile. Proprio non ci riusciva a capacitarsi di come, il suo  amico, si trasformasse in un perfetto deficiente dinnanzi ad  un qualsiasi animale o essere vivente di sesso maschile. E la cosa che più di tutte Chris non capiva, era come egli stesso  cedesse ad ogni richiesta di Peter.  Perché quest'ultimo doveva essere così testardo? E perché sapeva fin troppo bene che Chris si sarebbe arreso al suo volere?
 Quando Chris dovette rinunciare ad anadare a lavoro, tra le mani stringeva una cesta.
"Maledetto Peter" ripeteva tra sé e sé imprecando ogni più disparata forma di offesa. Posò la cesta sul divano e la aprì . Con sua grande sorpresa, non vi uscì nulla e, incuriosito, si chinò per constatare che il cagnolino non fosse scappato mentre lui e Peter discutevano.
Si avvicinò così tanto che qualcosa di umido gli sfiorò  il naso, lo fece allontanare di qualche centimetro.Il cucciolo c'era , ed era anche spaventato a morte.
"Puoi uscire , non ti farò del male" lo rassicurò Chris, avendo compreso che il cagnolino aveva percepito il suo astio . Pochi istanti dopo una piccola e soffice palla  di pelo sbucò dalla cesta. Quel cane era un cucciolo di dalmata, aveva un occhio di colore diverso dall'altro. Christhopher capì perchè fosse stato abbondanato: il piccolo era affetto dalla sindrome di Waardenburg e quindi sordo.

"Questa è casa mia. Se me la rovini o entri in camera mia, ti riporto da Peter" affermò Chris, colpendosi poi la fronte. Lui non poteva sentirlo, quindi non avrebbe mai potuto dare ascolto ai suoi comandi.
"Troveremo un modo per comunicare"sussurrò accarezzandogli il capo.
   La mattinata trascorse tranquilla, con Chris intento a fare le pulizie ed un cane intento ad osservarlo ,senza mai muoversi dalla sua cesta.  Arrivata l'ora di pranzo e rendendosi conto di non aver nulla sia per se stesso che per l'animale si diresse verso l’uscita di casa.
"Mi dispiace ma tu rimani qui"  disse vedendo la palla di pelo seguirlo . Ma il piccolo gli bloccò il passaggio.
"Vado a prenderti da mangiare! Ritorna nella cesta" insistette Chris ,  spostandolo nella speranza che quest’ultimo potesse finalmente capire. Tuttavia quel piccolo animaletto non sembrava volergli dare ascolto, e si posizionò proprio davanti alla porta di casa.
"O mi fai passare o muori di fame" gli intimò ma il cagnolino non si scostò , sollevò lo sguardo intrecciandolo con quello del nuovo padrone ed assunse un’espressione aflitta, a cui nessuno avrebbe potuto resistere.
"Dai, tornerò presto" continuò.
A quel punto, il cane si stese dinnanzi il portone, e iniziò ad abbaiare in modo straziante
 Chris trasalì nuovamente e lo raccolse tra le braccia. Cercò di calmarlo, accarezzandolo.
"Ti porterò con me " sussurrò aflitto. Aveva capito che non voleva rimanere da solo, infondo  era stato già abbandonato una volta. Era terrorizzato dall' idea di essere lasciato ancora.  Il piccolo cominciò a scondinzolare felice, come se avesse capito le sue parole.
"Andy" sussurrò a stento ed il viso del cagnolino si chinò , e i suoi occhi iniziarono a fissare il padrone. 
"Ti piace come nome... Andy?" chiese Chris abbassando lo sguardo. Andy gli si avvicinò di più , iniziando ad abbaiare. Sembrava che Andy gli stesse sorridendo.  Il cuote del ragazzo iniziò a battere forte. Provò un forte senso di nostalgia e tristezza. Perchè in fondo, quelle sensazioni lui le aveva già vissute tutte, qualche tempo prima, con un essere umano.
   E quell'essere umano era la ragazza che l'aveva ferito. Nonostante Andy non gli ricordasse fisicamente Andrea, riusciva a vedere nei suoi comportamenti delle somiglianze con la bionda.  Erano entrambe testarde, intelligenti , alle volte dolci. Soprattutto avevano qualcosa che le distingueva dalla massa , che per altri sarebbe stato uno svantaggio, ma loro riuscivano a renderlo qualcosa di speciale .
Andy non poteva sentire , nonostante ciò riusciva a comprendere Chris. E Andrea era quel tipo di ragazza difficile da capire , ma che  sapeva benissimo decifrare gli espressioni e i pensieri degli altri.

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