Capitolo 10: Il Bianconiglio e la Sirena

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Stavolta niente incubi, ma comunque mi trovavo in quel corridoio, per fortuna ero a un passo dall'uscita, ma appena la sorpassai cadi di sotto andando a schiantarmi su un pavimento a scacchiera, davanti a me stavano degli enormi scacchi neri grandi quanto me, i pedoni erano simili a dei soldati ed erano armati con delle lance, solo uno era diverso ed era uno dei due centrali che assomigliava al tizio che affrontai alla mia vecchia scuola, lui però era l'unico che non aveva una lancia ma una spada; dietro stavano, guardando da destra una torre che più che torre erano due persone, la sinistra era identica a quel tizio, Draghi, e l'altra beh era incappucciata; i cavalli assomigliavano a Quattro e Tre, gli alfieri a Due, la regina a Cinque e il re a Uno; mi avvicinai per vederli meglio ma non feci nemmeno un passo che i pedoni mi puntarono contro le lance, mi sembrava la scena di un film solo che era meglio guardarla che viverla sulla propria pelle; guardandoli notai che mancava Grecis, cioè lui era il re no? Quindi perché c'è Uno al suo posto? Che il vecchio fosse morto? In effetti non si era fatto vedere alla presentazione del torneo e l'unica volta che lo vidi fu nei miei sogni, mi dovrei informare su internet ma "non sempre ciò che viene scritto è uguale alla realtà" così diceva una volta mio padre secondo lui chiunque in rete può scrivere una notizia e definirla vera; mi guardai intorno per vedere se c'erano delle porte, portali o corridoi con baratro, ma niente sembrava che fossi bloccato in quel luogo, riprovai ad avvicinarmi e come prima ottenni lo stesso risultato, mi puntarono le armi contro, ne presi una e provai a strappargliela senza però ottenere un buon risultato, l'unico che non teneva l'arma puntata era Magni, il tizio che avevo affrontato alla mia vecchia scuola, provai ad avvicinarmi e tentando a strappargli l'arma ci riuscì, ma appena lo feci lui e i pedoni si sgretolarono in mucchietti di polvere, rimanevano le torri, i cavalli, gli alfieri e i reali; mi avvicinai ma la torre di sinistra si posiziono davanti a me, provai a passarci al lato ma si spostò velocemente bloccandomi il passaggio, mi girai di nuovo, questo è duro da passare, guardai verso i resti dei pedoni sulla polvere stava conficcata la spada di Magni, presi una manciata di polvere e la spada e poi tornai alla torre di Draghi, prima gli lanciai la polvere negli occhi e lo sorpassai, lui si sgretolo come gli altri, avanzai verso gli altri, ma questi non si mossero, lì superai ma non si sgretolarono come gli altri rimasero lì immobili come delle statue, mi sembrava strano, ma forse è legato a chi ho incontrato, Magni e Draghi gli ho sconfitti, il primo è morto e sepolto il secondo non lo so ma credo che Uno l'abbia punito severamente, l'altra torre doveva essere Alice; andai avanti e mi trovai di fronte a un enorme portone, era completamente nero con degli intarsi in oro che gli facevano da contorno, sennò non l'avrei manco notato sapete sono in una cavolo di enorme stanza nera, su dei quadrati vicino alle enormi maniglie erano incastonati delle gemme da vari colori, tirai la maniglia con tutta la forza che avevo, riuscì ad aprirla, ma fece un cigolio che mi fece accapponare la pelle, entrai e mi ritrovai davanti una ringhiera di un balcone lungo, guardai di sotto ero sopra la scacchiera, non mi facevo domande dopotutto ero nella mia mente quindi era logico che fosse tutto incasinato visti tutti gli eventi che ultimamente mi capitavano; mi guardai intorno e niente, nessuna porta o passaggio solo un enorme martello che stava sospeso grazie a delle corde sopra la scacchiera, e giuro che fino a dieci secondi fa non c'era, dovevo trovare qualcosa per farlo cadere, ma non c'era niente, andai verso la porta e toccandola vidi che nel legno vicino alla maniglia era stato conficcata una freccia e sotto di essa un arco, ok ora sto seriamente iniziando a non capirci un fico secco, ma meglio così almeno avevo capito cosa dovevo fare, presi l'arma e caricando la freccia presi la mira tendendo la corda al massimo, ricordai l'insegnamento di papà, mi aveva insegnato a combattere con ogni tipo di arma e a usare l'arco, mantenni la calma e chiusi l'occhio sinistro poiché col destro dovevo mirare, svuotai la mente e tenni lo sguardo puntato sul bersaglio, contai fino al tre e arrivato a quel numero lasciai la presa, la freccia emise un sibilo sottile e veloce, vidi il martello cadere, ero riuscito nel mio intento, mi avvicinai al bordo e vidi che si era andato a schiantare esattamente sulla scacchiera creando un enorme buco, a terra stavano quelle statue raffiguranti i miei fratelli e sorelle, mi girai per andare alla porta, ma questa era svanita, quindi c'era una sola via per scendere e non mi sarebbe piaciuta, seriamente la cosa più stupida che potevo fare; salì sopra il parapetto e aprendo le braccia mi gettai gridando "Salto della fede!", ehi potrò anche farlo con stile no? Mica qualcuno me lo vieta? Caddi a tutta velocità intorno a me stava solo il buio, scenario perfetto per uno che non capisce un cavolo come me, fin quando non atterrai stavolta però senza schiantarmi al suolo; non capivo dove mi trovavo era un enorme sala nera con un pavimento bianco, guardai verso l'alto sopra di me si vedeva il buco che avevo fatto e dal quale entrava una luce abbastanza forte da illuminare quel posto, davanti a me stavano le pedine giganti erano messe una vicino all'altra, sentì un brivido freddo attraversarmi la schiena che fosse.... Ma mentre sentivo ciò quella di quattro si illumino e né uscì la ragazza, aveva ancora il suo solito sorrisetto, portava con se un enorme martello, appena mi vide disse: - toh chi si rivede, Sei, che succede sei tornato a piangere dalla tua vera famiglia? Oppure sei tornato per farti torturare di nuovo? -, ridacchia di gusto e dissi: - io tornare indietro da voi? Ti piacerebbe, perché non fai un favore a tutti e chiudi quella tua boccaccia? Sai se usassi tutto quel fiato che sprechi a parlare per qualcosa di utile beh saresti una persona migliore, Nana-, lei con voce infuriata: - come mi hai chiamata? -, rimasi divertito, questa non me l'aspettavo ma era da tempo che volevo dirle queste cose: - NANA, te lo ripeterò ogni volta che ti vedrò, perché sei solo una stupida sadica pazza nana! -, lei non risposte e rimanendo con il volto infuriato svanì dissolvendosi in polvere; una era andata ne rimanevano quattro; si trasformò la statua di Due, che toccandosi gli occhiali disse: - bene, chi abbiamo qui? Un clone di Sei? O l'originale? Bah tanto siete tutti errori-, sorrisi e lui confuso disse: - perché sorridi? Hai capito che sei un errore? -, scoppiai a ridere e guardandolo dissi: - io? Mi dispiace per te, io qui vedo un unico errore e quello sei tu, cos'è adesso venite a rompermi anche nei sogni? Non vi bastava rovinarmi l'esistenza quando ero piccolo, ora anche nei sogni-, lui ridacchio dicendo: - che succede il lupo si è svegliato? Dopo tutto non sei un pappamolle, sei sangue Oblivion-, lo guardai con uno sguardo serio e dissi: - che volete da me? Ho capito che questo posto non è nella mia mente, puoi anche parlare non ti uccido-, lui applaudendo: - ma bravo, hai capito che Nevia sta usando i suoi poteri, da cosa l'hai intuito-, sorridendo: - beh siete brutti come la fame questo lo sapevo da tempo, e poi ah già non è difficile intuirlo quando impari a sentire l'energia spiritica di una persona nella tua testa-, lui: - un applauso, sei diventato abile, ma le tue abilità al nostro confronto sono di minima qualità-, scrocchiando il collo dissi: - beh sarà anche così, ma io ho avuto una cosa che voi non avete avuto, un maestro, uno dei migliori-, lui sorridendo: - lo vedremmo, molto presto- e svanì dissolvendosi; ok la mia intuizione era giusta, quindi Nevia può entrare nei sogni o connettere le persone, beh sarà giusto chiederglielo; mentre pensavo ciò apparve Tre che con fare bonario mi si avvicinò e mi mise il braccio attorno al collo e disse: - ehi Sei bello, come stai? Da quanto tempo, saranno dodici o tredici anni, potevi scrivere o quantomeno farti sentire-, rimasi calmo e dissi: - oh toh Never, sai non pensavo di sentirti, sai la tua voce è fastidiosa già nei miei ricordi, ma dal vivo devo dire che lo è ancor di più-, lui si stacco ridendo e allontanandosi disse: - wow, che succede hai messo i denti? Pensavo che fossi rimasto lo stesso? Sai il solito perdente frignone-, lo guardai e con tono divertito risposi: - e tu sei il solito cagnolino di Uno o Fleo, non so come si voglia far chiamare ma sai sinceramente non me ne importa un fico secco-, lui si toccò il naso ma io lo presi e dissi: - e comunque, mi chiamo Royal, Royal Fabulas stampatelo bene in mente la prossima volta che ci incontriamo-, lui sorridendo: - bene, Royal, sperò di rincontrarti presto, e a detta di Uno quel presto è molto vicino- e svanì diventando polvere tra le mie mani; mentre guardavo la sua polvere svanire vidi che si era sbloccato Uno, bene mi sarei divertito, mi girai i pollici mentre lui stava iniziando a parlare diceva: - toh Sei, ma è meglio Umeno secondo me, dopotutto l'ho scelto io, Uno meno di me-, alzai lo sguardo e dissi tenendomi la mano sull'orecchio per sentire meglio e dissi: - scusa, che hai detto? Non ti stavo ascoltando, sai sei noioso e ripetitivo, qualcosa di nuovo lo sai dire-, lui ridendo: - bene vedo che finalmente hai liberato il tuo umorismo, ma ti servirà a poco quando ci incontreremo-, lo squadrai con uno sguardo serio e dissi: - perché che mi farai? Mi annoierai a morte o proverai a togliermi tutto? -, lui sorridendo malevolmente: - niente di tutto ciò, diciamo che voglio recuperare una cosa che tu hai o meglio vicina a te, e non intendo quella assassina di Alice, ma una ragazza della tua scuola, sarà molto utile ai miei piani-, con tono serio: - ti sfido a provarci, voglio proprio vedere con che arma o esercito ci riuscirai-, lui: - ho a mia disposizione migliaia di soldati e comandanti spiritici e noi cinque, e poi tu che armi avresti? Quattro o cinque comandanti spiritici da quattro soldi? -, puntandogli il dito contro: - no, i miei amici, i miei spiriti e forse una bestia, non mi serve altro per combatterti; anche tutti e quattro insieme, con loro al mio fianco beh non ho paura di te- e dicendo ciò lì vedevo eterei vicino a me, a destra Luxia con le ragazze a sinistra Magdaros con i ragazzi e dietro di me la mia trasformazione bestia con quella normale, lui rise e svanì lasciando l'eco della sua risata; quindi vuole combattere una guerra bene io sono pronto, ma prima devo sentire l'ultima campana, colei che sperò sia almeno gentile con me; vidi la sua statua illuminarsi e apparire Nevia, mi grattai il mento e dissi: - allora, come mai questa pagliacciata? -, lei con tono calmo: - è bello rivederti, Royal, non abbracci la tua sorellona? -, incrociando le braccia: - quale sorellona? Quella che mi curava quando ero piccolo o quella che ha provato a staccarmi la testa con le sue katane durante il torneo-, lei sempre con tono freddo: - in quel caso ero giustificata, non sapevo fossi tu Sei-, la squadrai con lo sguardo e dissi: - Royal, chiamami così, io non sono né Sei né Umeno, sono Royal Fabulas, e lo rimarrò sempre-, lei: - comunque sperò ti sia piaciuto questa riunione di famiglia, Uno mi ha imposto di farla e- la interruppi e dissi: - Uno te l'ha imposto? Che succede il tonto è diventato re-, lei facendo un sospiro: - beh tu sai la risposta, dopotutto tu hai assistito a quella giornata-, con voce seria per nascondere la confusione dissi: - ah, beh spero di ricordarmelo- e cambiando discorso: - comunque tu hai il potere di entrare nei sogni delle persone-, lei: - si e no, posso solo connettere per un breve periodo di tempo le menti di alcune persone, ma solo di quelle che hanno lo stesso sangue e anche se noi non siamo più così umani qualcosa è rimasto- e prima di svanire disse: - Sei o meglio Royal, la prossima volta che ci incontreremo saremmo nemici, non posso togliermi dal comando di Fleo, quindi cercherò di ucciderti il più velocemente possibile-, sorridendole: - come ho detto a Uno, ti sfido a provarci, tanto una ferita in più una ferita in meno non può fare differenza, ma puoi star certa su una cosa, io non scapperò-, lei accennò a un sorriso leggero quanto flebile svanendo e tutto intorno a me divenne nero.

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