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Io non so se chiedere prima a Matthew o se andare direttamente in quel posto e parlarne successivamente con lui..
Non so seriamente cosa fare e Nash non è per niente di aiuto dato che sta continuando a blaterare cose a caso da ormai una ventina di minuti.

«Ce la fai a chiudere quella cazzo di bocca o te la devo chiudere con dello scotch?!» borbotto irritata
«Potresti chiudermela in un altro modo, tu che dici?» dice alludendo a ciò che è successo qualche giorno fa
«Dico che se non stai zitto ti picchio»
«Ehi ehi calma dolcezza»
«Puoi fare il serio per una sacrosanta volta o è troppo difficile per te?»
«Che ne dici se per le quattro andiamo in quel posto a vedere?» mi propone

Io ci voglio andare ora, non me ne frega niente se vado da sola o c'è anche lui. Ci devo andare assolutamente ora perché so già che, se non ci dovessi andare adesso, più tardi non ne avrei più voglia.

Mi alzo in piedi con il foglio e la chiave in mano che infilo dentro ad uno zaino e poi prendo le chiavi della mia moto e il telefono.

«Io vado ora» dico

Vado davanti al garage dove avevo parcheggiato la moto e dopo essermi messa il casco metto in moto e parto.

***

In teoria dovrei essere arrivata, in pratica non ne ho la più pallida idea; quattro isolati verso est li ho fatti però non c'è nulla..
Mi tolgo il casco per avere un po' di mobilità in più e riprendo a guardarmi in torno fino a quando non entra nel mio campo visivo un capannone tenuto abbastanza bene.

Scendo dalla moto e mi dirigo verso l'immobile sperando che sia li ciò che, secondo l'anonimo, sto cercando. Quando sono davanti alle porte del capannone invece di entrare subito guardo attraverso una finestra e noto con piacere che non c'è nessuno così entro velocemente.
Alzo lo sguardo dal pavimento e mi ritrovo davanti una macchina che mi sembra di aver già visto.
Mi avvicino lentamente ad essa e quando sono dal lato del guidatore mi ricordo della chiave che era nel pacco, la prendo e la inserisco nel quadro solo che non parte così presa dalla curiosità apro il cofano ma invece di trovare il motore e tutto il resto trovo un'altra scatola, leggermente più grande della precedente, che ha dei numeri scritti sopra al coperchio. Facendo attenzione a non sporcarmi la tiro fuori e dopo aver richiuso il cofano la appoggio su di esso aprendola.
Rimango spiazzata da cosa trovo all'interno.
Una pistola, dei vestiti sporchi di sangue secco e quelle che mi sembrano delle foto; pendo quest'ultime e le inizio a guardare con le lacrime agli occhi.
Non ci posso credere.
Non ci voglio credere.

Ho sempre pensato, da due anni a questa parte, che il suo fosse stato un'incidente di tutt'altro tipo e invece mi devo ricredere su ogni cosa che ho visto e che mi è stato detto.
Ripongo le foto nella scatola e successivamente la metto nel mio zaino, devo avere le risposte a cui mio fratello non risponderà nemmeno sotto tortura e che solo una persona mi può dare: il proprietario della macchina.
Esco dal capannone, raggiungo la moto e dopo essermi messa il casco parto diretta verso un palazzo dove mi ero ripromessa di non metterci più piede ma si sa che la vita è piena di imprevisti e questo ne è la prova.

Quando arrivo davanti al palazzo abbandonato non ho neanche il tempo di scendere dalla moto che subito due ragazzi mi sono addosso.

«Chi sei?» chiede quello che mi sembra una recluta
«Bene bene bene.. Cosa ci fai qui Espinosa? Non è il tuo territorio o sbaglio?» mi chiede in tono derisorio l'altro di cui non ricordo il nome
«Sta zitto. Digli che gli voglio parlare.»
«Lui non ha tempo per voi»
«Eh la fifa è una brutta bestia, chiedilo alla recluta qui presente che sta tremando come una foglia e che non sa nemmeno tenere in mano una revolver» dico sorridendo acidamente

Spengo la moto e metto il cavalletto.

«Posso parlargli o devo fare la muffa mentre mi guardate il seno?» borbotto guardando la reazione del novellino

Mi sa che il ragazzino non sa quel che sta facendo e credo che si sia invischiato in una cosa più grande di lui per la famiglia, da questa parte della città funziona così. Bisogna scegliere e lui ha scelto di salvare la sua famiglia dalla loro ira.

Li sorpasso ed entro nell'edificio ottenendo delle occhiatacce da tutti.

«Non ti vogliamo qui, lo dovresti sapere zuccherino!» urla un ragazzo
«Nessuno ha chiesto la tua opinione scimmione quindi chiudi quella cazzo di bocca e torna a sniffare»

Inizio a salire i piani per arrivare all'ultimo dove si trova il suo "ufficio".

«Ti tocca aspettare dolcezza, ne avrà ancora per un bel po'» mi avvisa un ragazzo che è appostato davanti alla porta con un fucile posizionato vicino alle gambe
«Non me ne frega un cazzo se c'è qualcuno dentro, gli devo parlare ora»
«Quando dico che devi aspettare, devi aspettare. Tutto chiaro bambolina?» domanda a denti stretti
«Non me ne frega un cazzo di ciò che dici tu»
«Jimmy con chi stai... Gli dico che abbiamo ospiti» dice Christopher appena mi riconosce

Christopher entra nell'appartamento adibito ad ufficio e dopo poco esce insieme a tre ragazzi piuttosto malridotti.

«Suppongo tu debba entrare» dice il ragazzo che a quanto pare si chiama Jimmy

Entro e immediatamente mi controllano per vedere se ho qualche arma addosso o nello zaino.

«Ora che i tuoi scimmioni hanno appurato che sono disarmata voglio che escano.» ordino
«Non stai parlando con Rosco, occhio a che tono usi» mi avvisa uno degli scimmioni alle mie spalle
«Rosco è in galera da anni e comunque sono curioso di sapere perché io debba stare in una stanza con te senza la mia scorta»
«Non sei un boss della mafia Jc evita queste puttanate. Dobbiamo parlare.»


All or Nothing || Nash GrierOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz