Capitolo 9

2.5K 174 65
                                    

Ero in sala relax, seduta sul divanetto più alto per separarmi dal resto dei ragazzi presenti lì.

Le cuffiette - collegate al telefono che la produzione aveva dato ad ognuno di noi - riproducevano le canzoni sulle quali avevo le coreografie montate.
Avevo gli occhi chiusi mentre cercavo di ricordare perfettamente ogni passo da eseguire.

Fu una voce abbastanza seria e fin troppo familiare ad interrompere il mio momento di finta calma.

"Dobbiamo parlare."

A quelle parole alzai lo sguardo dalle mie gambe, solo per veder confermato ciò che già sapevo.

Irama era in piedi esattamente di fronte a me che mi fissava negli occhi.
Silenziosamente, riabbassai di nuovo la testa senza fargli un minimo cenno.

Richiusi gli occhi, ma mentre stavo cercando di riacquistare la concentrazione che avevo momentaneamente perso, una sua mano mi strappò velocemente via le cuffie dalle orecchie.
Appena l'aggeggio si scollegò dal cellulare anche la musica di fermò.

"Smettila di fare la bambina; prima mi spii mentre provo e poi nemmeno mi rispondi? Andiamo, sai anche tu che sei più intelligente di così."
E sinceramente, aveva ragione.

So che ce ne aveva, così come sapevo che non era esattamente un comportamento maturo quello che stavo assumendo con lui solo per non parlargli.

Lo guardai. La sua mano sinistra erano ancora a mezz'aria mentre stringeva le cuffie che mi aveva preso.

"Non ti stavo spiando, quindi non farti strane idee."

Lui non si limitò nemmeno a rispondermi, di fatti cambiò completamente discorso.

"Andiamo fuori, non mi va di parlare qui." Fece un cenno con la testa verso la porta prima di iniziare ad incamminarsi.
Neanche io volevo parlare lì, con tutte quelle orecchie presenti.

Mi alzai dal divanetto, sistemandomi la stoffa dei pantaloni con le mani prima di seguirlo fuori.

Facemmo la strada in silenzio per tutto il corridoio, e l'unico suono udibile erano i nostri respiri a ritmi regolari.

Appena uscì fuori, Filippo si poggiò con le spalle contro il muro, alzando un piede su di esso. Io non mi avvicinai più del dovuto a lui, ma rimasi appoggiata con una spalla allo stipite della porta mentre lo guardavo di profilo.

Il moro uscì fuori dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni un pacchetto di sagarette, ne prese una.
Stava per chiuderlo, ma poi ci ripensò e lo porse verso di me.

"Ne vuoi una?" Mi guardò.

Io non gli risposi ma tirai fuori dalle tasche della giacca la sigaretta che Einar mi aveva dato qualche sera fa, solo per non prenderne una sua.

Lui strinse leggermente gli occhi, ma non disse niente mentre si rimetteva il pacchetto in tasca.
"Almeno l'accendino lo prendi o neanche quello?" Disse dopo essersi acceso la sua sigaretta e aver fatto il primo tiro.
Glielo sfilai silenziosamente dalle mani.

Per un istante, le nostre dita si sfiorarono e un brivido mi ricoprì la schiena. Rivolsi uno sguardo a Filippo, ma lui non mi guardò mentre gli ripassai l'accendino in silenzio.

"Non voglio che tu ti senta a disagio con me, Mia." Lo guardai; sembrava così onesto mentre le parole lasciavano le sue labbra. "O che ci sia dell'imbarazzo tra di noi. Non voglio in alcun modo intralciare il tuo percorso, come non vorrei che tu intralciassi il mio."

"E in che modo lo intralcerei, scusa?" Non mi curai di nascondere la voce puntigliosa.

"Tu..." Scosse la testa. "Non lo fai infatti." Disse e io mi ritrovai ancora più confusa di prima. "Stavo solo supponendo." Continuò, mentre il suo sguardo scivolò via dal mio.
Annuii.

𝐈𝐋 𝐑𝐀𝐆𝐀𝐙𝐙𝐎 𝐃𝐈 𝐏𝐈𝐔𝐌𝐄 [IRAMA]Where stories live. Discover now