PATHOLOGICAL DOUBT

THE DIAGNOSIS

Quella mattina, appena uscii di casa, venni colpito dal vento gelato che si scagliava contro gli alberi facendoli oscillare, tirai fuori dai jeans il pacchetto nero e dorato e ne estraetti una sigaretta, la portai alla bocca e quando l'accendino ne fece accorciare l'estremità infilai le mani immancabilmente screpolate in tasca.
Percorsi il marciapiede a passo svelto inalando il fumo per tornare a respirare dopo la pesante nottata.
Gettai a terra la sigaretta ormai consumata, e mi fermai di fronte la struttura grigia che mi accoglieva quasi tutte le mattine da mesi.
Grigio, un colore che non mi era mai piaciuto, non era né bianco né nero e ciò mi infastidiva, non mi erano mai piaciute le vie di mezzo.

Inserii la tessera magnetica nel lettore accanto la porta in vetro con su scritto "Harvey's psychological study" e mi feci coraggio. Vidi il Dr. Harvey solo nel suo studio, stava mettendo sottosopra dei cassetti pieni di carte.
"Buongiorno, disturbo? " chiesi affacciandomi alla stanza.
"Signor Moore! La stavo aspettando, entri pure" Smise di fare ciò che stava facendo e mi indicò il divano in tessuto rosso accanto alla finestra e alla poltrona dove si sedette lui poco dopo.
Chiusi la porta, mi accomodai, e ancor prima che potessi proferire parola intavolò lui il discorso "Intanto se non le dispiace le dò del 'tu' " glielo avrò detto una serie infinita di volte di farlo, quindi annuii "Probabilmente sarai confuso e destabilizzato dopo ciò che hai letto in quel foglio, perciò ora ti spiegherò di cosa si tratta e come lo supereremo, insieme" accennò un sorriso per rassicurarmi, ma non avevo troppa paura, ero consapevole di stare bene e non sarebbe stato il parere di uno psicologo a farmi cambiare idea.
Nonostante ciò gli feci cenno ci continuare.
" Una persona che soffre di dubbio patologico viene invasa da una serie di dubbi sottoforma di domande alle quali cerca di dare una risposta che, ammesso che si trovi, purtroppo serve solo a generare un nuovo dubbio che porta a cercare una nuova risposta fino ad entrare in un circolo vizioso, nel quale la persona si sente imprigionata. Le sensazioni che si provano sono legate soprattutto all'ansia o alla paura di non essere all'altezza in situazioni quali il lavoro, gli studi, le relazioni, la vita in generale. Tutto ciò viene vissuto come un grande peso che porta ad uno stato costante di insoddisfazione e talvolta sfocia in depressione. " spiegò tutto d'un fiato leggendo dalla cartellina che teneva tra le mani.
" Perfetto, quindi lei mi sta dicendo che, andando avanti di questo passo, potrei diventare un nevrotico a soli ventidue anni? Notizia migliore non poteva darmi. " era un abitudine che avevo sviluppato col tempo quella di mascherare tutto con l'ironia, era un meccanismo di difesa.
" Non lo diventerai se segui una terapia mirata alla cura di persone che vivono il tuo stesso problema, devi semplicemente lasciarti aiutare. " alle sue parole mi venne quasi da ridere, farmi aiutare non era il mio forte, non finiva mai bene dato che facevo sempre di testa mia.
" Non ho intenzione di seguire nessuna terapia, non fanno per me questo genere di cose, ma grazie lo stesso dottore, penso proprio che me la vedrò da solo con questo 'problema' " mi alzai dal divano e tirai fuori i soldi che gli dovevo dalle precedenti sedute, li misi sulla scrivania e mi diressi verso la porta " grazie ancora. " gli feci un cenno di saluto ma si affrettò a controbattere prima che potessi uscire.
" Sono quattro mesi che ci conosciamo, davvero credi che io sbagli nella diagnosi? È il mio lavoro e se non ti farai aiutare non andrà a finire bene, non starò qui ad insistere, perché sei tu a dover decidere cosa fare del tuo corpo e soprattutto della tua mente, ma ripensaci Jordan. " lessi nei suoi occhi del dispiacere, le mie gambe per un attimo si fecero molli e intuii fosse il mio inconscio che cercava di darmi un segnale ma, d'altro canto, avevo sempre fatto di testa mia e non mi sarei accorto della gravità della situazione fin quando non ci sarei andato a sbattere contro.