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La mia vita? Beh difficile da descrivere con un solo aggettivo. Anzi, non credo neanche che esistano termini per definirla. Tuttavia quello che si avvicina di più è "incompleta"

Fin da piccolo ho sempre avuto bisogno di qualcuno che mi stesse accanto. Ma dopo quest'estate... tutto è cambiato.

-Thomas. Ci sei?- scossi la testa un po' rimbambito quando mi accorsi che tutti i miei amici mi stavano fissando

-Si, tutto ok- dissi sorridendo. Ma non funzionò, perché continuarono a fissarmi come se avessero visto un fantasma...

-Thomas- fece Minho, praticamente il mio migliore amico, ragazzo alto, di origine asiatica e soprattutto... sfacciato. -Fino a due secondi fa stavi fissando il pavimento in silenzio. Si può sapere che caspio ti è pre...- Teresa gli tirò un gomitata nello stomaco.

-Thomas che dici? Andiamo in classe?- chiese quest'ultima. Aveva i capelli neri più belli del mondo e degli occhi azzurri in grado di mozzarti il fiato.

-Voi, se volete, andate. Vi raggiungo tra poco- risposi io. Volevo stare da solo.

-D'accordo amico- disse Alby, un ragazzo nero molto simpatico arrivato all'inizio dell'anno

-Ma non girovagare troppo per i corridoi... da solo, intesi?- mi riprese Sonya come se a parlare fosse stata... non voglio dire chi. Sonya mi ricordava molto lei: capelli ricci biondi, occhi marroni chiaro e sempre gentile. Perché le assomiglia così tanto?

A quel punto la campanella suonò, così non ebbi tempo di stare da solo e raggiunsi i miei amici in aula.

Ah matematica. La odio. Per fortuna Teresa è una specie di Einstein e si siede sempre accanto a me durante le ore della materia che lei ha soprannominato "se ti impegni, vedrai che sarà divertente". Ma io, comunque, non ci trovo nulla da ridire.

Ma in effetti durante quell'ora... risi parecchio perché circa cinque minuti dopo il suono della campana entrò la bidella dicendoci che avremmo avuto un'ora buca, perché la Prof stava accompagnando un nuovo alunno a fare il tour della scuola, ma che avremmo dovuto passarla in classe.

Era quello che mi serviva. Dovevo staccarmi dai miei pensieri e scherzare con i miei amici. Ed è quello che feci.
Tuttavia continuai a pensare a quello nuovo. Continuai a chiedermi se fosse stato alto o basso, moro o biondo, snob o semplice.

Sì, penso a queste cose. Perché? Beh mi pare ovvio. Sono gay. Nessuno a scuola eccetto i miei quattro amici lo sa. A casa lo sapeva... lei.

Sta di fatto che per tutti io sono Thomas il capitano della squadra di baseball, l'amico di quella strafiga di Teresa, quello diverso dagli altri capitani e, di conseguenza, amato dalle ragazze. Ma non me ne fregava nulla.

Andammo a pranzo e ci sedemmo al nostro tavolo. Parlammo della festa che avrebbe dato Minho la sera stessa quando qualcosa, o per meglio dire, qualcuno attirò la nostra attenzione.

-Studenti silenzio!- urlò la De Martino, prof di matematica -Vorrei presentarvi un nostro nuovo studente. Ragazzi date il benvenuto a Newt. Spero che sia accolto con molto entusiasmo. Buon pranzo a tut... TU RAGAZZINO- disse guardando verso Minho -SMETTILA SUBITO DI FARMI IL VERSO! VUOI UN BEL DUE SUL REGISTRO?-

-Beh... mi alzerebbe la media- commentò lui -Potrebbe alzare la voce signor...?- continuò la De Martino - Lee, Minho Lee e per la cronaca un due mi farebbe comodo ma magari un'altra volta, che dice?- chiese Minho con un sorrisetto di chi se la sta proprio spassando -Dico che andrò a metterglielo ora il due signor Lee- concluse la De Martino andando verso l'aula di matematica

-Ve l'ho detto ragazzi che nemmeno la De Martino può freg... ASPETTI COSA? PROF NE POSSIAMO PARLARE PIÙ CIVILMENTE? LE OFFRO UN CAFFÈ SE VUOLE! PROOOF- disse Minho rincorrendo la prof fuori dalla mensa

In tutto questo io il ragazzo nuovo si era avvicinato al nostro tavolo... e caspio se era bello: aveva dei capelli biondo cenere raggruppati in un bellissimo ciuffo all'insù, occhi marroni semplici ma penetranti e un sorriso... che mi fece accapponare la pelle

-Cacchio il vostro amico non ha proprio peli sulla lingua eh?- disse Newt facendoci ridere tutti. Quella fu la prima volta che udì la sua voce, aveva la voce di un angelo.

-Ahaha si hai ragione... Newt, giusto? Siediti con noi se ti va- disse Alby con un sorriso enorme stampato sulla faccia

-Ehm ok grazie- ringraziò Newt sedendosi accanto a Sonya e Alby... era di fronte a me, ma ero molto teso

-Io sono Teresa piacere- si presentò la ragazza alla mia destra - E quello che hai appena visto cercare di evitare un due è Minho- finì lei

-Io sono Sonya, e lui è Alby - disse la bionda indicando l'altro ragazzo

-Piacere mio- rispose Newt sorridendo. Poi il suo sguardo si posò su di me e io sentì la necessità di dire qualcosa... possibilmente di sensato

-Ciao, io sono Thomas- mi presentai e, diversamente da come me lo ero immaginato, ero a più agio di prima.

-Ciao Tommy. Io sono Newt-

E in quel momento, quando lo sentì chiamarmi "Tommy", vi giuro, non capì più nulla... non solo perché avevo davanti a me un ragazzo stupendo, ma anche perché era lei a chiamarmi così.

Non parlai più per tutto il pranzo e notai che Newt era molto simpatico, oltre che molto intelligente e bello: era di Londra e suo padre era uno degli avvocati più famosi del mondo. Newt avrebbe seguito le sue orme: sapeva già molte leggi e questioni politiche... era così bello quando ci parlava di politica, sembrava di sentire parlare un avvocato professionista . Si era trasferito qui a New York  proprio a causa del lavoro del padre e ci raccontò che dopo il liceo avrebbe già iniziato a lavorare per lui.

-Che programma impegnativo- commentò Sonya -E a te legge piace così tanto?-

Lo sguardo di Newt si incupì e il ragazzo diventò serissimo -Non lo faccio per passione... lo faccio perché in questo cacchio di mondo manca la giustizia... e anche tanto-

~COSO SPAZIO AUTRICE
Heiu non so bene cosa sto facendo so solo che i Newtmas sono la mia felicità e beh ho avuto voglia di provare a scrivere una ff. Lo so che il capitolo non è lunghissimo ed è molto normale(?) ma boh è solo il primo ahah sooo nulla
alla prossima ;)

~Secretly {Newtmas}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora