Capitolo 3

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«Salve signore, cosa vuole ordinare?» chiese Eren a Levi sorridendo.

«Il solito» rispose lui mettendosi a sedere. Il ragazzo, allora, andò a subito a preparargli un tè nero. Era felice di essersi avvicinato a un po' a lui in quei giorni. Avevano preso l'abitudine di uscire tutti i pomeriggi dopo che Eren finiva il turno. A volte riaccompagnava Levi in hotel, dove aveva l'occasione di parlare con Hanji e Mike. La donna, quando lo vedeva, non faceva altro che fargli domande mentre l'altro aveva la strana abitudine di annusarlo, cosa che faceva con tutti.

«Ecco a lei» gli disse Eren porgendogli la tazza di tè nero. Si avvicinò poi al suo orecchio. «Posso assistere alle prove oggi, Levi?» gli sussurrò facendo sorprendere l'uomo. Si sentì improvvisamente arrossire all'udire il suo nome detto in quel modo e il suo battito del cuore iniziò ad aumentare. Non capiva il perché, era la prima volta che gli succedeva.

«Non penso che puoi finire ora il tuo turno, Eren» gli disse bevendo il tè.

«Posso chiedere il permesso al capo dicendo che ho avuto un problema in famiglia». Levi lo guardò sorpreso: non avrebbe mai pensato che Eren potesse mentire così. «Sai Levi, gli studenti sono bravi a inventare scuse» gli spiegò ridacchiando. L'uomo sospirò.

«Va bene» gli disse appoggiando il bicchiere vuoto sul bancone per poi pagare e tornare nella sua stanza. Chiusa la porta, appoggiò la schiena ad essa mettendosi la mano sul cuore per poi stringere la maglia. Fece scivolare la schiena, sempre appoggiata alla porta, fino a mettersi seduto. Strinse i denti.

"Cos'era...? Perché mi sentivo in quel modo...?" si chiese Levi agitato. "Maledetto ragazzino... sarà davvero il caso di continuare a stare con lui?". Decise di non dire niente ad Hanji: avrebbe solamente peggiorato la situazione.

Arrivato il momento delle prove, Eren si fece trovare all'hotel dove si incontrò con i No Name. Era emozionato all'idea di stare in macchina con loro e assistere alle loro prove con il resto dello staff. Erano in auto differenti: la band, Eren e i manager in una e lo staff in un'altra. Il luogo delle prove e del concerto era il teatro più famoso di Shiganshina, il Colossal Theatre.

«Eren, conosci questo teatro?» gli chiese Hanji entrando.

«Certo! Oltre ad essere il più famoso, è anche il più grande della città e può ospitare più scuole» spiegò il ragazzo ancora emozionato.

«E quante scuole ci sono?».

«Non tante... Shiganshina non è molto grande». Eren si voltò poi verso Levi. «Levi, qual è la prima canzone in scaletta?» gli chiese curioso.

«"Hizamazuke Butadomo Ga"» rispose continuando a guardare avanti.

«Posso cantare mentre vi guardo?».

«Certo! Magari, quando finiamo le prove, ti facciamo cantare al posto di Levi!» esclamò Hanji ridendo. Il ragazzo arrossì di colpo dicendo che non era molto intonato ma la donna insistette, quindi accettò insicuro. Eren notò delle persone con delle macchine fotografiche, forse paparazzi, ma non ci fece molto caso una volta iniziate le prove, siccome era impegnato a cantare e ad ammirare Levi. L'uomo, durante le esibizioni, non faceva altro che guardare il ragazzo e Hanji se ne accorse, tanto che lo prese da parte e gli chiese cosa vedeva in lui. Levi fu allora costretto a dire tutto.

«Il mio migliore amico è gay!» esclamò la donna sorpresa portandosi le mani al petto.

«Cosa?» domandò lui confuso.

«Ti piace Eren!» precisò lei.

«Mi piace un ragazzo?».

«Ti piace un ragazzo!».

What do you mean to me? |Ereri|Where stories live. Discover now