Una famiglia complicata

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Non era così che avevo programmato iniziasse la mia giornata.

Decisamente no.

Non con un demone incazzato nero che sfondava la porta di camera mia, mentre io mi stavo vestendo. Guardandomi come fossi il piatto principale del suo menù della giornata.

No.

"Esci subito dalla mia stanza, Cameron! Non ho intenzione di fare tardi per colpa tua e delle tue paturnie amorose!".

Lui ringhiò qualcosa di indecifrabile, poi pensò bene di scardinare la porta di camera mia, sbattendosela dietro. Restai a guardare la porta, consapevole di quello che sarebbe successo da lì a qualche secondo.

La porta venne investita di una luce lieve, ricomponendosi e tornando integra al proprio posto. Entrò mio fratello maggiore.

"Cosa è successo?", chiese sospirando paziente.

"È successo che tuo fratello, che ancora a 17 anni non ha imparato a controllarsi, ha ben pensato di sfondare la porta di camera mia, perché la mia amica Syl non vuole uscire con lui".

Carl aggrottò le sopracciglia.

"E tu avresti a che fare con questo perché?".

Alzai gli occhi al cielo.

"Perché tuo fratello è uno stupido demone adolescente con gli ormoni a mille, che ha deciso che, se Syl non esce con lui, la colpa non può essere che mia. Inoltre, sono la probabile responsabile del crollo della torre di Babele, della creazione della bomba H, del fatto che il bacon nei suoi hamburger non sia abbastanza croccante e delle devastazioni subite dai piani, dalla creazione dell'Equilibrio", sbuffai seccata.

"Comunque mi starei vestendo", aggiunsi stizzita. Mi fissò con gli occhi a mezz'asta.

"Sei mia sorella, ti ho fatto il bagno, più di una volta".

"Bravo. Avevo un anno. Ne ho ventuno. Sparisci", detto questo pensai bene di chiudere la porta con un incanto di contenimento. Per non rischiare altre interruzioni. Infatti, la porta rimase chiusa.

Si aprì, al contrario, la finestra. Mi girai di scatto, gli occhi rossi. Vidi Xander, alzai gli occhi al cielo e sbuffai.

"Devi imparare a usare la porta".

"Entrare dalla finestra è più scenico, cuginetta".

"Vedi Xander, la convinzione che i vampiri fighi svolazzino e si arrampichino agilmente sugli alberi, affascinando giovani ragazze, è morta quando hanno iniziato a brillare di luce propria", dissi sorridendo cattiva.

Lui mi fissò offeso e ringhiò sommesso.

"Tuo cugino ringhia più forte ed è più piccolo di te".

Sbuffò seccato.

"Maledette Guardiane", bofonchiò.

"Che ci vuoi fare, siamo così. Perfette", dissi modestamente.

Lui sorrise, entrò e mi abbracciò stretto.

"Emozionata per il primo giorno di scuola?", disse prendendomi il viso fra le mani e sorridendo affettuoso.

Sorrisi di rimando, scuotendo la testa.

"No, sono tranquilla, in fondo non può essere peggio del piano di Sabbia, giusto?", alzai le spalle.

"Posso farti la treccia?", chiese sorridendo dolcemente.

Alzai gli occhi al cielo. Fin da quando eravamo piccoli, Xander aveva una vera e propria ossessione per i miei capelli. Erano lunghi e ricci e lui si ostinava a volerli intrecciare in tutti i modi possibili e immaginabili. Diceva che lo rilassava.

Il Tempo dei Guardiani (Sequel di Lyca)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin