2. Il primo giorno

278 26 0
                                    

Era il primo giorno di vacanza all' Holiday Mountain.
Quella mattina mi alzai più tardi del solito e quando lo feci Liz stava ancora dormendo. Erano le dieci ed avevamo saltato l'attività di pittura, non ero per niente dispiaciuta!
Mi feci una lunga doccia e ripensai alla notte prima.
Quegli stronzi.
Ieri sera mi girava male per colpa dei miei genitori e ora ci si mettevano anche loro e l'idea che passassero l'estate anche loro qui, mi faceva girare male!
Quando uscii dalla doccia Lizzie ancora non si era svegliata così decisi di svegliarla!
Le tirai il mio cuscino sulla faccia.
Niente.
Rimasi a fissarla dormire beatamente.
Mi piaceva darle fastidio, dopotutto ero la sorella minore ed era mio compito darle noia, no?!
Non ero soddisfatta, così afferrai da terra il mio cuscino e lo rilanciai con più forza. Finalmente si svegliò.
«Ma che cazzo succede!», si spaventò tirandosi a sedere.
«Finalmente ti sei svegliata! Andiamo al lago?»
Mi guardò confusa poi, metabolizzando quello che stavo dicendo, disse: «Dammi dieci minuti».
Annuii e, mentre si lavava, cominciai a vestirmi.
Sopra al costume infilai un vestitino nero di cotone, un po' aderente ma comodo e perfetto per andare al lago. Infilai le ciabatte e, infine, infilai dentro la mia borsa di paglia un asciugamano, un libro da leggere e gli occhiali da sole.

Finalmente, alle ore 10.30 eravamo pronte per andare. Dei nostri genitori nemmeno l'ombra e sarebbe stato così fino all'ora di pranzo, tanto loro dovevano chiacchierare con i loro amici davanti ad un caffè.
Per fortuna questo villaggio era piuttosto ampio, così non ci saremmo visti quasi mai.
«Menomale stanotte li hai fatti stare zitti a quei ragazzini!», cominciò Liz aggiustandosi i suoi capelli biondo platino.
Era l'opposto di me.
Lei bionda, io mora. Lei occhi azzurri, io occhi castani. Lei alta e slanciata con gambe lunghe, io bassa ed un po' in carne. Non sono mai stata magrissima, ma ci sono sempre stata attenta.
«Già», dissi.
«Quanti anni avevano dieci? Sicuramente i loro genitori erano in giro per i cavoli propri!», continuò.
Non volevo dirle che in realtà non erano ragazzini confusionari ma ventenni fighi, perchè voleva essere sempre sul primo piano quando c'erano in ballo dei ragazzi ed io ero sempre quella che doveva stare zitta e starmene da parte.
La odiavo quando faceva in quel modo!
Seguendo il sentiero arrivammo subito al lago, che a quell'ora era mediamente affollato. Più che altro era frequentato da bambini con le loro tate e da anziani.
Stendemmo i nostri asciugamani l'uno affianco all'altro e ci stendemmo per prendere il sole.
«Si sta bene...», constatai godendomi il calore del sole sulla pelle del mio viso, mentre tenevo gli occhi chiusi.
«Sì, ma fa troppo caldo!»
Sentii quella voce... aprii di scatto gli occhi e mi ritrovai sopra la mia testa la faccia del biondo di ieri sera, che mi guardava dall'alto.
Mi alzai a sedere e lo guardai male.
«Che ci fai qui?», ringhiai.
«Non pensavo che la spiaggia fosse di tua proprietà!», intervenì il moro spuntando dalla spalla del biondo.
Continuavo a guardarli male ed intanto sentivo lo sguardo di mia sorella puntato su di me.
Dietro ai due ragazzi, che sembravano modelli, spuntarono anche gli altri che erano in loro compagnia la sera precedente.
«Perfetto...», sputai acidamente.
«Hey, pensavo che dopo ieri sera ti stessimo simpatici!», disse il moro appoggiandosi con il braccio sulla spalla del biondo.
«Hai pensato male!»
«Aspetta un attimo...», intervenì Liz. «Quelli di ieri sera non erano ragazzini capricciosi?!», mi guardò confusa. Certe volte era talmente stupida che non la sopportavo.
«Hai mentito a tua sorella?!», trattenne le risate quello biondo.
«No!», protestai.
«Io penso proprio di sì! Forse ci voleva tutti per sè!», disse quello moro.
Alzai gli occhi al cielo, mentre mia sorella continuava a guardarmi male.
Me l'avrebbe fatta pagare, ne ero certa!
«Comunque», intervenì, infatti. Si alzò in piedi e si avvicinò ai cinque. «Io sono Lizzie e a quanto pare viviamo in bungalow accanto», sfoderò il suo miglior sorriso smagliante da "accalappiaggio maschi" e porse a tutti la mano, mentre gli altri si presentarono.
Quello biondo e che secondo me era il più bello di tutti si chiamava Travis, quello moro, che constatai fosse il suo migliore amico, era Cameron, poi c'erano Taylor, Jake e Charlie.
Taylor aveva gli occhi di un verde intenso e i capelli castani, Jake era biondo, alto ed anche lui aveva gli occhi verdi, mentre Charlie aveva capelli ricci e castani come gli occhi. Erano tutti belli, ma il più bello era Travis con quello sguardo intenso che mi incantava ogni volta che lo guardavo.
Lizzie non mi presentò, lo faceva per ripicca, ed io non mi feci avanti; non avevo alcuna voglia di presentarmi per poi esser presa di mira da mia sorella.
Lo faceva tutte le volte per essere al centro dell'attenzione e si credeva pure simpatica, beh non lo era! Affatto!
Mentre quei sei stavano chiacchierando mi sentii di troppo; non mi sentivo il terzo incomodo, bensì il settimo! Perciò ripiegai il mio asciugamano e lo misi dentro la borsa, ma prima di andarmene mi fermarono.
«Hey, dove vai?», mi fece Cameron.
«Non lo so», risposi. Non avevo voglia di andare al bungalow.
«Eddai, resta con noi!», mi pregò Jake.
Sfoderai un sorriso tirato, mentre mia sorella mi guardò leggermente irritata. «Okay».
Tutti insieme raggiungemmo un tavolino circolare di legno dipinto di bianco, circondato da sette sedie, anch'esse dipinte di bianco. Ci mettemmo a sedere.
«Non ci hai detto come ti chiami», mi fece Travis.
Arrosii al pensiero che gli interessasse come mi chiamo.
«Evelyn, ma tutti mi chiamano Evy».
«Perche Evy?», mi fece.
Alzai le spalle. «Non lo so».
Non riuscivo a sostenere quegli occhi così intensi.
«Mi piace il tuo nome, non lo accorcerò», protestò facendomi spuntare un sorriso.
Non avevo mai capito come mai tutti mi chiamassero Eve, forse semplicemente il mio nome era troppo lungo.
«Ragazzi, cosa fate stasera?», chiede Liz.
Eccola, lo sapevo!
«Andiamo alla falò», ci informò Charlie. «Ci sarete?»
«Certo!», sfoderò il suo miglior sorriso.
Mi girai di scatto, come avremmo fatto se ce l'avevano proibito.
Era quasi l'ora di pranzo e mamma ci aveva mandato un messaggio per informarci dell'ora e di non tardare, così io e Liz ritornammo verso il bungalow.
Salutammo i "nostri amici" – più suoi che miei – e ce ne andammo, ma prima di andarmene Travis mi disse: «Ci vediamo stasera», e mi fece l'occhiolino.
Durante tutto il tragitto Liz non fece altro che dirmi quanto fosse bello Travis e per tutto il tempo rimasi zitta.
«Liz, come faremo stasera ad andare al falò?», le domandai preoccupata.
«Non ti preoccupare, ci andremo».
«Ma ce l'hanno proibito!»
«Evy, ti fidi di me?», alzò la voce.
«Sì...», risposi un po' incerta.
«Allora non preoccuparti, noi ci andremo ed io farò in modo di uscire con Travis», sorrise soddisfatta di quello che disse.
Sorrisi falsamente, perchè non mi interessava niente di lui!
Ma lei si accorse del mio sorrisetto falso e mi guardò male.
«Ti piace Travis?»
Sgranai gli occhi. «Per carità! È un pallone gonfiato, c'è di meglio!»
«Stai scherzando, spero».
«No».
«Te stai male», mi fece salendo le scalette del portico per poi entrare dentro lasciandomi sola.
Starò anche male ma io non mi innamoro del primo che capita solo per ripicca.
Alzai gli occhi al cielo sospirando, poi mi misi a sedere sulla panca di legno del portico, con la testa appoggiata nella mano.
A rovinarmi le vacanze ci si metteva pure lei, che palle.
Sospirai un'altra volta.
«Hey, cosa hai?», sentii una voce, alzai la testa e lo vidi lì davanti a me appoggiato alla ringhiera di legno.
«Niente», scossi la testa.
«Io non direi proprio», mi fece salendo le scale ed avvicinandosi a me. «Dai, dimmi la verità», si sedette al mio fianco.
Se mi avesse visto Liz me l'avrebbe fatta pagare amaramente, come se glielo rubassi poi.
«Sto bene, santo cielo!», conclusi.
«Okay... ci vieni alla festa stasera, vero?»
Annuii guardando avanti a me.
«E... ci viene anche tua sorella?»
«Si!», risposi stizzita per poi alzarmi ed entrare dentro casa.
Ero stufa, ero sempre la seconda scelta.
Sempre.
Travis non mi piaceva e non mi sarebbe mai piaciuto, odiavo solamente il fatto che mia sorella ci provasse con tutti.

All I WantOnde histórias criam vida. Descubra agora