Capitolo Tre (prima parte)

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Eren non sapeva cosa pensare.

Erano tutti a bordo del SUV che a quanto pareva apparteneva ad Erwin, come l'altra lussuosa auto che aveva lasciato nel parcheggio del centro commerciale, quasi come se non gliene importasse.
"Forse è vero" Pensò il ragazzo, "Forse non gliene importa veramente nulla. In fondo, ha avuto un'eternità per arricchirsi".

Quella storia però faticava ancora ad andargli giù: Non vi erano dubbi che quei tre fossero dei vamipri, nessun effetto speciale, ma Eren ancora non capiva cosa c'entrasse lui. Era un ragazzo come tanti altri, frequentava l'ultimo anno di superiori e dopo sarebbe voluto andare al college, trovare un lavoro stabile e vivere felicemente. Mai gli era passato per la testa di poter incappare in individui del genere.

Tutta quella situazione era molto strana e difficile da accettare, ma Eren ci stava lavorando su. Il problema maggiore era non andare in panico pensando di trovarsi nella stessa auto di tre succhiasangue e di una specie di strega pazzoide, ma il ragazzo avrebbe cercato di sistemare anche quell'aspetto.

Lui si trovava sul sedile posteriore, accanto al finestrino sinistro, e al centro vi era Hanji, Mike dall'altro lato. Erwin era al volante, che procedeva tranquillamente lungo le vie buie e ancora bagnate di pioggia, mentre Levi era sul sedile del passeggero.

Hanji stava blaterando qualcosa che Eren evidentemente non conosceva, perché non stava capendo nulla, così il ragazzo decise di analizzare meglio la nuova arrivata.

Quando lui aveva seguito Levi ed Erwin dietro il SUV, aveva visto la ragazza seduta a terra al centro di una specie di pentagono per le evocazioni dipinto con gessetti bianchi e azzurri sull'asfalto del parcheggio. La cosa che lo aveva sconvolto di più erano stati però gli occhi spiritati, completamente bianchi e luminescenti.

Hanji aveva le braccia allargate e mormorava qualcosa sottovoce, quando Levi l'aveva chiamata di nuovo e la ragazza si era risvegliata dallo stato di trance in cui si trovava. Gli occhi le erano tornati normali, di un caldo color cioccolato, e aveva sorriso, come una bambina davanti a un sacchetto di caramelle.

Aveva iniziato da subito a riempire Eren di domande, ma Levi l'aveva fatta smettere in un secondo, dicendo semplicemente che erano in ritardo. Per cosa, Eren non ne aveva idea.

Ciò che aveva capito, era che l'assurda tempesta che aveva mandato in tilt tutte le apparecchiature elettroniche della città era stata originata da quella ragazza che, a guardarla senza occhi fluorescenti, sembrava una persona normalissima, quasi banale, se non fosse per l'abbigliamento.

Aveva capelli castani, portati legati in una coda un po' scompigliata, carnagione leggermente abbronzata, naso all'ingiù, occhi scuri e un paio di occhiali che però erano legati con una sorta di elastico che li teneva incollati alla testa.

I vestiti, invece, erano tutta un'altra storia: Una felpa viola extra large, guanti neri bucati all'altezza delle dita, una serie di collane di quello che sembrava essere corallo, stivaletti neri che arrivavano a malapena al polpaccio, un paio di pantaloncini di jeans e delle lunghe calze bianche a strisce nere, come quelle dei costumi di Halloween. Insomma, un abbigliamento perfetto per una giornata di novembre come quella.

Il modo di vestire della ragazza era decisamente infantile, ma Eren le avrebbe dato comunque al massimo ventisei anni di età. Non aveva idea di come invecchiassero gli stregoni, o se invecchiassero, ma l'età approssimativa era quella.

Erwin e Mike, i due bestioni biondi, dimostravano circa una quarantina d'anni, mentre Levi sembrava un quindicenne, il che, essendo comunque un vampiro, poteva del tutto essere possibile, anche se si sarebbe trattato di un quindicenne degli anni trenta, probabilmente figlio di qualche mafioso, almeno dall'aspetto. Caratterialmente era scorbutico, e sembrava non farsi problemi a dire quello che pensava, ma infondo non era malaccio, almeno aveva provato a tirargli su il morale.

WolfedWhere stories live. Discover now