Capitolo 43*

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Saha si stava torcendo nervosamente le mani mentre guardava Andrea ispezionare lentamente la sua libreria senza curarsi minimamente di lei.

Non si sentiva a suo agio, ma almeno gran parte della paura era scemata per lasciare posto a una strana delusione. Questa avventura non era per niente come se l'era immaginata: nel giro di poche ore era quasi morta e le avevano puntato una lama al collo e l'unica cosa che era riuscita a fare lei era stata piangere e tremare di paura. Non era forte neanche un decimo di quanto lo erano tutti gli altri e si era dimostrata più un impiccio che altro, senza contare che poteva essere davvero colpa sua se in paradiso era andato tutto a rotoli e adesso era tornata ad essere invisibile proprio come a casa. Si ritrovò a pensare di non essere altro che una semplice comparsa nell'avventura di qualcun'altro, probabilmente non sarebbe mai stata nulla di più.

Mentre rifletteva malinconicamente su queste cose non perdeva d'occhio Andrea neanche per un istante.

Questa se ne accorse e si girò verso di lei -Beh, che hai da guardare?- non l'avrebbe mai ammesso, ma in quel momento era felice di non essere sola in casa a contemplare tutte le cose che avrebbe dovuto lasciare forse per una settimana, forse per un mese, forse per sempre.

-N...niente- balbettò Saha distogliendo subito lo sguardo.

Andrea la vide torturarsi le dita sottili e si sentì un po' in colpa per averla trattata così male. In fondo, quella ragazza aveva rischiato tutto per unirsi alla cieca al loro folle piano e, ad essere onesti, non aveva sospettato neanche per un attimo che quella ragazzetta spaurita li avesse traditi, ma il dolore per le ferite e la rabbia per aver perso Michele erano riusciti a sopraffarla in un attimo. Chissà cosa sarebbe successo se non ci fosse stato Lucifero a fermarla. Guardandola Andrea si rese conto solo in quel momento di averle rovinato per sempre la vita, il minimo che poteva fare era cercare di essere un po' più gentile con lei -Senti, mi dispiace per averti... spaventata ieri-

Saha la guardò stupita, si aspettava un qualche commento brusco -Non...non fa niente- si spostò nervosamente da un piede all'altro -è... comprensibile, credo- Rimasero in silenzio a guardarsi per un po', entrambe a disagio. Saha, non riuscendo a reggere più lo sguardo di Andrea, cominciò giocherellare con un angolo della tunica e a guardarsi intorno.

-Hey, prima dicevo sul serio- Andrea richiamò l'attenzione della ragazza, allarmandola. A cosa si riferiva? -Ti servono decisamente dei vestiti più... moderni- cercò di non ghignare nel vedere quell'attimo di panico negli occhi di Saha, trasformando la curva delle labbra nel sorriso più rassicurante che riuscì a trovare. Le fece un cenno e, senza aspettare una risposta, si infilò in camera sua lasciando la porta aperta.

Il giovane angelo rimase un attimo immobile, titubante, e l'occhio le cadde per sbaglio sui resti inceneriti del tavolo... Strinse i pugni, doveva smetterla di essere così insicura, i veri eroi non lo erano mai. Era lì, sulla Terra, e stava prendendo parte ad un'avventura come aveva sempre sognato, ormai non poteva tornare più indietro quindi non aveva senso continuare a tremare, no? Si affrettò a raggiungere Andrea, prima che quella scintilla di coraggio che era riuscita ad accendere si potesse spegnere

~

Tornati da Andrea, Sam aprì la porta con la sua copia delle chiavi che la ragazza gli aveva riportato quella stessa mattina. Appena entrati, i due ragazzi trovarono Saha appollaiata sul divano con dei jeans, una felpa decisamente troppo larga per lei e il naso affondato in un grosso libro.

-Dov'è Andy?- le chiese Lucifero guardandosi attorno, a causa del suo stesso incantesimo di occultamento non riusciva a percepire bene le energie all'interno della casa. Un brivido di panico attraversò i due ragazzi all'istante.

Giustizia DivinaWhere stories live. Discover now