17. IL DESTINO MI HA FATTO UN REGALO

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Stavo sdraiato sul letto, solo in mutande. La stanza era pocoilluminata e la mia finestra era aperta.

La luna di quella notte illuminava la sua sagoma perfetta.Non posso trattenermi e alzarmi, andando con una certa disperazione verso dilui. I nostri corpi erano insieme. In quel momento erano solo io e lui, senzaalcuna modestia, nessuna domanda, nessuna giustificazione. Ci hanno dato soloun posto per il piacere. Le sue mani erano forti attorno alla mia vita, facendosì che il mio corpo si unisse maggiormente a lui. Sento la mia eccitazione comela sua. Le sue mani lentamente ma sicuramente risalgono la mia schiena mentrele mie braccia sono intorno al suo collo. Mi ha risucchiato la parte posterioredel mio orecchio, rompendo ogni resistenza che ancora sopravviveva in me (se cen'era). I miei desideri non mi appartenevano più, ma anche il mio corpo, chec'era questo momento non solo mio. La sua eccitazione era così grande quando misono messo a letto, con il suo corpo sul mio. Con una mano tra i miei capelli el'altro sulla mia gamba, ha accuratamente rimosso l'ultimo indumento. Mentre lasua faccia si avvicinava alla mia e la sua bocca contro la mia, chiusi gliocchi e sentii quel bacio senza alcun ritegno. Il ritmo rallentò e le sue labbrasulle mie si allontanarono, portò con sé, in un morso, il labbro inferiore. Lasua faccia era illuminata dalla luce lunare riflessa nella finestra. La stavaguardando ancora nella penombra. Quando il suo volto si è completamenteavvicinato alla luce, ho potuto vedere chi apparteneva al mio corpo e al miocuore, mi sono arreso corpo e anima a (...)

- svegliatiii, Stiles! -Sono stato interrotto nei miei sognidalle urla di mia madre dall'altra parte della porta.

- Andiamo! - Ho risposto mezza addormentato. mi sono sedutoe ho cercato di sapere chi era l'altra persona nel mio sogno.

Arrenditi, perché sapevo che mio padre avrebbe insistito acausa del ritardo. Andai in bagno per occuparmi dei miei bisogni e fare unbagno, pregando che con l'acqua della doccia, andassi nel ricordo di questosogno, che mi eccitava così tanto.

Ho indossato la mia uniforme scolastica abbastanzavelocemente. Ho messo il mio zaino nero e All Star su un lato, contenente gliabiti che avrei indossato alla fine di quella mattina, una giacca, un cellularecarico, le cuffie e quindi ero pronto per affrontare un altro giorno di scuolae una colazione di famiglia Stillinski.

- Che succede, figliolo? Come va lo stage? La mamma hachiesto

-È molto interessante, mi sto divertendo. - Ho risposto,ricordando le serate con Jackson.

-Ricordo ancora quando avevo la tua età, ero occupato apreoccuparmi del perché tua madre fosse incinta. Devi ringraziare la vita chehai, piena di risate e benefici! - Ha detto l'ignorante di mio padre.

-Mi hai sentito lamentarsi di qualcosa?- Ho chiesto

- Fermiamo i ragazzi. Tutti i pasti sono sacri e lacolazione è la più importante.

Ho finito la mia colazione e, senza battere ciglio o senzaricevere indicazioni, ho camminato fino alla macchina di mio padre.

In pochissimi minuti aveva già iniziato.

-Come stai, Stiles?-

-alleluia, non ha confuso il mio nome oggi. - Ironizzai.

- Sono concentrato! - L'ha detto nel modo più possibile.

- Va bene.- Non potevo sopportarlo e sorrisi.

-La vita deve essere molto buona, vero? L'ho visto ridere unpaio di volte oggi.-

-Beh, le persone non sono costrette ad avere l'umoreorribile che hai.-

-Questo è un punto di vista.- Mi sono messo le cuffie,parlava troppo per una mattina.

#QUEL_RAGAZZO(racconto gay) [(Italian Translation)]Where stories live. Discover now