ATTRAVERSO UN PIANOFORTE, L'AMORE

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Jean stava male. Tremendamente male.
Da quando l'Ordine si era sciolto si sentiva strana, come incompleta.
Per fortuna si stava avvicinando il Natale che, sperava, avrebbe portato delle novità.
Per la sua gioia, e per la tristezza della figlia, uscivano quasi ogni pomeriggio a fare compere.
-Non possiamo mica rimandare l'acquisto dei regali all'ultimo momento!-
Di solito, dopo questa sua frase, Hermione sbuffava. Altre volte, invece, la guardava con un misto di eccitazione e terrore.
Jean lo sapeva: sua figlia sotto sotto adorava fare compere, ma era decisamente impaurita dai regali imbarazzanti che spesso lei le faceva.
Che poi "imbarazzanti" è una parola grossa! Insomma, quale sedicenne non vorrebbe dell'intimo commestibile come regalo di compleanno?
Certo, comprarglielo davanti ad Harry forse non era stata la mossa migliore, ma era un completo davvero delizioso! (E non solo perché era fatto di cioccolato!).
Il terrore di Hermione, quindi, era piuttosto comprensibile.
Fu in una piovosa giornata di metà Dicembre che raggiunse l'apice.

-Hermione, andiamo a prendere i regali, su!-
-Anche oggi, mamma? Mi annoia... non puoi andarci da sola?- implorò la ragazza, facendo anche la faccia da cucciolo.
-Eh no! Oggi compriamo quelli di Ginny, Harry, Fred e George! Non puoi mica mancare! Avrei già un paio di idee su cosa regalare ai gemelli, sono sicura che le troverai interessanti!- la informò facendole l'occhiolino.
Hermione deglutì.

"Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?!"
"Non sei ancora caduta fra le braccia del tuo Freddie bello!"
"Geltrude, ti prego, zitta!"
"Quante storie... Secondo me sarebbe il momento di usare quell'intimo commestibile che hai lasciato per tanto tempo chiuso in una scatola!"
"Pft"

-Almeno stasera posso andare a dormire da Ginny? Ti prego, ti prego, ti prego...- la implorò congiungendo le mani.
Jean ridacchiò.
-Va bene, ma non farti tentare da tutti quei ragazzi in pigiama che sicuramente gireranno per casa!-
-Ma figurati... mi ci vedi a sbavare dietro Ron?- cercò di sdrammatizzare la ragazza.
"Beh, dietro Ron no..."

Era stata una giornata stressante.
Molto stressante.
Non avevano fatto altro che litigare.
-Non possiamo regalare dei boxer ai gemelli e una canottiera a Harry! Sarebbe... strano!-
-Allora regaliamo dei boxer a tutti?-
-NO!-
Alla fine avevano comprato una collana d'oro bianco per Ginny con una H intrecciata ad una G come pendente, un orologio con il cinturino di pelle nera per Harry, una confezione di smalti di tutte le gradazioni del rosa per Tom (anche se non era previsto Jean non aveva potuto resistere) e una camicia gialla con tanto di cravatta arancione fluo per George.
L'unico a cui non avevano ancora preso niente era Fred.
-Mi occuperò io del suo regalo, mamma. So già cosa vorrebbe!-
Jean la guardò sorpresa.
-Va bene, cara... se pensi che sia meglio così!-

Hermione aveva finalmente preso il regalo per Fred, era tornata a casa, l'aveva incartato, aveva messo il suo pigiama preferito in un sacchetto di plastica, e si era precipitata alla Tana.
Bill la accolse con un sorriso, scortandola fino in camera di Ginny.
-Ciao Herm! Non vedevo l'ora che arrivassi! Non sai cosa ti devo raccontare...-
Si erano addormentate vestite, non appena la rossa ebbe finito di descrivere nei minimi dettagli tutto ciò che era successo con Harry.
Verso le 2:00 di notte Hermione si alzò accaldata, accorgendosi di non aver indossato il pigiama.
Infilò velocemente la canottiera nera e le coulottes grigie, si sistemò i capelli in una coda molto approssimativa e fece per tornare a dormire, quando sentì una dolce melodia provenire dal piano di sotto.
Scese incuriosita le scale, facendo attenzione a non fare il minimo rumore.
Ciò che vide la lasciò basita.
Uno dei gemelli Weasley stava suonando con maestria invidiabile il pianoforte nel salone.
Era così assorto che non si accorse nemmeno che lei si era avvicinata, finché la giovane non gli poggiò la mano sulla spalla.
-Cerchi di tenerlo nascosto, Weasley?-
Il rosso sussultò, girandosi di scatto verso di lei.
Hermione si chiese se fosse Fred o George, dato che i capelli spettinati e il buio non le consentivano di vedere se avesse il neo o no.
-Certo che no, madame, aspettavo solo di mostrare questo mio talento alla ragazza giusta- le fece l'occhiolino lui.
-Sei Fred o...-
-George- rispose il ragazzo sorridendole.
-Oh- fece lei, palesemente delusa.
Lui la guardò accigliato.
-Che c'è? Avresti preferito fossi Fred?-
Hermione arrossì visibilmente.
-N-no... cosa vai a pensare!- sbraitò furiosa.
"Si, invece. Avrei voluto con tutta l'anima che fosse Fred quello capace di trasmettere così tanto sentimento solo attraverso uno strumento musicale" dovette ammettere, almeno con sé stessa.
-Smettila di ringhiare, tigre! Sveglierai tutti!- disse ridacchiando, e facendola arrossire ancora di più.
-Io torno a letto- borbottò lei, contrariata.
-Perché non resti qua ad ascoltarmi ancora un po'?- chiese George, stranamente speranzoso.
Lei sorrise e annuì.
Passarono una ventina di minuti così: lui che suonava, e lei che lo guardava ammirata.
All'improvviso il rosso si fermò.
-Dì la verità, Herm. Avresti voluto che fossi Fred, vero?-
Hermione non sapeva cosa rispondere.
Si sarebbe potuta confidare con George? Chi le garantiva che non l'avrebbe detto a Fred?
Quegli occhi limpidi la convinsero che si, si poteva fidare.
-Si- sussurrò imbarazzata.
Teneva lo sguardo basso, ma sapeva benissimo che sul volto del ragazzo era comparso un sorriso.
-'Mione?- la chiamò, con un tono così dolce, coì diverso dal solito da lasciarla confusa.
Alzò la testa di scatto, sorpresa.
"George non mi chiama mai Mione... OH MAMMA!"
Aveva appena deciso di andare a prenotare un biglietto per il Polo Nord, quando le labbra del ragazzo si posarono sulle sue.
All'inizio fu un bacio dolce e delicato, poi più profondo e passionale.
Quell'odore inconfondibile di vaniglia e dopobarba le stuzzicava piacevolmente il naso.
Ancora una volta sentì il suo sapore di fragola e tabacco sulla lingua, e ancora una volta si disse che un giorno l'avrebbe convinto a smettere di fumare.
Si staccarono solo per prendere fiato.
-Dovresti proprio imparare a riconoscerci- le sussurrò lui, complice.
Hermione ridacchiò, poi ripresero da dove si erano interrotti.
Nell'ombra, qualcuno spiava i due.

Fremione: sempre e per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora