Capitolo 15 Parte 2

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Dopo quasi quattro ore di interminabile attesa, Jefferson, ricevette il suo agognato messaggio. La sorella lo informava che era andato tutto bene e che stava tornando a casa.

Jefferson tirò un sospiro di sollievo. Era curioso di sapere come fosse andata la sua serata, ma era terrorizzato all'idea che fosse andata così bene da poterla ripetere. Le rispose che l'aspettava sveglio, ma lei gli disse che poteva dormire e che avrebbero parlato il mattino seguente.

Jefferson deluso decise di buttarsi sul letto e non riuscì a prendere sonno. Nel silenzio del suo appartamento e nel silenzio generale del condominio la sentì rientrare e solo in quel momento riuscì a dormire.

Il mattino seguente decise di aspettarla in macchina. Era agitato. Non gli era mai successo prima d'ora. Voleva sapere ogni singolo dettaglio e allo stesso tempo non voleva. Era combattuto, ma quando la vide arrivare con un leggero sorriso sulle labbra si dimenticò del suo stato di agitazione.

Entrò in auto e gli diede un bacio sulla guancia. Eleanor sapeva benissimo che suo fratello era in attesa. Lo poteva leggere dai suoi occhi e dal modo in cui era seduto. Cercava di fingere di essere calmo, ma Eleanor, che lo conosceva come le sue tasche, si accorse del suo nervosismo.

Voleva raccontargli tutto. Ogni singolo dettaglio come aveva sempre fatto sin da bambina, ma allo stesso tempo sapeva di dover tralasciare delle parti. Iniziò a dirgli di come Benjamin si fosse agitato con il discorso su Anya, di quando poi le aveva sequestrato il telefono e di come aveva trattato Dustin McMillan. Continuò dicendogli di come avevano riso e scherzato per la restante parte della serata e si guardò bene dall'escludere i suoi sentimenti.

Non aveva il coraggio di dirgli che aveva capito che le piaceva. Non aveva il coraggio di raccontargli di come le farfalle nel suo stomaco si erano mosse passando dall'imbarazzo, all'agitazione, alla voglia di scappare e alla voglia di restare tutta la notte lì a chiacchierare.

Jefferson guidò sino al Bureau ascoltando in silenzio. Immagazzinò ogni dettaglio e ogni sfumatura della sua voce. Sapeva che la sorella non avrebbe lasciato trapelare il suo stato d'animo, ma oltre a sapere cosa avevano fatto a Jefferson interessava sapere come lei si era sentita.

«Hai passato davvero una bella serata.» Commentò lui parcheggiando. Aveva il cuore a mille e non sapeva come chiedere quello che voleva sapere. E doveva farlo subito perché lei sarebbe scesa dall'auto e sarebbe stata risucchiata dalle sue amiche. «In tutto questo come sei stata?» Guardava il muro davanti a sé. Non aveva il coraggio di guardarla. Non erano ancora scesi dalla macchina. Eleanor aveva appena posato la mano sulla maniglia quando si era immobilizzata a quelle parole. Lei si voltò dalla sua parte e il cuore iniziò a martellarle nel petto. La bocca si seccò improvvisamente.

Si sentiva a disagio a dovergli confessare qualcosa che aveva paura a dire ad alta voce. Farlo avrebbe significato ammettere a se stessa quanto Benjamin le piacesse. Non si sentiva pronta. Durante la notte non aveva dormito molto. Aveva continuato a ripetersi che la sua era solo un'infatuazione del momento e che sarebbe passata.

«All'inizio mi sentivo un po' a disagio e me ne volevo tornare a casa da te, ma dopo è andato tutto bene. E sono stata bene tutta la sera. Non avevo più voglia di scappare via. Non chiedermi altro perché non saprei come risponderti. Io non so ancora cosa provo di preciso.» Disse quelle parole guardandolo preoccupata. Lui finalmente si girò dalla sua parte ed incollò i suoi occhi a quelli di lei.

«Ci sarà una seconda uscita?» Lo chiese con voce ferma ed apprensiva.

«Mi farebbe piacere se me lo chiedesse.» Ammise con un leggero sorriso sulle labbra. Non voleva far preoccupare suo fratello. Non aveva mai avuto segreti con lui e non voleva incominciare proprio adesso.

«Va bene.» Uscì con un sospiro. «Se vuoi una seconda uscita vuol dire che sei stata meglio con lui che con tutti i ragazzi precedenti.»

Lei annuì senza aggiungere altro. Si avvicinò e gli diede un bacio a stampo sulle labbra come aveva sempre fatto quando voleva rassicurarlo. Gli prese il viso tra le mani e si guardarono negli occhi per un tempo che sembrò infinito. I loro sguardi parlarono per loro come era sempre successo.

«Sono contento per te. E da quello che mi hai raccontato, questo Benjamin, non sembra essere poi tanto male.»

Eleanor scoppiò a ridere e si allontanò. «Stai attento fratellino, l'ho visto prima io di te. Quindi non azzardarti a provarci con lui.»

«O certo. Perché effettivamente corri il rischio che io voglia passare del tempo con lui.» Ironizzò Jefferson tornato improvvisamente di buon umore. Le diede un pugno sul bracco. «Esci dalla mia macchina e vai a lavorare, stupida!»

Bureau SocietyWhere stories live. Discover now