Paura

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Celeste. P. O. V.
Esco dalla scuola correndo quando cado per terra intrecciando le mie gambe e con questi tacchi la caduta non è stata una delle migliori.
Mi provo ad alzare ma non ci riesco. Mi fa male la caviglia, sento un dolore in menso e non c'è nessuno in giro che mi possa aiutare.
Peggio di così non può andare.
Non dire così che alla fine va sempre più storto.
Non ci credo che anche in momenti come questi appari.
Ovviamente, io sono te.
È come dimenticarselo.
Appunto, uff...
Non sbuffare con me.
No stavo sbuffando con me che tecnicamente stavo sbuffando con te, no con me, va beh ci siamo capito, no?
Shh...ho già la caviglia gonfia e dolorante non ti ci mettere anche tu.
Okay

Non posso rimanere qui per terra. Riprovo ad alzarmi ma non ci riesco e dal dolore crollo a terra e poi buio.

Cam.P.O.V.
Sto al bancone a bere, bicchiere dopo bicchiere. Voglio dimenticarla ma i suoi occhi mi rimangono impressi. Due occhi verdi foresta pieni di lacrime che per orgoglio non scendevano.
Una fitta al petto, una strana sensazione mi attorciglia il cuore. L'istinto mi porta a correre fuori dalla scuola, non so dove sto andando, so solo che non mi devo fermare.

Giro per alcuni minuti quando da lontano vedi una figura esile stesa per meta tra il marciapiede e per metà sulla strana.
Corro verso quella figura e più mi avvicino e più la paura si inpossesa di me.
Ho paura che sia lei, Celeste.

Infatti lo è.

Irraggiungibile- SospesaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora