Capitolo 14

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Io spalancai la bocca. Allibita.
Non mi sembrava vero, non potevano essere veramente lì, così mi diedi un pizzicotto sul braccio, per svegliarmi da quel sonno bizzarro.
Ma quando mi accorsi che dopo vari pizzicotti erano sempre lì, realizzai che era la realtà, e specialmente quando in coro mi dissero:
<Hi Emzi!>, io lì non resistetti e scoppiai a piangere.
Non riuscivo a fermarmi, ad ogni frase che dicevano piangevo sempre di più, e alla frase:
<Ci manchi molto>, collassai in ginocchio sul pavimento dello studio, con le mani in faccia.

In quel momento sentii due mani prendermi per i bracci, era Biondo.
Lo guardai, accennandogli un sorriso, per quanto mi era possibile fare in quella situazione.
Mi spostò il microfono, e spostò anche il suo, così da non far sentire cosa mi stava per dire al pubblico:
<Dai Emzi, sei forte, lo so che ti mancano, ma devo avere coraggio e parlargli. Pensa che non saprai quando avrai occasione di rivederli e di risentirli, approfittane. Forza, dammi le mani>, mi incitò alzandomi in piedi.

Diamine, come faceva a convincermi sempre? E come faceva a sapere che in quel momento avevo bisogno di lui? Sembrava mi leggesse nella mente.
Se ne stava per andare a posto, ma io gli presi la mano e lo avvicinai a me. Non mi sentivo ancora del tutto stabile sulle mie gambe e avevo bisogno di qualcuno che mi sostenesse e mi desse forza.
Mi asciugai le lacrime che continuavano a scendere con la manica della maglia bianca e poi finalmente riuscii a salutarli.
<Ciao a tutti! C-come state? C-com'è andato l'esame K-Kurt?>, chiesi a Kurt, tra i singhiozzi, dato che aveva sostenuto l'esame per entrare in un'università di arti.

<Emzii, ci manchi tanto. E anche a Pearl. L'esame è andato molto bene, mi hanno preso>, prese la parola lui.
Ero molto fiera di lui, lo sono sempre stata e sempre lo sarò. Dava molte soddisfazioni a me e ai miei genitori, dato che era molto intelligente ed eccelleva in tutto.
Mentre stavo parlando con i miei genitori, vidi qualcosa spuntare dal l'angolo del televisore e riconobbi quella figura: era Pearl.

Appena la portò davanti al televisore cominciai a saltellare come una bambina, mi voltai verso Biondo e gli sorrisi. Sorriso che lui ricambiò, asciugandomi con il pollice una lacrima che era rimasta sulla mia guancia.
<Emma, dovremmo chiudere il collegamento, hai altro da dire ai tuoi parenti?>, chiese Maria.

Non volevo che sparissero di nuovo per chissà quanto tempo, ma ciò che mi stava chiedendo era più che lecito, così feci gli ultimi saluti.
<Mi mancate tantissimo, spero mi veniate a trovare presto. Vi voglio bene all'infinito>, gli dissi, sentendo già le lacrime che minacciavano di uscire.

<Emzi, mi raccomando, continua così, sei perfetta, bravissima. Ti vogliamo bene anche noi. Ciao Emma!> mi salutarono.
Io li salutai con la mano per meno di un secondo prima che chiudessero i loro volti nella televisione e vidi solo nero, seguito da un applauso del pubblico in sottofondo.
<Grazie mille Maria, è stato un regalo stupendo>, la ringraziai voltandomi verso di lei e mettendomi le mani sul petto, in segno di gratitudine.

<Figurati Emma, nessun problema>, mi rispose dolcemente Maria.

Subito dopo chiuse la puntata e diede la buonanotte al pubblico, per poi essere accompagnata dai saluti del pubblico e dei protagonisti della puntata, ovvero noi ragazzi.
Andammo nei rispettivi backstage per raccogliere le nostre cose e ci recammo all'uscita.

Le nostre squadre uscirono insieme, così potei finalmente parlare con Biondo.
Appena lo intravidi, mi separai dalla mia squadra saltandogli sulle spalle.
Lui sembrava preparato a tutto ciò, perché non barcollò nemmeno un secondo e mi prese subito per le gambe, per farmi stare su.
Gli misi le mani sul collo e gli lasciai qualche bacio umido sul collo, prima di scendere.

Tolsi le mie mani dal suo collo, e lo presi a braccetto, dato che aveva la mano in tasca.
In un secondo, non so come e non chiedetemelo, mi ritrovai tra le sue braccia, come quando un bambino si addormenta sul letto dei genitori e questi ultimi, a peso morto, devono portarlo nel suo letto.
Ma mi sentivo tutt'altro che presa peso morto, anzi, mi sentivo comodissima, come se fossi in un divano.
Gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra e subito dopo mi disse:
<Ti è piaciuta la sorpresa che ti ho fatto?>, con un ghigno soddisfatto sul viso.

Cosa?

Ci uniscono quattro muraWhere stories live. Discover now