Capitolo 47

257 20 2
                                    

Mi mancò il fiato.
Come poteva dire una cosa del genere, è sempre stata un icona per me, da seguire e ammirare, mi ha sempre seguita e incoraggiata a proseguire per la mia strada.
Mi venne da piangere, dopotutto non potevo fare altro.

Dopo aver sentito quelle parole, sbattei le mani sul divano, arrabbiata per ciò che avevo sentito e andai a chiudermi in bagno, isolata da tutti quanti.

Mi sfogai per bene, e nel mentre mi feci anche una doccia per togliere la tristezza, ma anche un po' la stanchezza. Dopodiché mi sigillai in camera da letto, da sola, avevo bisogno di comporre. Avevo mille frasi in testa, e dopo averle buttate giù alla rinfusa sul foglio, le lessi con calma e venne fuori un testo: "Moments".
Lo intitolai così perché racchiudeva vari momenti della mia vita fino ad oggi. Ci sono ricordi della mia città, del mio primo amore e specialmente della mia esperienza qui a Roma. Sarebbe una canzone da scrivere nel tempo, così da raccontare per bene tutti i momenti belli e brutti della mia vita, ma in quel momento mi sentivo ispirata, quindi meglio cogliere al volo questa occasione.

Il giorno seguente, avevo lezione come al solito con la Turci. Mi passò per la mente di non andarci. Ciò che aveva detto, era veramente, per quanto mi riguarda, un po' cattivo ecco.
Io rispetto molto la Turci, è un simbolo, un punto fisso per me, è la mia fonte di ispirazione e sempre lo sarà, ma questo non doveva dirlo.
Ma ci andai lo stesso, purtroppo.
Quando entrai in classe al suo saluto, le risposi un po' svogliata, scazzata. Cosa che lei notò ma non disse nulla.
Cominciammo a studiare i brani che mi erano stati assegnati, che erano di media difficoltà diciamo. Non avevo proprio voglia di impegnarmi, ero non arrabbiata, ma seccata più che altro. E al millesimo errore che feci, lei si scocciò e si decise a parlarmi.
<Che succede oggi Emma? Mi rispondi male, non ti impegni, non mi ascolti, e sbagli ogni due per tre>, mi rimproverò lei.

Io per un momento stetti zitta, ma pensai che fosse peggio tenersi tutto dentro, quindi glielo dissi.
<Il motivo è ciò che lei ha detto riguardo la mia esibizione di sabato. Io pensavo di essere andata alla grande, dopotutto i brani li ho studiati insieme a lei, e mi ha sempre detto che le piacevo tantissimo>, sbottai.

Lei sbuffò e alzò gli occhi al cielo, per poi ribattere.
<Emma sai, non puoi prendertela così. Semplicemente ti ho vista un po' deconcentrata e non mi hai trasmesso molto. Non pensare però che per questo non ti abbia dato il si, perché ti sbagli>, confessò lei, avvicinandosi a me, mettendomi le mani sulle spalle.

A quelle parole mi rasserenai.
Andammo avanti con la lezione con lo stesso mood di sempre, ovvero leggero e tranquillo.
Dopodiché, al termine dell'ora, presi le mie cose, salutai la professoressa e la vocal coach che mi aveva assistito e mi recai in sala relax, appunto per rilassarmi.
Mi sdraiai su quei divanetti rossi, che pochi mesi prima erano il posto più frequentato degli studi.
Mi distesi per bene, e mi sparai un po' di musica nelle orecchie. Avevo bisogno di stare un pochino in pace e da sola, mi mancava molto la mia famiglia, speravo vivamente che sarebbero venuti a trovarmi in una di queste puntate, specialmente mio fratello che amo tantissimo.

Purtroppo la mia pace non durò tantissimo. Infatti dopo una decina di canzoni, venne Sebastian a scuotermi, dato che mi stavo quasi addormentando:
<Ehi bell'addormentata, in piedi su, dobbiamo chiudere>, mi sussurrò con un sorriso stampato in faccia.
Io feci una smorfia:
<Ma proprio adesso? Si stava così bene>, sbuffai per poi alzarmi e mettermi seduta.

Il ballerino si sedette accanto a me e ci scambiammo due parole, dopodiché venne anche Andreas che ci rimproverò, in modo scherzoso, dicendoci di sbrigarci ad andarsene altrimenti saremmo rimasti lì per la notte.
Noi eseguimmo i suoi ordini, e senza neanche accorgermene ero già davanti al cancello della casetta. Aprii la porta con molta felicità perché adesso mi sentivo proprio bene, ma evidentemente non posso esserlo per più di dieci minuti.
C'era Valentina in lacrime seduta a terra.

Ma ci sarà un giorno in cui non succede qualcosa?!

Ci uniscono quattro muraWhere stories live. Discover now