Capitolo 1

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La prima volta che si sentì in dovere di proteggere qualcuno fu quando vide i due ballerini principali del gruppo esercitarsi in una delle prime loro coreografie. Entrambi in sostanza perfetti, se non fosse per il fatto che avessero un modo di ballare completamente differente: Hoseok, il più grande, era molto più sciolto, Yoongi certe volte rimaneva stupito dal suo corpo in movimento, sembrava non avere ossa; mentre Jimin...ah Jimin. Lui faceva parte dei tre più piccoli del gruppo, era sì il maggiore tra loro, ma dall'aspetto e dal comportamento iniziale sembrava tutto fuorché 'maggiore'. Aveva una sinuosità e una passione nel ballare che nessuno riusciva a non rimanerne incantato, era sensuale ed era anche difficile staccargli gli occhi di dosso. Ma a quanto pare lui non vedeva tutto ciò, era molto scoraggiato quando guardava Hoseok ballare al suo fianco e questo lo spingeva a chiudersi in se stesso: comprensibile visto che aveva 'confessato' fin da subito a tutto il gruppo di avere il ballo nelle vene e questo era da sempre stato tutta la sua vita. Non essere all'altezza di Hoseok avrebbe significato non valere nulla nel vocabolario di Jimin, perché lui aveva solo quello, aveva il ballo e nella sua testa c'era qualcuno che glielo stava portando via.
In un momento di pausa dalle prove, i sette ragazzi si trovavano (chi distesi e chi seduti) sul pavimento della loro ancora piccola sala da ballo. Yoongi era al fianco di Jungkook: il primo si trovava molto bene in sua compagnia, riuscivano a instaurare una bolla di tranquillità stando semplicemente zitti ognuno perduto nei propri pensieri. Fu solo una piccola figura seduta in un angolo a destarlo dal viaggio mentale che stava facendo: Jimin era con la schiena appoggiata al muro, il cappello davanti al viso e fiato pesante (Yoongi poté notarlo dal veloce movimento del suo petto).

"Sei stato bravo Jimin, davvero"

Hoseok in quel momento cercò di avvicinarlo, ma fu subito liquidato dal sospiro fin troppo sonoro del moro abbandonato contro il muro. Il più grande sospirò a sua volta e si sedette al fianco di Jungkook e Taehyung, il quale gli sussurrò che gli sarebbe passata.
Yoongi era irritato da quella situazione, era più da una settimana che Hoseok veniva schernito dal più piccolo che in realtà ce l'aveva solo con se stesso e ormai la tensione tra loro era diventata insostenibile per tutti, quindi Yoongi aprì bocca, facendola così spalancare a tutti quanti

"Ballate in modo diverso. Non c'è alcun bisogno che ti torturi in questo modo. Hobi non è migliore di te, siete entrambi main dancer per un motivo, Namjoon e Tae non fanno altro che guardare te per seguire le coreografie. Hoseok è più sciolto, sì, e magari lui ha qualcosa che tu non hai, ma si può dire lo stesso di lui. La gente non riesce a staccare gli occhi da te quando balli, è sempre stato così e tu lo sai. Quindi smettila di piangerti addosso perché hai un modo di ballare unico e qui lo sappiamo bene tutti quanti, tranne te"

I cinque al fianco del ragazzo lo guardarono con occhi strabuzzati, per poi annuire con foga verso Jimin il quale non aveva poi un'espressione differente dal resto della ciurma.
Yoongi con nonchalance si alzò, prendendo le sue cose e sistemandosi il giubbotto

"Io torno a casa, ho bisogno di una dormita –si girò un attimo verso di Jimin, per poi tornare con lo sguardo soprattutto su Namjoon- non affaticatevi troppo"

In realtà quelle parole gli costarono, e anche molto, furono le prime che riuscirono a buttare giù il muro che c'era tra Yoongi e il resto del mondo –o meglio, tra Yoongi e le persone che questo decideva di non voler avvicinare più di tanto. Ovviamente, il piccolo ragazzo dalle guance paffute non ne faceva parte.
Jimin da quel momento sembrava molto più sicuro di sé, ovviamente non cambiò da un momento all'altro, ma durante le prove i ragazzi si poterono ben accorgere che questo si concentrava più di ballare le coreografie con le proprie movenze, piuttosto che seguire come una copia ogni movimento di Hoseok-Hyung. Il ragazzo stesso si era alleggerito, si era scusato con il più grande e poi con gli altri per aver potuto creare questa tensione, lasciando a Yoongi un accenno di sorriso.
Quello fu il primo momento in cui Yoongi ebbe una stretta allo stomaco.
Yoongi però sapeva che non poteva provare nulla per qualcuno: prima di tutto perché fondamentalmente nonostante sapesse di avere la tendenza riguardo lo stesso sesso, gli era impossibile capacitarsi del fatto che gli potesse piacere il ragazzo più piccolo; inoltre il ragazzo era del suo stesso gruppo, e Yoongi sapeva quanto tutto questo fosse più che sbagliato.
Quindi Yoongi decise di stargli lontano più che poteva, ovviamente senza intaccare la sintonia che tutti i membri del gruppo avevano. Semplicemente lo avrebbe guardato 'da lontano'.
Ma si sa che molte volte l'essere umano agisce d'istinto e Yoongi, da bravo essere umano masochista qual era, non riusciva affatto ad allontanare il ragazzo più piccolo che gli si avvicinava con le più pure intenzioni.
Come quel giorno in cui il più grande, chiuso nel suo studio, fu distratto da una piccola testolina che sbucava da dietro la porta

"Posso?"

Accadde qualche settimana dopo l'evento in sala da ballo e Jimin non ebbe mai avuto il tempo, o forse il coraggio, per ringraziare il più grande delle sue parole. Yoongi  annuì in modo fintamente distratto e lo lasciò entrare: questo si buttò sul divano e si guardò un po' intorno

"Non avevo mai visto il tuo studio.."

Iniziò a parlare il più piccolo, alzandosi e avvicinandosi all'altro, il quale a stento tratteneva la concentrazione sul computer invece che sullo stupendo ragazzo che gli gironzolava intorno

"Mmh"

Mugugnò di rimando, cliccando i tasti del computer quasi a caso, ormai la concentrazione era andata a farsi un giretto a quel paese

"Senti...volevo ringraziarti per..sai, quando eravamo in palestra"

Fece una pausa e Yoongi aspettò che continuasse, ma questo non avvenne, quindi si girò ruotando la sedia e incrociò lo sguardo con quello del ragazzo, il quale non riuscì a reggerlo per molto

"Ho capito Jiminah, e stai tranquillo. Tutto ciò che ho detto è la pura verità"

Il più piccolo trattenne un sorriso e si torturò lo mani

"Bene, ti lascio fare quello che devi fare"

E qui Yoongi agì d'istinto, fermando il ragazzo

"Se vuoi –esitò un attimo- puoi rimanere qui"

Il più piccolo sorrise ampiamente e si buttò di nuovo sul divano, facendo un po' troppo rumore a causa del tessuto in pelle

"Però devi startene zitto e non fare rumore"

Jimin ridacchiò e annuì immobilizzandosi e rilassandosi guardando il più grande a lavoro.
Dopo circa un'ora in cui davvero il più piccolo non si sentì affatto, Yoongi si girò a guardarlo e si accorse che questo era beatamente addormentato.
Seconda volta in cui Yoongi agì, quasi, d'istinto: si alzò lentamente, per non far rumore, e lo coprì con una coperta che teneva sempre per sicurezza sullo schienale del divano. C'è da dire però che quando gli poggiò la coperta fino sopra le spalle riuscì a trattenersi dall'accarezzargli quei capelli così lisci e così scuri. Semplicemente lo guardò per qualche secondo, prima di lasciarlo riposare, chiudendosi la porta alle spalle.


Hi there, it's Overlock!
Come già detto nel prologo, ho subito pubblicato il primo capitolo di questa storia. Mi spiace se magari i capitoli saranno di diversa lunghezza ma l'ho scritta di getto senza aver precedentemente programmato di dividerla, poi, in capitoli.
Quindi ne troverete alcuni abbastanza 'fruttosi', altri un po' meno. Spero a voi non cambi nulla e riusciate ad apprezzarla lo stesso.
Come dico sempre, tengo molto ai vostri pensieri, opinioni e critiche, so fatemi sapere che ne pensate.
Love You All≈

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