Capitolo ventidue

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Ciao mamma, ti penso. Lo faccio spesso in questi giorni, perché avrei bisogno di te e spero tu riesca a sentirmi, perché il mondo in questo periodo mi va più stretto del solito, perché avrei bisogno di sapere da te cosa fare ora, perché io non so come si fa. Perché io non so mai come fare, perché non hai finito di insegnarmi le cose, perché non c'eri tu a consolarmi dopo che Andrea alle superiori mi ha lasciata. Non c'eri dopo il mio primo bacio, dopo la mia prima volta, non hai dovuto raccomandarti con me di non fare cavolate, non hai potuto dirmi "stai attenta che non voglio diventare nonna". Non potresti neanche volendo, diventare nonna. Non c'è più niente nella mia pancia. C'è l'utero, ma mica può funzionare da solo, senza ovaie e ovuli. Ma non m'importa, ho i bambini a scuola, non me ne servono di miei. Non saprei neanche come crescerli, visto che non ho più il tuo esempio, non saprei cosa dirgli. Le tue parole mi sembrano così lontane ora, i tuoi insegnamenti, come mi consolavi quando mi sbucciavo un ginocchio e come mi sgridavi quando mangiavo così tante caramelle . Quindi forse è stato giusto così. Accarezzo la foto di mia madre sul comodino. -A te piace Stefano?- Le domando ad alta voce, senza nemmeno sentirmi stupida. Ho bisogno di lei, ho bisogno di fare finta ogni tanto che lei possa ancora sentirmi. -A me piace tanto- Aggiungo. Mica mi risponde, però. Continua a sorridere alla fotocamera con quel suo viso da bambina, i capelli sciolti fino alle spalle e il mare dietro, che spunta dalle sue spalle. Mi alzo, ancora piuttosto stanca, vado in cucina e metto su un po' d'acqua in un pentolino, quasi dimenticandola lì, mentre cerco il numero di Chiara nella rubrica del cellulare, lo inserisco nei preferiti e poi chiamo, premendo il telefono contro l'orecchio. Ci salutiamo e poi lei, un po' affannata, mi chiede che succede.
-Niente, ieri sono andata da Stefano, alla fine- Le spiego e lei sospira, sento che si ferma, mi chiede di dirle di più.
-Dal tuo tono non mi sembra che le cose siano andate molto bene- Mi confida, mentre io cerco in un armadietto una bustina di tè.
-Non mi ha neanche voluta ascoltare- Le spiego, un po' malinconica, mentre controllo ogni tazza che ho in casa, scegliendo quella più adatta al mio umore. Sono tutte di un colore diverso, tutti molto sgargianti. Me le ha regalate papà e dicevano che servivano a dare un tocco di colore a questa casa che gli è sempre apparsa un mortorio. Io non le uso quasi mai, ma oggi, prendo quella rosa e ci metto dentro l'infusore del tè. -Sono andata al locale e non mi ha voluto parlare, sono andata a casa sua e per poco non mi vedeva Santiago, ma non mi ha voluto ugualmente ascoltare!- Esclamo, ancora un po' offesa dal suo atteggiamento.
-Sei andata a casa sua?!- Chiede un po' sconvolta. Io confermo e lei sospira. -Non lo so Emma, magari l'abbiamo sopravvalutato, non lo so. Lascialo perdere- Azzarda e io mi mordo un labbro, cercando di immaginare se la cosa possa essere fattibile.
-Non lo so- Ammetto. -Non voglio lasciarlo perdere-
-Emma, ma tu l'hai lasciato!- Esclama lei, piuttosto confusa. -Insomma, non puoi lasciarlo e poi volerlo indietro, capisco che lui sia confuso, lo stai trattando come un giocattolo- Sbotta, facendomi scontrare per la prima volta con la realtà e io rimango come immobile, a fissare l'antina del mobile della cuicina aperto, come se dentro ci fosse un'enorme verità che al momento mi sfugge. -Emma, non voglio essere cattiva, ma non puoi nemmeno comportarti così con lui. Ti piace, no?- Domanda, io mugugno un sì, senza il coraggio di marcarlo di più. -Non puoi vivere nella paura, lo capisci, vero?- Mi chiede. -Buttati e basta! Andrà come deve andare!- Mi incita e io verso l'acqua ormai bollente nella tazza.
-Chiara io non lo so, e se ora lui non volesse mai più ascoltarmi? Se non gliene fregasse più? Io non volevo che mi odiasse, volevo che capisse che la mia vita è un casino e cerco solo di proteggerlo- Spiego, piuttosto scossa.
-Ma lui non sa che la tua vita è un casino! Emma, se lui avesse trattato te come tu hai fatto con lui come ti saresti sentita?- Mi domanda, quasi arrabbiata con me.
-Non lo so- Le dico. -Male, probabilmente-
-Ecco-
-Che cosa devo fare ora?- Le chiedo, un po' giù di morale. Tolgo l'infusore dalla tazza e prendo lo zucchero dal mobile mettendone due cucchiai nell tè e girandoli velocemente. Chiara sospira pesantemente nel telefono, poi si blocca poco prima di dire qualcosa.
-Emma io non lo so- Ammette. -Io aspetterei, ora. Secondo me deve solo sbollire-
-Dici?- Le chiedo per essere rassicurata.
-Sì, però non illuderti troppo, okay? Ora devo andare che Rossella sta facendo impazzire mia madre, chiamami, okay?-
-Va bene...- Sussurro. -Grazie- Aggiungo, poi ci salutiamo e metto giù, sorseggiando lentamente il mio tè, che all'improvviso non mi va neanche più così tanto. Guardo il cellulare, notando qualche notifica su Facebook, allora entro e controllo, notando altri mi piace alla foto di Gaetano e un altro commento di una cugina che non vedo da una vita ormai. Scrollo un po' la home, e mi appare una foto di Stefano al locale, con Marcello e un'altra ragazza, che non è taggata. E' bionda, alta e ha su un vestito cortissimo, Stefano le stringe la vita. Nella descrizione ha scritto solo "il meglio del peggio". Metto mi piace e apro il suo profilo, scorrendo velocemente le sue immagini, come faccio fin troppo spesso nell'ultimo periodo. Andando davvero tanto indietro trovo una foto di lui e Belen, del matrimonio. Lui è tutto in tiro e lei è bellissima, accanto a lui. Sembrano anche innamorati. Nei commenti si scambiano tanto cuori, tante faccine innamorate. Chiudo i commenti quasi disgustata e scorro indietro le immagini, poi blocco il telefono. Dovrei smetterla, visto che lui non vuole nemmeno darmi l'opportunità di spiegargli che quando l'ho lasciato l'ho fatto per un'irrazionale paura che ora mi sembra anche fin troppo infantile. Il citofono mi distrae, passivamente vado a prendere la cornetta, sentendo la voce un po' troppo acuta di Ludovica.
-Te lo ricordi che abbiamo lezione, vero?- Mi chiede e io le dico di sì, ributto la cornetta al suo posto e schiaccio il pulsante per aprire il portone. Dopo pochi minuti Ludovica e in casa mia, con una borsa nera che penso sia nuova e un libro in mano.
-Potevi portare uno zaino, così eri più comoda- Le suggerisco e lei fa una smorfia strana.
-Avevo solo questa a portata di mano- Si giustifica, mentre io butto tutto il tè che non ho bevuto nel lavandino, lei si siede al tavolo un po' stretto del mio appartamento e tira fuori un libro di letteratura italiana, spiegazzandone un angolo compulsivamente.
-Cosa state facendo di italiano?- Le chiedo e lei sospira.
-Boh, mi pare Guinizzelli- Dice, sfogliando distrattamente il suo libro. -Sì, Guinizzelli- Conferma. -Mi ha interrogata e ho preso l'impreparato- Mi spiega poi, roteando gli occhi già scocciata.
-Non avevi studiato?- Le domando, cercando di essere carina e lei sbuffa.
-Vorrei vedere chi è che le studia queste cose- Risponde, sbuffa di nuovo. -Fanno cagare- Aggiunge e io abbasso lo sguardo non molto d'accordo lei. -Hai qualcosa in contrario?- Mi chiede, con un tono un po' di sfida e io sospiro.
-In realtà sì- Ammetto. -Sono delle belle cose. Anzi bellissime, devi solo leggerle perché vuoi e non perché sei costretta- Le spiego e lei rotea gli occhi.
-Tu ti sei bevuta il cervello come tutti gli insegnanti- Si lamenta, lascia aperto il libro su una poesia di Guinizzelli, "Al cor gentil rempaira sempre amore".
-Tu ascolti la musica, vero?- Le chiedo e lei annuisce un po' confusa. -E cosa pensi che siano le poesie?- Le domando. -Guarda- Dico, sbloccando velocemente il cellulare, cerco il testo di una canzone a caso e poso il telefono vicino alla pagina del suo libro. -Guinizzelli scrive canzoni. Che significa solo che mette un tot di strofe precise ed utilizza un determinato tipo di verso, ma altro non è che una canzone come quelle che sentiamo oggi, certo senza la musica sotto. Ma alla fine il concetto è quello- Lei mi guarda un po' stralunata, poi sposta lo sguardo repentinamente dal suo libro al mio cellulare.
-Figo- Dice. -E che vuol dire il titolo?- Mi chiede poi, improvvisamente incuriosita.
-Ai cuori nobili ritorna sempre indietro l'amore- Le rispondo.
-Guinizzelli era più o meno come Tiziano Ferro quindi- Ribatte lei e io la guardo un po' confusa. -Pensa che l'amore sia una questione di cause e conseguenze, insomma che sia una cosa razionale come lui. Tiziano Ferro pensa addirittura che sia semplice, l'amore...- Sussurra sempre di più, quasi vergognandosi delle sue parole, mentre io le sorrido. Non mi aspettavo un ragionamento così profondo da parte sua, invece è riuscita a modo suo a capire la mentalità di un autore così lontano da lei.

Ludovica ride insieme a me e io la guardo, sconvolta da questa intesa inaspettata tra noi due. -Senti...- Mi dice, poi, guardando lo schermo del suo cellulare. -Sono passate due ore e mezza, a mamma ho detto che stavo qui due ore- Mi spiega, mordendosi un labbro.
-Oh, certo, scusami- Le dico, spostando la ciotola ormai vuota in cui avevo messo un po' di patatine.
-Tranquilla, è stato stranamente divertente- Ammette e io le sorrido. Mi sono divertita anche io, e non me lo sarei mai aspettata. Sistema il libro e qualche foglio e l'accompagno alla porta, salutandola e ricordandole la prossima lezione. Chiudo la porta un po' scossa e raccatto il cellulare sul tavolo, notando un messaggio di Stefano. "Non ti sopporto". Sblocco il telefono e gli rispondo cercando di essere il meno acida possibile. "Mi spiace..." invio e dopo pochi secondi mi risponde. "Mi fai impazzire", sospiro e lui scrive ancora. "Avrei dovuto ascoltarti". Scuoto la testa un po' scocciata. "Io non ci capisco niente eh. Forse sei pazza, forse sono pazzo io. So solo che non sopporto di vederti piangere" spiega meglio e a me scappa un piccolo sorriso per il suo essere così dannatamente dolce con me, nonostante tutto. "Ci vediamo domani?" propongo con un messaggio veloce. "Va bene" risponde solo.

BUONASERA! Scusate sweeties ma non avevo per niente l'ispirazione e tutt'ora questo capitolo non mi piace. Spero che almeno a voi piaccia. Per il prossimo 30 mi piace e 30 commenti! Ricordate di seguirci sulla pagina Instagram @ehisweeties per rimanere sempre aggiornati!

Una favola a parteWhere stories live. Discover now