Capitolo ventitré

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Entro nel locale di Marcello, stranamente vuoto visto che sono ancora le sette e mezza e nessuno ci mette piede a quest'ora, a parte due tre persone, io e Stefano che non mi guarda, seduto su un divanetto. Oggi non lavora, è qui semplicemente per vedermi, per parlare. La musica è ancora bassa, se non quasi spenta, e c'è un solo barista, anche perché è lunedì. Marcello mi accoglie festoso, mi bacia le guance. -Ciao bella- Mi saluta, mi squadra dalla testa ai piedi e poi si gira verso Stefano e fischia, io mi imbarazzo un po', Stefano finalmente mi guarda, ma non sorride, raccatta un bicchiere ghiacciato dal tavolino di fronte a sé, rimanendo piuttosto impassibile.
-Beve già?- Gli chiedo, un po' spaventata. Ha accettato di vedermi, ma non ha detto che vuole tornare insieme, non ha detto che vuole darmi un'altra opportunità. Io non sono pronta a parlargli, ma lui è pronto ad ascoltarmi. Lui vuole sentirsi dire qualcosa e io non gli voglio dire niente, questo ci porterà solo ad un'ulteriore discussione.
-E' un Invisibile, l'hai mai assaggiato? E' una bomba- Mi spiega Marcello, mentre ci avviciniamo ai divanetti dove c'è Stefano. -Com'è?- Chiede Marcello e Stefano gli sorride.
-Ottimo come sempre- Risponde e Marcello gli dà una pacca sulla spalla. -Ma come fai a farlo così? A me non viene- Si lamenta come un cucciolo, io sorrido senza volerlo.
-Eeeh, trucco del mestiere- Ribatte lui, pavoneggiandosi un po', io rido e finalmente mi siedo sul divanetto di fronte a Stefano. -Lo vuoi assaggiare Em?- Mi chiede poi Marcello e io annuisco. -Vi porto anche un po' di olive e di patatine, offre la casa- Aggiunge.
-Ah, davvero?- Chiede Stefano, sgranando gli occhi, come non fosse una cosa abituale.
-No no, in realtà lo scalo dal tuo stipendio- Sentenzia il suo capo divertito, e io abbozzo un altro sorriso mentre loro scherzano.
-Tutto okay oggi a scuola?- Mi chiede e io annuisco. -Santiago era agitato per la verifica- Aggiunge e io mi mordo un labbro, cercando di programmarmi nella testa un discorso che in realtà non voglio affrontare. Non voglio che scappi, anche se mi fido di lui, stranamente. I suoi occhi scuri mi trasmettono una sensazione di calma e tranquillità che mai avevo percepito e, forse, è troppo. Forse è troppo statico per me, per la mia confusione, per tutto quello che mi porto dietro. Forse non lo reggerebbe e soprattutto non voglio che lui mi guardi in modo diverso. Anche se già lo fa, da quando l'ho lasciato senza un vero e proprio motivo. Il suo sguardo è distaccato, anche se rimane una punta inconsistente di preoccupazione sul suo volto.
-Ho visto che era agitato- Gli dico. -Ma era facile, non l'ho ancora guardata ma penso che non sia andata male- Aggiungo e lui abbassa un po' lo sguardo. -E' solo la prima verifica, era più un gioco che una vera questione di studio-
-Ecco a te bionda, un Invisibile appena fatto- Dice entusiasta Marcello, servendomi il drink in un bicchiere enorme, poi mette giù due ciotoline con qualcosa da sgranocchiare e ci lascia soli. Io assaggio un po' di questo cocktail, mentre Stefano mangia una patatina.
-Mi spiace di averti lasciato- Sbotto, dopo aver mandato giù un po' di alcol. -Non l'ho fatto perché ti volevo solo usare, anzi-
-Anzi, cosa?- Mi chiede e io sospiro, cercando nella mia testa una motivazione reale al mio comportamento, che però, al momento non riesco nemmeno io ad afferrare.
-Ho solo avuto paura- Ammetto e lui sbuffa, beve un po' del suo bicchiere quasi vuoto, senza guardarmi negli occhi. -La mia vita è un po' nel caos e rifletto sempre questa confusione nei miei rapporti con gli altri- Spiego, rimanendo molto sul vago, ma lui non sembra soddisfatto, anzi, non sembra nemmeno ascoltare. -Non ho avuto molti fidanzati- Aggiungo, per cercare di fargli capire che, oggettivamente, non so come comportarmi con lui. -Quindi mi spiace se non sono stata in grado di farti capire che per me non era solo sesso, che c'era qualcosa anche da parte mia. Che c'è ancora qualcosa da parte mia-
-Frena!- Urla, dopo aver terminato il suo drink. -Emma tu mi hai lasciato- Ripete, quasi a volerlo ricordare a se stesso. -Non capisco se sei scema o mi stai solo prendendo per il culo- Abbasso lo sguardo e lui sospira pesantemente, pianta il bicchiere sul tavolino, così forte da farmi chiudere gli occhi per il rumore che sovrasta quel poco di musica, osservo Marcello parlare con il barista dall'altro lato del locale e bevo un altro po' del mio drink per darmi quel coraggio che non credo troverò mai. -Non puoi lasciare una persona per cui provi ancora qualcosa. Non ha senso, lo capisci?- Spiega, scuotendo il mio silenzio e io lo guardo timidamente, girando la cannuccia del mio drink, per spostare il ghiaccio e farlo sbattere contro i bordi del bicchiere, quasi a volerlo riempire così il silenzio.
-La mia vita è un casino, Stefano- Dico solo, balbettando, lui alza gli occhi al cielo.
-Neanche la mia vita è una passeggiata- Commenta, un po' seccata.
-Fidati Ste, nessuno vorrebbe la mia vita- Ribatto piuttosto certa, cercando di scrutare ogni sua minima espressione non verbale.
-Non posso fidarmi di una persona che non vuole parlare con me- Spiega, più calmo di quanto mi aspettassi. Una lacrima mi scivola sulla guancia, cerco di concentrarmi e fermare tutte le altre, ma in un attimo lui mi guarda e il mio viso si riempie di lacrime pesanti, che arrivano fino al mio mento in attimo. -Emma, oh- Bisbiglia, un po' spaventato, si alza dal divanetto e supera il tavolino, sedendosi accanto a me, mi prende una mano e l'accarezza piano piano, io levo la mia velocemente, facendolo sospirare.
-Non ce la faccio a parlare- Ammetto. -Non voglio farti scappare. Non voglio che tu ti spaventa- Aggiungo, con la voce un po' rotta dal pianto. -Non voglio che tu mi guardi diversamente, non voglio la tua pietà e nemmeno la tua compassione- Lui sospira, riprende la mia mano e me la stringe. L'altra la posa sulla mia guancia e, accarezzandola piano piano tenta di asciugare le lacrime che continuano a bagnarmi la faccia.
-Ti sta colando tutto il trucco- Mi informa, mostrandomi la sua mano sporca di mascara sciolto. -Sembri un panda- Commenta con un sorriso e io tiro su con il naso, cercando invano di smettere di piangere. Non sono una che si piange addosso, non sono una emotiva. Invece qui, davanti al suo sorriso, non riesco a smettere di far scendere le lacrime, che sembrano sgorgare come da una fontana.
-Ste, io non lo so come mi devo comportare, so che non me la sento ancora di parlartene. So che non volevo lasciarti davvero, ero soltanto spaventata- Spiego, tra i singhiozzi e lui mi bacia dolcemente la fronte, io socchiudo gli occhi godendomi il contatto delle sue labbra con la mia pelle. -Forse sono pazza e hai ragione tu, ma ti prego non giudicarmi senza sapere la mia storia. Te la racconterò, devi solo avere pazienza, non è facile, non è per niente facile- Spiego, un po' titubante, riuscendo a calmare un po' il mio pianto disperato. Lui posa le mani sulle mie guance e mi stampa un bacio sulle labbra.
-Scusami se sono stato un po' freddo- Sussurra. -Mi fai uscire pazzo. Completamente. Non ci capisco niente di te e questo mi piace da morire- Aggiunge. -Sei la mia principessa-
Gli sorrido un po' imbarazzata e lui ricambia, stringendomi una mano, con l'altra prende dei tovagliolini e me li passa, per aiutarmi ad asciugare il viso.
-Ti prometto che troverò un modo per dirti tutto. Un po' per volta- Lui sospira e mi accarezza i capelli.
-Io ti aspetto. Ma tu non lasciarmi più, Emma. Perché io mi sono legato a te in un modo che non mi succedeva da tanto. Capisco che possa farti paura tutto questo, ma vivitelo. Viviamocelo, perché non sappiamo per quanto saremo ancora così fortunati- Bisbiglia un po' emozionato e io lo guardo confusa, cercando di capire meglio quello che sta cercando di dirmi. -Sono innamorato di te, Emma- Ammette e io strabuzzo gli occhi, incredula.
-Ste, non esagerare dai- Ribatto, passando un tovagliolino sulla faccia.
-Perché pensi ci sia rimasto così di merda? Provo qualcosa per te, Emma. Non so come spiegartelo, ma ho cercato di fare il freddo e il distaccato per fartela pagare, ma non ci sono riuscito per molto. Non so cosa passi e cos'hai passato per essere così spaventata anche solo a dirlo, ma non riesco a fartene una colpa. Più ti guardo, più sento nel petto che devo proteggerti- Lo guardo sotto shock e lui mi sorride un po' in imbarazzo, un po' come quando sgrido Santiago perché non segue la lezione e passa tutto il tempo a disegnare. Come un bambino, mi spiega i suoi sentimenti, si apre con me in un modo del tutto inaspettato. Mi parla di noi, come mamma mi parlava dell'amore, come mi parlava di papà. Mi parla come se nel mondo esistesse la magia e come sei io fossi la sua. Non sta zitto come me, non si chiude come me. Parla di sé e lascia che io ascolti.

Salve! Premetto che a me fa un po' schifo questo capitolo e l'ho riscritto un po' di volte, non ottenendo grandi miglioramenti. Spero ugualmente che a voi possa piacere e scusate tantissimo il ritardo. Per il prossimo capitolo 30 mi piace e 30 commenti (Facebook+Wattpad). Cosa pensate che succederà ora? Emma riuscirà ad aprirsi con Stefano? O scapperà di nuovo per la sua dichiarazione?
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