Thirteen [2/4]

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"Oh, baby you're a classic
Like a little black dress
You're a faded moon
Stuck on a little hot mess (little hot mess)"

Fall out Boy - Tiffany Blews

Lauren

Sentii un paio di "sei bellissima, l'obiettivo ti ama già" e altri complimenti, ma io pensai che non esistesse obiettivo al mondo che potesse trattenere la sua bellezza in una cornice.

Ma quel fiume in piena che scorreva nel mio petto sgorgò dalle mie labbra in un semplice sorriso di approvazione, che lei ricambiò simultaneamente prima di posizionarsi davanti al pianoforte come le era stato detto.

Le porsero un mandarino, e Dio solo sa quanto potrebbe sembrare ridicola una cosa del genere ma quel giorno imparai che, apparentemente, lei era stata creata per rendere sensuale perfino l'atto di sbucciare un agrume.
Credetti di non avere abbastanza occhi mentre lei si muoveva, si appoggiava sul pianoforte lasciando sporgere leggermente il fondoschiena in modo da farlo risaltare nella foto. Quello che inizialmente mi sembrava "caldo", divenne una vera e propria fornace a metà mattinata e io smisi di chiedermi se fosse colpa di Roma o della mia ex compagna di band.

Le fecero indossare innumerevoli completi, fra cui un vestito dal motivo floreale con una scollatura che risaltava il suo girocollo e le sue spalle. Caddi preda di ogni infinitesimale dettaglio, avvicinandomi sempre di più a lei ma badando a non intralciare lo staff che si frapponeva a noi, con quegli enormi e fastidiosi pannelli bianchi.

Ci spostammo nelle varie stanze, cominciando dalla finestra con le persiane chiuse ma le stecche aperte per far filtrare la giusta quantità di luce.
Camila si appoggiò con le spalle al muro, sollevando le braccia e lasciando che l'obiettivo la catturasse mentre indossava un semplice crop top a merletto azzurro e una gonna giallo canarino, dal motivo floreale e piuttosto esotico.

Altri flash della notte precedente mi colsero impreparata, ed io ricordai con quanta fermezza avevo afferrato i suoi polsi e l'avevo premuta sul freddo vetro della finestra con vista della nostra camera d'albergo, in quella esatta posa che adesso lei revocava, inconsapevole.
I miei occhi solcarono ogni centimetro della sua pelle con la stessa cupidigia di un ubriaco dinnanzi a un bicchiere di whiskey, e, per una frazione impercettibile di secondo, i nostri occhi si incontrarono.

Mi piacque pensare che lei si fosse accorta di quanto potere avesse su di me in quel momento, perché ciò non avrebbe fatto altro che soddisfare le mie assurde supposizioni che la consoderavano sicura e sfrontata. Camila inclinò il capo ed espose ancora di più il collo, sollevando il mento e schiudendo le labbra - io inumidii le mie in un gesto riflesso.

Quando arrivammo alla stanza da letto, sapevo bene dove saremmo andati a finire, e la mia sorpresa sarebbe stata immotivata nel vederla scivolare sulle lenzuola e distendersi in varie pose.
Il set era diventato silenzioso, e in sottofondo si poteva sentire soltanto qualche pezzo di The Weeknd che Antonio aveva appositamente selezionato per rendere l'atmosfera soft e sensuale ed evitare al contempo di mettere Camila a disagio.

Le ore notturne non fecero che tormentarmi, e subito mi vidi sdraiata su quello stesso letto al suo fianco, o mentre la tenevo per i fianchi e la baciavo con avidità.
Adesso anelavo ad un momento di riservatezza con lei solo per trasformare in concrete quelle immagini che si dipingevano nella mia testa, e contemporaneamente cercavo un freno da attivare per fermare la mia mente e i suoi scherzi di cattivo gusto.

La bruna si spostava di posa in posa, ormai senza neanche bisogno dell'aiuto o dell'incoraggiamento del fotografo. Aveva conquistato la scena ed era divenuta padrona di se stessa, soggiogando perfino me al proprio controllo.

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