Capitolo 13

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"Jeon Jungkook, e.. Park Jimin." Dice il preside, facendo scorrere lo sguardo tra noi due. "Allora, cosa è successo?"

"Abbiamo avuto un diverbio in classe, tutto qui." Risponde secco Jungkook, guardandolo indifferente negli occhi.

È il mio secondo giorno di detenzione, e non ci sarei se non fosse per colpa sua. Ormai in ogni caso è troppo tardi per piangersi addosso, suppongo dovró semplicemente accettare la punizione in silenzio.

"Qualcosa da aggiungere?" Chiede il preside.

Notando il nostro silenzio, prende nuovamente parola.

"Bene, oggi pulirete la palestra, ora tornate in classe."

Annuiamo entrambi dirigendoci verso la nostra prossima lezione, fisica. Mi siedo lentamente sulla mia sedia, pronto a fallire nuovamente il mio compito.

"Buona fortuna." Mi augura la prof, mentre mi consegna il foglio del compito. La ringrazio gentilmente, finché non noto una strana tensione che aleggia nell'aria nel momento in cui consegna il test al mio compagno di banco.

Jungkook abbassa la testa, mentre la prof lo guarda maliziosa con i suoi occhi felini, trattenendo più del dovuto le sue dita smaltate sulla sommità del foglio. Avrà circa una trentina d'anni, quindi di sicuro non è vecchia. Ma quello sguardo diretto verso un diciassettenne mi inquieta leggermente.

Abbasso lo sguardo sconfitto, iniziando a leggere i quesiti del test.

"Scrivi almeno qualcosa." Sussurra Jungkook al mio fianco, dandomi una gomitata nell'addome.

Io compiti sono diversi, ovviamente. E questo annulla tutte le mie possibilità di copiare. Cerco quindi di rispondere ai quesiti senza neanche applicarmi troppo, tanto non ne conosco comunque la vera risposta.

Alla fine dell'ora, la prof ritira i nostri test e io mi alzo immediatamente dal mio posto per rilassarmi durante l'intervallo.

Mentre cammino per i corridoi, gli sguardi di tutti mi ricordano del mio nuovo abbigliamento, di cui mi ero completamente dimenticato. Alcune ragazze parlano tra di loro, arrossendo non appena le guardo, scatenando l'invidia o l'ammirazione dei ragazzi. La scuola sembra essersi magicamente accorta di me.

"Jimin." Una voce femminile mi chiama da dietro le spalle, attirando l'attenzione di tutti su di me.

Mi giro lentamente, incontrando la fonte della voce.

"Jane..Joy." Alzo gli occhi al cielo, maledicendo Jungkook per aver compromesso il mio cervello.

"Possiamo parlare, in privato?" Mi chiede, strofinando nervosamente le sue mani.

Annuisco, prima di seguirla verso il cortile. Raggiungiamo un posto tranquillo, e finalmente inizia a parlare.

"Cosa c'è tra te e Jungkook?" Mi chiede in modo diretto.

Mi prendo alcuni secondi per analizzare la sua espressione. I suoi occhi sono rivolti verso il basso, e non sembra affatto infastidita o arrabbiata, piuttosto rassegnata.

"Nulla." Rispondo velocemente, cercando di non incontrare i suoi occhi.

Joy lascia fuoriscire un profondo respiro, poggiandosi con le spalle al muro.

"Ti prego, voglio la verità." Sussurra tristemente.

Mi chiedo cosa abbia fatto questa dolce ragazza per meritarsi uno stronzo come Jungkook.

"Ci siamo solo baciati, ma è stato uno sbaglio. Suppongo che ci siamo solo fatti prendere dalla situazione." Le spiego lentamente, cercando di confortarla in qualche modo.

Flowers ~ JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora