Capitolo IX: Complicazioni

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Era passata almeno un'ora da quando Sarah aveva rischiato di essere uccisa. Aveva risposto alle domande della polizia e adesso se ne stava seduta su una panchina, avvolta in una coperta, ad aspettare che il suo Guardiano arrivasse e la portasse a casa. Il suo Guardiano... Era solo questo Draven per lei?
Si voltò a guardarlo; stava ancora litigando con il padre, il poliziotto. Era già da un po' che discutevano e Sarah non ne sapeva nemmeno il motivo; le era sembrato che andassero d'accordo e che rappresentassero una perfetta coppia padre-figlio, eppure... Eppure ora sembravano due sconosciuti che si urlavano contro. Non poteva far a meno di pensare che parte di quella discussione fosse avvenuta per causa sua...
Ogni tanto le rivolgevano delle occhiate furtive, probabilmente convinti che lei non se ne accorgesse, ma lei se ne accorgeva eccome. Si sentiva a disagio ed era stanca: non aveva più la pazienza di aspettare Draven e, tra l'altro si stava facendo tardi e doveva rientrare se non voleva essere uccisa dalla madre.
Si alzò e iniziò ad avviarsi, ma Draven la fermò immediatamente.
« Ehi, dove vai? » le disse prendendole dolcemente la mano. Sarah non riusciva veramente a capacitarsi come lui potesse cambiare così velocemente il suo atteggiamento: un attimo prima lo vedi incavolato, quello dopo tranquillo e dolce. Inconcepibile.
« A casa »
« Vengo con te; ti ho detto che ti avrei accompagnata. Non esiste che ti lasci sola dopo quello che è accaduto...»
« Tu e tuo padre sembravate aver molto da dirvi...»
Draven distolse lo sguardo e strinse i denti. Il pensiero di suo padre lo rendeva furioso.
« Lui non è importante, tu sì. Ora andiamo.» e detto ciò le prese la mano e incominciarono a camminare.

Se le cose non erano tranquille alla Grimold High School, tantomeno lo erano nella foresta.
La luna ormai si era fatta alta nel cielo, ma con essa erano sorte anche le tenebre. La foresta di Grimold Hills era un luogo pericoloso, soprattutto di notte, quando tutte le creature oscure si risvegliavano e si aggiravano per i suoi sentieri.
Gli abitanti della cittadina non avevano mai dato troppo credito a quel bosco... Lo consideravano un ottimo espediente per spaventare i bambini e metterli a letto, tutto qui. D'altronde la maggior parte dei cittadini non era a conoscenza di tutti i casi di strane scomparse o omicidi avvenuti in quel luogo... Se ne ricordavano solo i più anziani a cui, naturalmente, nessuno dava retta. Loro raccontavano storie che gli abitanti prendevano per leggende, ma in ogni leggenda c'è un fondo di verità. La vera domanda è: perché quei mostri avevano deciso improvvisamente di non dare nell'occhio? Un tempo non se ne curavano, perchè mai farlo ora? Si dice che la tempesta è sempre preceduta dalla calma assoluta, ma solo gli avvenimenti futuri potranno confermare le preoccupazioni.

« Hai trovato qualcosa? »
« No, niente. Non ci sono tracce...Eppure deve essere scappato nella foresta per forza...»
Le voci di questi due giovani si distinguevano nella foresta quella notte; ne rompevano il silenzio e ne illuminavano le ombre. Avevano lasciato la Grimold High School per poi avventurasi in quell'incubo fatto di alberi e oscurità.
« Lincoln, come sta andando con Sarah? »
Lincoln si girò verso Ruby. « Lo chiedi perché l'hai vista baciare Draven? »
« Tecnicamente è lui quello che l'ha baciata... E sai anche il perché: voleva farti ingelosire. Lo conosci, è una serpe. »
« La serpe è velenosa » ribatté lui « Draven non sta avvelenando nessuno, lui è più furbo... Usa l'astuzia per ottenere ciò che vuole. »
« La tua descrizione corrisponde a una volpe, tuttavia credo che non sia questo l'animale a cui stai pensando...» e gettò a Lincoln un'occhiata complice.
Egli la ricambiò e poi con un ghigno rispose: « Felino. Stavo pensando più a un felino.»
Sentirono un rumore provenire da un cespuglio. Erano già pronti a difendersi, quando sbucò fuori Peter con le mani alzate.
« Calmi! Calmi, sono io! »
« Peter, si può sapere che fine avevi fatto? » ringhiò Ruby seccata.
« Non c'è bisogno di essere scortesi...Ho accompagnato a casa Harper. »
« Harper? Sul serio? Intendi dire la ragazza che continui a prender in giro? Prima le fai capire che ti piace, poi la ignori spudoratamente, dopo le chiedi scusa e per finire la porti a casa come se niente fosse. Veramente maturo, Peter, i miei complimenti! »
« E a te cosa diavolo te ne importa? »
« Adesso invochiamo anche il diavolo, Peter? »
« Ragazzi smettetela! » esordì Lincoln che fino a quel momento era stato zitto. I dubbi di Ruby erano fondati e il comportamento di Peter di certo non aiutava. Non era solo il modo in cui manipolava Harper a suo piacimento, ma anche le sue scomparse improvvise, il suo menefreghismo nei confronti della missione... Sembrava cambiato, ma era pur sempre il miglior amico di Lincoln. Sapeva cosa aveva passato e quanto avesse sofferto, perciò giudicarlo senza avere prove che ne dimostrassero la colpevolezza non gli sembrava il caso. Gli voleva bene come a un fratello, così come voleva bene a Ruby come a una sorella. Loro due facevano parte della sua famiglia, esattamente come ne faceva parte Draven un tempo... Un tempo troppo lontano dal presente.
« Non abbiamo tempo per i vostri battibecchi. Siamo qui per cercare delle tracce dell'aggressore di Sarah. Se avete qualcosa da dirvi, tenetevelo per dopo...»
Peter e Ruby si fissarono per un momento, poi decisero di dar retta a Lincoln e continuarono la ricerca.
Restarono lì per quasi tutta la notte e non trovarono niente. L'aggressore sembrava essersi disperso nel nulla.

𝕿𝖍𝖊 𝕯𝖗𝖊𝖆𝖒𝖊𝖗Where stories live. Discover now