Capitolo XVIII: Verità o invenzione?

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« Amici miei, oggi ci troviamo qui per celebrare l'annuale cerimonia dello spirito che permetterà ai nostri giovani di rivelare la propria vera natura e scoprire l'animale guida che dalla nascita li accompagna.  » Era stato un vecchietto dalla carnagione scura e gli occhi castani a parlare; i capelli brizzolati ondeggiavano lievemente e il viso rugoso ormai segnato dal tempo era illuminato da un benevolo sorriso. Aveva rivolto quelle parole alla folla di gente che gli stava di fronte che, con rispetto e ammirazione, dedicava tutta la propria attenzione unicamente a lui. Tra questa folla comparve all'improvviso anche una massa di capelli ramati che, involontariamente, si era ritrovata in un luogo a lei sconosciuto come testimone di una cerimonia di cui non sapeva nulla. Molte cose  di quel posto non le tornavano: gli abiti troppo semplici e mondani, la mancanza di tecnologia e l'atmosfera calma e pacifica che dava la netta impressione di trovarsi fuori dal mondo. Eppure quella spiaggia costituita da finissimi e bianchissimi ciottoli e pervasa dal buon odore di pioppo bianco le risultava alquanto familiare...

« Daranno prova di autocontrollo e dimostreranno di essere pronti per entrare in contatto con gli umani, senza però mai accennare all'esistenza di Tideheaven, per la loro sicurezza e per quella dei loro fratelli. »

Il vecchietto si voltò verso un gruppo di ragazzi disposti ordinatamente in fila uno accanto all'altro e ben distaccati dal restate ammucchiamento di persone. Erano inginocchiati su un ginocchio, il capo era chino e l'atteggiamento solenne come quello di un cavaliere durante una cerimonia d'investitura.

« Vieni avanti Lilian Heart » disse l'uomo e una ragazza dalla lunga chioma corvina si alzò, scostando i lucenti capelli dal collo bianco e mostrando così una catenella d'oro con appesa un'ala d'angelo che Sarah notò avessero tutti gli undici ragazzi inginocchiati.

« Giuri di mantenere il segreto di Tideheaven e di non agire mai contro i suoi abitanti, nè contro gli umani? »

« Lo giuro Zephyr » rispose lei rivolgendosi all'anziano.

« E sei pronta ad accettare il tuo spirito guida dentro di te, qualsiasi sia la sua forma e qualsiasi siano le conseguenze? »

« Sì, sono pronta. »

Il vecchio prese da dietro di sè un cofanetto di legno e lo aprì con grande cautela, tirandone fuori una luminosa pietra argentea.

« Allora » disse «Tocca la pietra e trasformati senza paura Lilian. »

La ragazza si avvicinò al cofanetto e, dopo un momento di esitazione, prese la pietra tra le proprie mani come aveva visto fare molte volte durante gli anni e attese con una nervosa impazienza di sentire un brivido lungo la schiena, un giramento o qualche altro segno che l'avvertisse dell'imminente trasformazione. Passò qualche secondo, ma nulla. Le mani iniziavano a sudarle e il battito ad accelerare: sentiva tutti gli occhi addosso e questo di certo non l'aiutava a concentrarsi. Per non parlare di quel silenzio agghiacciante rotto solo a tratti dallo scrosciare dell'acqua del lago. In cosa stava sbagliando?

« Sta tranquilla Lily » la rassicurò una voce alle sue spalle, quella di Peter. Lei sorrise e lo ringraziò mentalmente: con lui il silenzio non aveva mai avuto possibilità di vincita, soprattutto non se era motivo d'inquietudine della sua ragazza.

« Mi raccomando, Lilian, senza paura. » le ricordò Zephyr marcando bene le ultime due parole.

La ragazza allora respirò profondamente più volte per cercare di ritornare al suo normale battito cardiaco e, nel farlo, pensava a Peter, poiché solo con lui la paura perdeva il suo potere. Chiuse gli occhi, fece l'ultimo della lunga serie di respiri e infine lo sentì: una forte stretta allo stomaco unita a un improvviso mal di testa talmente forti da farla cadere a terra, con le mani premute sulle tempie e i lunghi capelli neri a coprirle il viso pallido e i begli occhi scuri.

𝕿𝖍𝖊 𝕯𝖗𝖊𝖆𝖒𝖊𝖗Where stories live. Discover now