Capitolo 6

400 43 27
                                    

Poi "qualche secondo" passò...

Entrambi si spinsero lontani l'uno dall'altro, Chuuya con puro disgusto espresso sulla sua faccia.
Lo ripudiava, eppure lo aveva abbracciato... quel falso traditore che un tempo aveva l'appellativo di "partner" e che aveva giurato di allontanare da se per sempre dopo ciò che gli aveva fatto.
Eppure quella Mummia vivente lo aveva abbracciato, gli aveva accarezzato i capelli con una dolcezza e una gentilezza che non riceveva da anni... ma la vera domanda era perché lo aveva fatto? Che ragioni aveva di ricambiare un'abbraccio della persona che odiava?
Lo stesso Dazai non riusciva a trovare una risposta soddisfacente.

L'unica frase che gli compariva in testa era "perché l'ho lasciato andare così facilmente?"

Il castano guardò Chuuya con uno sguardo mascherato dalla noia.
-F-..... Fingiamo che tutto questo non sia mai successo?-
-.....sono più che d'accordo-

L'orgoglio di certo non lasciava spazio agli altri sentimenti, ad esempio il batticuore del rosso e quella sensazione simile all'ansia che aveva pervaso il petto e lo stomaco del bendato.

Chuuya si allontanò titubante dall'altro, facendo per tornare indietro e Dazai fece lo stesso, a differenza dell'altro però si girò a guardarlo andare via mentre reprimeva l'istinto di fermarlo.

La serata del più alto passo in fretta, ebbe un pasto veloce data la sua corporatura magra e non troppo muscolosa ma anche per l'incontro fatto prima che gli aveva scombussolato l'appetito.
In poco tempo si sdraiò nel suo letto orientale e passò qualche ora a fissare il soffitto in completo silenzio, finché non fu distratto da qualche rumore proveniente dalla finestra.

Chuuya era appena arrivati in casa, non sentiva nemmeno il bisogno di mangiare dopo tutto quello che aveva passato... il suo sottoposto avrebbe passato la notte in ospedale, nonostante le condizioni non troppo gravi, ma l'ansia e la morsa al petto che in quel momento lo torturavano non erano di certo dovuti a quello.
Stappò una bottiglia di vino per dedicare un po' di tempo a se stesso, non voleva certamente ubriacarsi ma sperava che riuscisse a distrarsi abbastanza da non pensare più a Dazai o a quell'altro grande peso che come una piaga accompagnava ogni sua giornata.

Versò la sostanza dalle sfumature violacee in un bicchiere e se ne portò il bordo alle labbra, senza però assaporare il vino. Infatti pochi secondi dopo lasciò il bicchiere e si attaccò direttamente alla bottiglia.
"Buoni propositi andati"

Ogni sorso scorreva nella sua gola come nettare infuocato, una sostanza dal sapore sublime che di certo avrebbe danneggiato il rosso più di quanto non lo fosse già.
Non per altro dopo pochi minuti le immagini che scorrevano di fronte ai suoi occhi erano ben altro che la realtà. Invece pensò alla persona che fino a quattro anni prima era sempre e comunque al suo fianco, alla persona di cui Chuuya Nakahara si era fidato e di cui continuava a fidarsi anche a costo di rimpiangere la propria vita. Si sentiva un vero schifo, lui. Si sentiva un patetico idiota per continuare a sperare in un giorno in cui quelle stupide mani bendate si fossero tese per afferrare le sue, si ripeteva che non sarebbe successo e che anche se fosse accaduto lui non le avrebbe mai afferrate ma sapeva alla perfezione che quelle erano solo bugie per nascondere la realtà anche a se stesso.

L'ennesimo pianto a colpa di quel deficiente, altre lacrime sprecate che si mescolavano con il forte sapore del vino dal retrogusto di rimpianto. Ci volle poco tempo prima che Chuuya iniziò a dubitare di se stesso e della sua forza di volontà, come ogni volta che beveva con il puro scopo di ubriacarsi.
La sua fiducia nelle proprie capacità scompariva a pari passo con il vino presente nella bottiglia ormai vuota, Corruzione iniziava a bussare alle porte della sua testa, senza alcuna intenzione di lasciarlo in pace.

"Perché alla fine tu non vali nulla, e saresti ancora di meno senza di me"

Quelle parole erano vere, Chuuya era chi era proprio grazie a quel suo potere così distruttivo, eppure lo disprezzava con tutto se stesso.
Corruzione portava quel nome per un motivo specifico, ti lacerava dall'interno e ti sporcava con il nero più scuro ed indelebile.
Ti prendeva, ti modificava, non eri più tu a controllare quel potere ma era lui a controllare te... ed ogni occasione era buona per prendere l'iniziativa.

Il rosso ormai aveva fatto abitudine a quel ronzio fastidioso e pesante che coesisteva nei meandri della sua coscienza, ma quando si ubriacava abbassava la guardia e lasciava quel mostro tormentarlo e torturarlo con la sua cicatrice più dolente, anche se forse è meglio chiamarla "ferita aperta".
Quando Chuuya riprese coscienza era già fuori da casa sua, accanto alla finestra di qualcun altro.

Tornando a noi, ho parlato di un rumore sentito da Dazai giusto?

Il bendato si alzò dal letto, seguito dai compi di tosse che penetrarono come schegge di vetro nelle orecchie della figura all'esterno.
Il vento scompigliava i capelli del castano, facendo muovere dolcemente i riccioli spettinati. Gli occhi azzurri di Chuuya fissi sul viso dell'altro, la sbornia non era di certo passata ma almeno adesso il rosso era (circa) consapevole delle proprie azioni.
Dazai questa proprio non se la aspettava però, vedendo le gote rosse dell'altro aveva capito che non era totalmente lucido ma tra tutte le cavolate che poteva fare... perché era andato proprio a casa sua?

Chuuya si spinse violentemente sull'altro, finendo per farlo cadere a terra, sulla moquette morbida.
Tutto successe in pochi attimi e gli occhi color noce del castano non riuscirono a seguire perfettamente i movimenti di Chuuya, sentiva un forte dolore alla testa dopo averla sbattuta ed i suoni ovattati attorno a lui gli riempivano la testa come aria in un palloncino.

I capelli rossi e lunghi della figura più minuta si muovevano assieme alla testa, volò qualche pugno sul petto dell'altro, qualche schiaffo in pieno viso. Nakahara parlava, quasi urlava, singhiozzando tra le lacrime che per la prima volta mostrava al mondo ma.... Dazai non sentiva, non riusciva ad udire nemmeno una parola che usciva da quelle labbra rosee.
Forse era lui a non voler sentire, forse era a causa della botta....

Le uniche cose che però in quel momento percepiva erano le lacrime del giovane uomo sopra di lui, mentre gli scivolavano sul volto e ricadevano su quello di Osamu... e l'odore di alcol che usciva dalle labbra di Chuuya ogni volta che apriva bocca.

-.....Lumachina, ti prego... ascoltami-


——————————————————
Okay, vi lascio con questo capitolo scritto un po' coi piedi hahhaa XD

Spero non disprezziate ma non avevo idea di come descrivere tutto in un altro modo ;-; con il tempo migliorerò

Hihihi, accadranno cose interessanti successivamente~~~

~Kibo

Cancer [Soukoku]Where stories live. Discover now