CAPITOLO 24

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Andai da mio padre
-dai dimmi cosa vuoi- dissi guardandolo in faccia
-Filippo smettila di comportarti come un bambino di dodici anni! - disse mio padre
-sei tu che mi tratti come se avessi 12 anni, non ho bisogno di te, so cosa devo fare e mi dai fastidio quando mi dici lascia stare se voglio fare qualcosa, non ho bisogno della guardia del corpo, c'è la faccio da solo- dissi io
-Beh l'unica scelta che hai fatto ti ha ridotto a questo- disse riferendosi ai miei occhi rossi riguardo a Chiara
-hai ragione forse ho sbagliato ma non ti ho mai chiesto aiuto per tornare come prima- dissi guardandolo in faccia con gli occhi lucidi
-Filippo a me non interessa che tu mi chieda aiuto, sei mio figlio e che tu ci creda o no io voglio solo la tua felicità- disse lui guardandomi
-però non ti fai problemi per peggiorare tutto- dissi io
-hai ragione e scusami, però io ho davvero avuto paura che non saresti riuscito a riprenderti dopo questi tre mesi- disse lui continuando a guardarmi
Quando disse "ho davvero avuto paura che non saresti riuscito a riprenderti" mi guardai i polsi coperti dalla felpa e pensai ai tagli che avevo fatto
-che succede? - disse mio padre
Io guardavo in basso
-Filippo fammi vedere le mani- disse lui
Io non risposi
-Filippo dammi le mani- continuò lui
-vedi mi stai addosso?!- dissi io - devo andare- continuai
-vedi Filippo dici di essere grande ma invece di affrontare i problemi scappi come un codardo- disse lui
Gli diedi le mani tanto ormai aveva capito
Lui osservava i tagli con gli occhi lucidi
Lo avevo deluso
-quando li hai fatti? - disse lui continuando a guardarli
-al liceo- dissi mentendo
-quindi se li tocco non fanno male giusto? - disse lui
In realtà bruciavano un sacco perché erano freschi ma non dissi nulla e guardai in basso
Lui passo in dito sopra e per il troppo dolore ritirai subito il braccio
-sono recenti vero? - disse lui guardandomi
Io annuì mentre guardavo in basso trattenendo le lacrime
-dai vieni qui- disse abbracciandomi
-io non volevo farlo davvero - dissi trattenendo le lacrime
-non fa niente basta- disse lui staccandosi dall'abbraccio
-non dirlo agli altri- dissi guardando in basso
-solo se mi giuri di non farlo più- disse lui
-te lo giuro- dissi guardando in basso - la tua vita non la farò mai- continuai
-te la caverai-mi disse lui
- perché mi odi così tanto? - dissi poi guardandolo
-smettila Filippo io non ti odio per niente- mi disse
-allora perché mi hai sempre trattato così- gli chiesi
-no lo so e scusami solo che non ho mai superato il fatto che tu abbia sempre fatto tutto da solo senza chiedermi mai aiuto, quando ho saputo che avessi avuto un figlio maschio ero troppo felice perché ho sempre pensato che con te avrei guardato le partite, ti avrei aspettato tutta la notte per poi chiederti cosa avessi fatto, pensavo che avremmo parlato di tutto- mi disse lui con un filo di malinconia
-mi dispiace che io sia così- dissi
-ma scherzi? Non avevo mai notato quanto ti fossi cresciuto hai ragione ti ho sempre trattato come un ragazzino solo per la paura di perderti- mi disse - dai ora basta cambiamo discorso mi parli di Chiara e di cosa è successo? - mi chiese
Gli raccontai tutto
-beh ha detto che vuole te- mi disse
-si ma l'ho vista comunque con un altro mentre io stavo qui- gli dissi
-va bene e invece con la casa discografica come va? - mi chiese
-benissimo oggi ho registrato- gli disse
-beh fammela sentire no- mi disse
-va bene- dissi prendendo l'audio che avevo nel telefono
Appena finì la canzone lui aveva gli occhi lucidi
-vedi io le cose buone le faccio guardati- disse lui ridendo
-lo prendo come un complimento- dissi ridendo
-é bellissima filo bravo- mi disse
-grazie- dissi
Mio padre continuò a parlare ma a un certo punto guardai il vuoto, avevo ispirazione
Nel tavolo c'erano una penna e un foglio, non so perché ma li presi e cominciai a scrivere
-vi siete riappacificati? - disse mia mamma urlando entrando dalla porta di ingresso con mille buste in mano seguita da mia sorella
-shh sta scrivendo- disse mio padre
Si sedettero nel divano e mi guardavano ma io non me ne accorsi perché quando scrivevo ero non nel mio mondo e c'ero solo io con la musica

-come si dice quando hai la cosa tipo questa cosa? -
-cos'era tipo quando hai la cosa di prima però che fai-
-come si chiamano i cosi che ti fai che però non devi fare ma li fai-
"Quante cose che non sai
Quante cose ti direi
Nascondi un sospiro per non darmi l’ansia
La tua vita non la farò mai
Tu mi dici te la caverai
E asciughi una lacrima dalla mia guancia
Mi hai insegnato a perdere e ora non puoi perdere più
Mi hai insegnato a vivere ora devi farlo anche tu"

"Anche se brucia un taglio passa lo so
Ma lascia un segno dentro di me o o
Tra i miei ricordi e polvere
Quanti sforzi hai fatto per
Un giorno in più
Un giorno in più
Un taglio passa lo so
Ma lascia un vuoto dentro di me o o
Giuro non cambierà per me
Resterò senza di te
Un giorno in più
Un giorno in più"

Finii di scrivere e alzai lo sguardo
-ah ma siete qui? - dissi
-ma noi stavamo parlando poco fa- disse mio padre
-davvero?- dissi sorridendo
-no aspettate io voglio sapere " come si chiamano i cosi che ti fai che però non devi fare ma li fai" cosa vuol dire- disse mia mamma ridendo
-no niente-dissi io sorridendo
-che poi le canzoni gli escono pure bene nonostante quando le scrive sembra deficiente- disse mia sorella
-sono gli effetti collaterali dello scrivere canzoni, non sono deficiente come te- dissi e lei mi spinse leggermente
-Filo fagli sentire la canzone che hai fatto sentire a me- disse mio padre
-Filo? Ma quindi pace definitiva- disse mia madre e io sorrisi mentre presi il telefono per cercare la canzone
Dopo circa un minuto
-ma cos'è che dovevo fare? - dissi facendo ridere tutti
-Filippo hai vent'anni a già ti scordi le cose? - disse mio padre continuando a ridere
-la canzone cretino- disse mia sorella
-a vero-dissi prendendola
Appena finì mia sorella e mia madre piangevano
-è la più bella di tutte insieme a tornerai da me, cosa resterà, mi drogherò, non ho fatto l'università, per sempre, nera, rolex e tutte le altre- disse mia sorella
-è bellissima filo- disse mia madre continuando a piangere
-grazie- dissi alzandomi - io esco non mi aspettate- continuai
-torni stanotte? - mi chiese mio padre
-non lo so ciao- dissi uscendo
Sentii loro sbuffare e andai da chiara, avevo un brutto presentimento

~solo se cadiamo insieme viene facile rialzarsi~🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora