20-Il grande ritorno.

2.3K 98 21
                                    

Quando arrivai al piano terra, quindi nell'atrio principale, Heimdall mi aspettava mentre giocherellava con il suo elmo. Appena mi vide cercó di sorridere, anche se quello che venne fuori fu più una smorfia.

-Come stai?

Perchè fanno tutti questo genere di domande?? Esitai a rispondere.

-Certo, che domanda stupida. Vieni, andiamo a parlare fuori, ormai ha smesso di piovere.

Seguii mio padre mentre usciva dal palazzo. L'odore dell'erba bagnata e della pioggia si intonava con il mio umore, peró tutto sommato mi piaceva quando pioveva, mi rilassava i nervi e mi sentivo in pace con me stessa. Cosa che amo tutt'oggi. Heimdall fece un gran respiro e poi lasció lentamente il fiato.

-Amo quando piove. Qui ad Asgard non succede quasi mai.

Sorrisi tra me e me.

-Dove andiamo?

Chiesi mentre uscivamo dalla piazza sotto il palazzo.

-Vorrei soltanto farti sentire meglio e magari potremmo parlare da padre e figlia, come solo poche volte abbiamo fatto, peró so che non ricordi nulla...

-Aspetta, come fai a saperlo?

Heimdall ridacchió.

-Io vedo ogni cosa, ho una vista di 10000000000/10. So cosa è successo tra te e Loki.

10000000000/10? Wow.

-Ho anche io ho questa cosa della super-vista?

-Certo. Solo che Loki con la sua magia ti ha impedito di usarla, difatti non fai più incubi riguardanti la distruzione dell'Universo. Quindi è un bene per te.

A me non importava di fare incubi! Volevo essere in grado di vedere tutto.

-Ma sarebbe bellissimo avere il dono della super-vista, come posso riaverlo indietro?

Chiesi traboccante di speranza.

-Puoi riaverla indietro anche adesso. Peró vedere tutto non è un vantaggio, talvolta è una dannazione.

Annuii cupa.

-Capisco.

-Oh eccoci arrivati!

Esclamó contento Heimdall. Un negozio era davanti a noi. Non era grande ma da fuori sembrava molto grazioso, aveva una grande insegna in legno lavorato e scintillante, che ancora gocciolava dal temporale appena finito, stampata sull'insegna c'era scritto "Pasticceria Arien".
Perchè mi aveva portato in una pasticceria? Una fragranza dolce e calda si diffuse nell'aria e il mio stomaco inizió a lamentarsi. Si distingueva parecchio dagli alti e massicci palazzi asgardiani, quella pasticceria sembrava un'antica bottega. Andammo verso l'entrata e quel dolce profumo si intensificó, ci asciugammo i piedi sul tappeto esterno, poi Heimdall spinse la porta di entrata, che si spalancó con un dolce drin, che proveniva da un campanellino sopra alla porta. Ci dirigemmo al bancone, il parquet sotto i nostri piedi scricchiolava e quell'odore paradisiaco mi confondeva i sensi. Ci sedemmo sopra a degli sgabelli in legno. La porta che era dietro al bancone si aprì e uscì fuori un ometto paffutello, con un lungo grembiule infarinato. Aveva occhi color del miele, che esprimevano bontà, i capelli erano nascosti sotto il cappello da cuoco e un paio di baffi neri erano striati di grigio e probabilmente davano un indizio sulla sua età. Rivolse un grande sorriso a mio padre.

-Heimdall! Pensavo ti fossi dimenticato di me, sai? Chi è questa giovane donna vicino a te?

La sua voce era allegra e trasportava il buon'umore.

-Lei è mia figlia, Andromeda.

-Non ci posso credere! Come passa il tempo...che vi porto?

Non sapevo come rispondere, ma per fortuna ordinó Heimdall.

Crush on Mr. Bad BoyWhere stories live. Discover now