14. E... se fosse lui?

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Quella notte non ero riuscita a chiudere occhio. Il fatto che il padre di uno dei miei migliori amici potesse essere coinvolto in un omicidio mi rendeva particolarmente nervosa. La madre di Josh era morta quando lui era solo un bambino, ciò significa che suo padre era l'unico che gli era rimasto.

Probabilmente avrei dovuto parlarne con Aiden. Era un argomento tanto pericoloso quanto delicato e non potevamo permetterci di prenderla alla leggera. Avrei tanto voluto capire se il signor Bolton, il padre di Josh, fosse a casa la notte della scomparsa di Stephen. Quel sabato erano andati tutti alla pista e Lisa, per non essere sola, aveva chiesto a Jennifer di accompagnarla. E, a dirla tutta, non avevo capito come andassero le cose tra lei e Dylan.

Io, ancora in punizione, ero andata al lavoro e poi ero rimasta a casa a fare i compiti. Ero sicura che a mia madre sarebbe passata in fretta. Avevo cominciato a comportarmi normalmente per non dare sospetti e lei era tornata a essere la persona gentile di sempre.

Sospirai stanca, sprovvista di voglia di studiare. Pensare ai miei amici che si divertivano alla pista mi rendeva solo più arrabbiata. Decisi che era il momento di una pausa e mi alzai per scendere a prepararmi uno spuntino.

Mia madre era armata di ferro da stiro e stava lottando contro una delle camicie di mio padre.

- Mamma, cosa c'è da mangiare? - le chiesi, sorpassandola per raggiungere la cucina.

- Uhm... Non so, guarda nella dispensa -.

Aprii l'armadietto di legno, alla ricerca di qualcosa di gustoso da divorare. Rovistai per un po' e alla fine trovai dei biscotti al cioccolato.

- Ah, stamattina si sono messi tutti d'accordo per una grigliata - mi annunciò mia madre, senza neanche guardarmi. - Uh, davvero? Verranno anche i Sanders? -.

Mi sembrava davvero strano che la famiglia di Stephen partecipasse ad una grigliata di quartiere dopo tutto quello che era successo recentemente. - Sì, l'hanno proposta loro -.

Alzai le sopracciglia, masticando quella goduria di biscotto. - E quando? -.

- Domenica prossima, a quanto pare -.

***

Quel martedì avevo già finito di scontare la mia punizione. Lo avevo capito quando quella mattina, prima di andare a scuola, avevo chiesto a mia madre se nel pomeriggio potevo restare a fare i compiti da Lisa. Aveva detto di sì senza fare storie. Ero andata a scuola e, per un motivo poco chiaro, avevo preferito evitare Josh. Avevo paura di guardarlo negli occhi. Non era detto che suo padre fosse coinvolto, ma c'era quella piccola percentuale di possibilità che mi faceva tremare.

I tabaccai avevano già detto ad Aiden che gli acquirenti erano pochi, ma non avevo appunto detto che si trattasse di una persona sola. Avevo una grande paura, in realtà. Prima che cominciasse la lezione di matematica, ne avevo parlato con Aiden. Io parlavo, lui si limitava a fare cenni, come sempre. Alla fine avevamo deciso di andare alla pista. Lì avrei potuto parlare con Josh. Il mal tempo si era incentrato solo in quelle poche ore del venerdì precedente, lasciando che West Chester si riscaldasse alla luce del sole.

- Aiuto, Wendy! - urlò stridula Lisa. Riemersi dai miei pensieri, guardandola. Era seduta sulla poltrona della sua camera con un evidenziatore giallo in mano.

- Che c'è? -.

- Era per farti svegliare - rispose con nonchalance. Presi il piccolo peluche abbandonato sul letto e glielo lanciai in faccia, prendendola alla sprovvista. - Cretina! -.

Scansai l'orsetto azzurro con un piccolo movimento, sentendolo atterrare al pavimento alle mie spalle. Sorrisi soddisfatta e mi sollevai a sedere. - Allora, che mi racconti di nuovo? - le chiesi. Chiusi il libro di spagnolo, stufa di studiare. - La mi vita è noiosa -. Fece spallucce e si infilò il tappo dell'evidenziatore in bocca.

Come la peceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora