Capitolo 1 - La biblioteca all'angolo della strada

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La giornata era iniziata nel migliore dei modi.

Quella mattina, Seamus si era svegliato dopo solo tre ripetizioni della sveglia ed era riuscito a trovare le sue pantofole di Batman al primo tentativo.

Già abbastanza soddisfatto, aprì la dispensa e sorrise nel vedere che era rimasto ancora un tozzo del soda bread di sua mamma. Infilandosi in bocca il morbido fagotto evitando di ricoprirlo di burro, per quella volta, mise su il bollitore e scelse una tra le varie bustine di tè quindi, senza smettere di masticare, tornò nella sua stanza per accendere il PC.

Cliccò sulla pagina del browser e scelse uno tra gli indirizzi preferiti: il sito di Dungeons & Dragons. Constatò l'assenza di messaggi privati, ma annotò mentalmente l'appuntamento di quella sera con la sua squadra, quando il fischio del bollitore lo riportò alla realtà. Stropicciandosi la faccia insonnolita, si passò le dita tra i capelli corvini e si sollevò dalla sedia cigolante. Guardò fuori dalla finestra e sorrise al suo riflesso, strizzando gli occhi smeraldini.

«Sarà una gran bella giornata, me lo sento!» esclamò ad alta voce, stiracchiandosi.

Dopo la colazione era tutta un'altra vita.

Seamus lasciò il suo monolocale facendo tintinnare le chiavi, la bocca atteggiata a un sorriso. Si massaggiò pensoso la collottola ingobbita, ripromettendosi, come ogni giorno, che avrebbe iniziato a fare un po' di ginnastica correttiva per raddrizzarla.

Il frastuono lo avvolse non appena lasciò la periferia e il cicaleggio cittadino lo catturò. Mentre si guardava intorno, Seamus pensò che, nonostante quello che diceva sua madre, Londra gli piaceva. Certo, gli mancava spesso l'Irlanda, con la sua aria umida e i suoi verdi paesaggi, ma andarsene da casa gli aveva fatto bene. Se non altro, il pensiero della morte del nonno che gli aveva fatto da padre si disperdeva, in una metropoli come quella, diventando tollerabile.

Accarezzando quasi con tenerezza la T-shirt con la stampa di One Piece che indossava, mosse un altro lungo passo, diretto alla stazione della metropolitana. Proprio in quel momento, però, uno strano baluginio attirò la sua attenzione.

Si voltò, curioso, e si ritrovò a fissare un'insegna di legno sbiadita; "Library" recitava semplicemente la scritta.

Seamus notò uno strano luccichio muoversi sulle lettere scolpite e, strizzando gli occhi, mosse un altro passo in quella direzione. Quando giunse di fronte alla porta malmessa, notò che sulle assi di legno erano intagliate delle parole curiose, ma non ebbe tempo di tentare a decifrarle, che l'uscio si spalancò.

Trasalì per la sorpresa, ma la sua inguaribile curiosità lo costrinse ad avanzare ancora. Il suo piede calpestò il primo scalino, mentre la sua testa girava di qua e di là, esaminando quel luogo strano.

«C'è nessuno?» chiamò, con una lieve inquietudine.

La sua voce rimbalzò sulle pareti, ma gli rispose solo il vuoto. Un groppo si annodò nella gola del giovane, ma lui lo inghiottì, continuando ad avanzare dentro quel buio.

Un odore rassicurante di carta e pelle gli invase le narici, conferendogli un po' di calma, ma non riusciva a vedere a un palmo dal naso, così estrasse il cellulare dalla tasca e, sorridendo all'immagine della lolita che gli faceva da screensaver, premette il pulsante della torcia.

Il fascio di luce illuminò quella che aveva tutto l'aspetto di una biblioteca normale. Alti scaffali occupavano tutto l'ambiente, creando degli stretti corridoi attraverso cui camminare e negli angoli liberi bassi sgabelli erano posizionati in modo disordinato.

Seamus avanzò circospetto, ma mossi giusto alcuni passi, un tonfo roboante gli fece comprendere che la porta d'ingresso si era richiusa. Si voltò di tre quarti, intimorito, e constatò di trovarsi, effettivamente, rinchiuso. Il panico prese possesso di lui mentre si scagliava contro la maniglia e iniziava a tirarla con tutta la sua forza, invano.

The LibraryWhere stories live. Discover now