Capitolo 15 - Mai toccare il fanciullo impertinente

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Per l’ennesima volta Seamus si ritrovò sul pavimento della biblioteca, con in mano il foglio di quell’ultima strana opera fantasy in cui era finito. A dire il vero, riflettendo mentre disteso sul pavimento riprendeva fiato, più che un fantasy sembrava un libro demenziale. Ma in quale diamine di mondo potevano esserci polli infuocati e nutrie addomesticate grasse quanto conigli? Lentamente si sollevò a sedere e con un sospiro si guardò intorno fino a quando non individuò la figura eterea di suo nonno.
<<Eccolo qui… dimmi per favore che abbiamo finito, perché sono allo stremo!>> esclamò allungando la mano con il foglio che il vegliardo fantasma prese al volo, riponendolo in quel tomo che iniziava a crescere di spessore <<in quanti libri e mondi assurdi mi hai mandato? Dieci, undici, dodici? Ho perso il conto e non ricordo neanche se ho mangiato e da quanto sta andando avanti questa storia!>>
<<Andrà avanti fino a quando sarà necessario… dovresti goderti un po' di più questi viaggi e ritenerti fortunato. Non tutti hanno la possibilità di vedere mondi fantastici da vicino.>>
<<Fortunato? Quindi tu pensi sia una fortuna essere rincorso da un mostro pennuto in fiamme e incontrare pazzi di continuo?>> esclamò alzandosi di scatto <<io sono stanco! Basta mostri, basta mondi strani, ma anche niente storie d’amore che mi è salito il diabete con quella stramba principessa e il suo bellimbusto… che secondo me sono ancora lì che si fanno le paturnie invece di saltarsi addosso>> afferma scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo. Poi si guardò intorno tra le varie categorie di libri e scartata la sezione horror, romanzi rosa, fantasy e storici che poi chissà in che epoca strana si sarebbe ritrovato, alla fine individuò una zona un po' più nascosta e poco illuminata.
<<Ecco! Quelli sono i libri dove voglio finire! Da ora in poi li prenderò solo da quella sezione!>> disse con un sorriso felice ed estasiato, avvicinandosi a una parte della biblioteca dove una targa indicava la presenza di opere per adulti. Felice come una Pasqua e deliziato al solo pensiero, afferrò il primo libro che gli capitò sottomano e gli bastò leggere la prima parte del titolo per essere sicuro fosse quello giusto <<ah, sì questo… la follia di non so cosa… già promette bene>> disse aprendo l’opera senza guardare attentamente la copertina.
<<Caro nipote… non tutto è quello che sembra!>> sentì dire all’eterea figura, prima di essere risucchiato dal libro e avrebbe giurato di sentirlo anche ridere, prima di sparire in un vortice di luce che fece scomparire ai suoi occhi la biblioteca e il nonno, catapultandolo in quel nuovo mondo.

Quando riaprì lentamente gli occhi, un senso di nausea lo assalì. Nonostante tutti i viaggi, gli capitava ancora, anche se non sempre. Sospirò cercando di capire dove si trovava. Era disteso su un pavimento, c’era poca luce e l’alto soffitto gli fece capire di trovarsi in un capannone o un magazzino. Lentamente si sollevò, guardandosi intorno e alla sua destra, lontano da lui e verso il centro della grande struttura, vide dei pannelli che sembravano riprodurre le pareti di una camera, riflettori che li illuminavano e persone che in silenzio, dietro a una telecamera e un monitor, assistevano a qualcosa.

Se è un libro per adulti, questo deve essere il set di un porno! Per forza! Oh, nonno… perché mi hai tenuto nascosto questo libro?
Il pensiero di poter assistere dal vivo a un film porno lo esaltò al punto di dimenticare per quale motivo si trovasse lì e in pochi istanti, Seamus si alzò per avvicinarsi in silenzio alle spalle della troupe. Man mano che si avvicinava poteva sentire le voci degli attori, non riusciva a udire i tipici lamenti delle donne, ma sentiva distintamente quelli di un ragazzo, che intravide quando si trovò a pochi metri dal set. Era un giovane, ne vedeva solo il viso e il torace, decisamente molto bello, ma non di quelli super palestrati tipici dei video porno on line che aveva guardato. Quell’attore doveva avere poco più di vent’anni, un fisico armonioso, quasi androgino e i capelli scuri che ricadevano appena sulle spalle. I suoi occhi chiari, che Seamus dalla sua posizione era riuscito a vedere per un istante, erano puntati verso il basso.

Ora ho capito perché non si sente la voce della donna.

Seamus sorrise e vinto dalla curiosità si avvicinò ancora, per cercare di individuare l’attrice che doveva essere accucciata davanti all’attore e quando finalmente trovò la posizione giusta per poter gustarsi l’intera scena, gli occhi si spalancarono per la sorpresa, quando si accorse che era un uomo quello in ginocchio.

<<Ma che cazzo!>> esclamò a voce alta, allontanandosi di un passo mentre il volto diventava rosso e acceso come se si fosse preso una bruciatura di terzo grado.

<<STOOOOP>> la voce del regista, che era saltato sulla sua sedia nel sentirlo, mentre tutti, compresi gli attori, si erano fermati per la sorpresa alla sua esclamazione, lo fece sobbalzare e quando lo vide girarsi verso di lui come una furia, gli venne solo voglia di fuggire via, ma i piedi sembravano inchiodati al pavimento per l’imbarazzo nell’aver assistito a una scena di sesso gay che proprio non si aspettava.

<<Scu… scusatemi>> riuscì a dire con un filo di voce, osservando l’immediato trambusto di tutta la troupe mentre il regista gli veniva incontro.

<<Ma scusare cosa? Ma tu chi sei? Un altro novellino? Raphael!>> urlò l’uomo verso un ragazzo che lo raggiunse immediatamente <<ma quante volte ti devo dire che devo essere avvisato se c’è un novellino? Ma poi che razza di attori ci mandano? Ma ti pare che lo faccio lavorare con James, questo? Questo è un porno serio! Mica un fetish di quart’ordine!>>

<<Leonard… io in realtà non ho notizie di novellini, non so chi sia>> gli rispose il ragazzo, quasi sicuramente il suo assistente, pensò Seamus.

<<Io… io non giro porno fetish e soprattutto non gay!>> rispose Seamus, arrossendo ancora di più e sentendosi offeso per le parole dell’uomo, anche se in effetti poteva capirlo, di certo sarebbe stato strano come attore porno con il suo fisico magrino e la gobbetta.

<<E con questo che vorresti dire? Ma ora abbiamo anche gli attori omofobi?>> la voce del regista era sempre più adirata e lo intimorì ancora di più.

<<Io non sono un omofobo. Semplicemente non sono un attore>> gli rispose deglutendo, mentre cercava di capire come uscire da quella situazione imbarazzante.

<<Leonard… calmati>> la voce del giovane interprete, ora avvolto da un semplice telo attorno ai fianchi, attirò l’attenzione di tutti e tre <<forse è solo un fan… lo sai che a volte mi aspettano fuori… lui deve aver trovato il modo di entrare.>>

<<Io… non…>> Seamus stava per protestare, perché essere scambiato per un fan di un divo porno gay, lo metteva particolarmente a disagio. Poi pensò che forse farglielo credere poteva essere la cosa più logica, perché qualcosa gli diceva che quel ragazzo doveva essere uno dei protagonisti di quella storia e quindi la pagina da trovare sicuramente aveva a che fare con lui <<ecco… sì… sono un fan.>>

<<Ma per la miseria! Ti rendi conto, ragazzino, che ora dobbiamo riprendere tutto daccapo? Interrompere una scena porno è un disastro!>> gli urlò ancora il regista.

<<Insomma… è solo un cazzo di film porno, mica Ben Hur!>> gli rispose Seamus, perdendo la calma e dimenticando la scusa che aveva dato poco prima per la sua presenza.

<<Sei un fan davvero strano, tu… e comunque non sarebbe male l’idea di un Ben Hur porno… magari lo hanno già girato, ma non ricordo in questo momento>> il giovane attore lo guardò con le braccia incrociate, apparentemente per nulla offeso dalle sue parole <<Leonard, rimandiamo a domani, così ci calmiamo tutti e io porto via questo ragazzo. Vedrai che domani andrà benissimo la scena e sarà anche migliore.>>

<<E va bene… ma portamelo via da sotto il naso prima che lo trasformi in cenere per la mia pipa!>>

Seamus stava per rispondere, ma il regista con il suo assistente si voltarono lasciandolo da solo con quel giovane attore e sforzandosi di restare calmo, cercò di sorridergli, anche se non era facile visto che era lì che lo guardava, vestito solo di quel piccolissimo telo che lasciava poco all’immaginazione.

<<Io sono James e tu questo già lo sai… vuoi dirmi come ti chiami?>>

<<Ah, sì… certo… sono un tuo fan, quindi lo so come ti chiami… io sono Seamus.>>

<<Anche il tuo nome è strano… forza, andiamo… Seamy. Ho un appuntamento e mi devo rivestire. Non mi sembra il caso uscire in questo stato. Vieni con me, così poi usciamo insieme e tu però mi prometti di non entrare più dentro gli studi.>>

Seamus annuì senza dire nulla, non sapendo bene cosa rispondere e cercando di capire in che diamine di libro era finito. Un erotico gay, a quanto sembrava, ma questo James aveva qualcosa di particolare, non gli sembrava affatto il classico personaggio di un libro per adulti. Aveva un aspetto elegante e raffinato, un modo di fare gentile e dolce. Avrebbe potuto offendersi per la sua infelice battuta, invece gli aveva risposto in maniera ironica, facendolo sentire uno stupido, tra l’altro. Lo seguì fino al suo camerino, indicato da una bella targhetta con il nome James Miller. Entrò con lui e quando la porta si chiuse, Seamus iniziò a guardarsi in giro, imbarazzato dal fatto che il giovane si era tolto il telo, come se niente fosse, per potersi vestire.

<<Tu non sei un mio fan… chi sei?>>

<<Co… come?>> Seamus si voltò verso James, che per fortuna ora indossava i pantaloni.

<<Se fossi stato un mio fan, non ti saresti voltato… anche perché avresti dovuto avermi visto nudo chissà quante volte nei miei film>> gli rispose il giovane, mentre indossava anche una camicia.

<<Io… ecco… sì, hai ragione. Non sapevo cosa dire prima al regista… mi ha un po' spaventato quell’uomo.>>

<<Ma chi, Leonard? Non ti far abbagliare… in realtà è un pezzo di pane>> le parole di James si unirono alla sua risata, cristallina, fanciullesca al punto da sorprendere ancora di più Seamus per quanto fosse in contrasto con la sfrontatezza del lavoro che svolgeva <<quindi? Chi sei? Come mai ti trovavi sul set?>>

<<Ecco… io in realtà sto cercando una cosa… una pagina di un libro… è una lunga e complicata storia e non credo sia il caso di raccontartela.>>

<<E per cercarla sei finito qui? Tu sei davvero strano>> gli disse James, disinteressandosi poi di lui quando il suono di un sms attirò la sua attenzione.

<<Ma in che anno siamo? Qualcuno ancora manda sms?>> domandò Seamus, notando con la coda dell’occhio che era proprio un messaggio di testo e non una app di messaggistica, di quelle che oramai tutti usavano. Eppure il telefono era di ultima generazione, quindi la storia doveva essere ambientata in epoca moderna.

<<Sì… lui è molto vintage… sto provando a insegnargli a usare WhatsApp, ma non ne vuole sapere>> la voce di James, intento a leggere il messaggio, cambiò di tono, divenne più calda e Seamus riuscì a vedere una luce far brillare gli occhi chiari del ragazzo.

O per la miseria! Sono finito di nuovo in una storia d’amore… e per di più gay!

The LibraryWhere stories live. Discover now