Capitolo 19

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Alla fine non avevano fatto nessun bagnetto. Marco si era sdraiato accanto a lei stando attento al suo braccio dove la flebo era ancora attaccata e avevano parlato sommessamente di loro. Con una strana e complice intimità, si erano confidati piccoli aneddoti delle loro vite, ridacchiando alcune volte, e raccontandosi ciò che erano e soprattutto aprendosi in particolari anche molto personali con una complicità che spesso non raggiungono nemmeno coppie collaudate da anni di convivenza. Per loro invece, tutto sembrava essere spontaneo, a tal punto che Sofia dopo poco, come a volersi liberare da un pesante fardello che le opprimeva il petto, gli raccontò come da pochi giorni fosse venuta a conoscenza di essere stata adottata e di avere anche una sorella gemella da qualche parte. Ma soprattutto gli accennò di quei sospetti che, da qualche tempo aveva verso l'uomo che curava i suoi interessi. Marco, aveva ascoltato con interesse il racconto di Sofia, e cercando di tranquillizzarla, le disse che ora ci avrebbe pensato Morelli a sistemare le cose e poi che non era sola, lui sarebbe stato con lei se ce ne fosse stato bisogno. Quelle parole sincere e il viso dolce di Marco rasserenarono l'animo di Sofia, ma quel momento così intimo che spontaneamente si era creato tra loro non durò a lungo perché lei, ancora debilitata, dopo poco più di un'ora, con la testa poggiata al suo torace si assopì sentendosi sicura e tranquilla come forse non lo era mai stata. Marco sentiva il suo respiro calmo andare ad un ritmo sempre più lento. Si voltò leggermente stando attento a non svegliarla per guardarla meglio. Anche nella situazione in cui era e dopo tutto quello che aveva passato Sofia era davvero bellissima. Non sapeva ancora definire bene cosa provava per lei, era confuso, aveva appena perso la certezza dei giorni insieme ad Elena e questo non lo faceva essere razionale. La sua vita stava scorrendo lenta e monotona nel dolore del ricordo di ciò che aveva perso e non poteva più essere, quando improvvisamente una situazione imprevista e improbabile gli era esplosa in faccia e in un attimo tutto era cambiato. Rabbia, confusione, ansia, preoccupazione. Il cuore sembrava esplodergli quando l'avevano ritrovata in quella stanzina buia. Ora non sapeva cosa pensare, era confuso. Si stava rendendo conto che quello che era successo stava creando un legame speciale tra di loro, e onestamente questo, se da una parte lo rendeva orgoglioso che una donna così bella si interessasse a lui, dall'altra lo spaventava. Non era ancora pronto a provare di nuovo certe cose, certe emozioni. Sofia era bella, era limpida e parlare con lei era stato molto facile, sembrava davvero si conoscessero da sempre. Marco sapeva però che in quel momento la sua psiche era molto fragile, l'incontro con Sofia e quello che era successo erano capitati quando lui era alla deriva e aveva bisogno di aggrapparsi a qualcosa per non affogare definitivamente. Non c'era solo la bellezza, l'aspetto fisico, Sofia gli piaceva per quello che era e per come lo faceva sentire quando stavano insieme, ma aveva paura di ingigantire la cosa perché in quel particolare momento lui era così in balia di quella tempesta che si sarebbe aggrappato a tutto per non cadere nell'abisso. E lei era lì. In quel momento di disperazione, lei era lì a tendergli la mano. Forse aveva bisogno di tempo per immagazzinare bene tutto. Non doveva avere fretta e soprattutto, se lui ancora non capiva cosa provasse per lei, non aveva, al contempo, nemmeno la più pallida idea di cosa lei sentisse per lui. Sofia per l'ambiente che frequentava era sicuramente abituata a relazionarsi con altri tipi di uomini. Lui non era nemmeno lontanamente vicino ai suoi standard, macchine di lusso, locali di lusso, ville. Lui era riuscito a mala pena ad organizzare quei quindici giorni con suo figlio, e gli era anche costato parecchio economicamente e se non fosse stato per la situazione in cui erano, probabilmente non le avrebbe mai fatte quelle vacanze, ma voleva stare con Tommaso, voleva cercare di alleggerire quella rabbia e quella delusione che la separazione avrebbe lasciato nel suo animo di bambino. Tommaso era la sua unica ragione di vita in quel momento, anche se ora però si stava rendendo conto che una parte consistente della sua mente non smetteva di pensare a Sofia. Anche ora. Continuava a guardarla mentre dormiva e sentiva crescere forte il desiderio di abbracciarla. Sembrava così fragile, così sola, così bisognosa del suo affetto. Ricordò la sensazione di benessere che aveva provato la prima volta che l'aveva vista dal terrazzo della sua stanza. Facendo molta attenzione le spostò una ciocca di capelli appiccicaticci dalla fronte per guardare meglio il suo viso. Le linee dolci degli zigomi e le labbra carnose e seducenti gli stavano procurando una forte eccitazione. Cercò di distogliere lo sguardo dal suo viso e da quel corpo che aderiva perfettamente al suo in quel momento. Non pensare a lei era impossibile, ma cercò con fatica di distogliere il pensiero da lei che respirava al suo fianco. Con una forte frustrazione cercò di chiudere gli occhi almeno per riposare un po'. Lei, con un movimento repentino, si rannicchiò ancor di più contro di lui e spostando il braccio, nonostante la flebo, lo abbracciò trovandosi così a respirare tra le pieghe del suo collo. Marco percepì forte i brividi lungo la schiena e il desiderio crescere ulteriormente. Sarebbero state ore molto lunghe prima che il sorgere del sole arrivasse a separarli pensò con rassegnazione e un fortissimo senso di frustrazione.

***

Landolfi arrivò in ufficio e subito si avviò verso la stanza di Morelli. Entrando trovò il commissario seduto sulla poltrona con le gambe sulla scrivania, doveva essere davvero esausto pensò chiudendo la porta dietro di lui. «Dobbiamo partire per Ginevra» disse Morelli rimanendo nella stessa posizione sdraiata. Carlo si sedette di fronte alla scrivania «cosa hai in mente?» Morelli sospirò mettendo giù i piedi e sistemandosi sulla sua poltrona di pelle nera «dobbiamo far riprendere alla contessa il suo posto prima della firma dell'eredità». Landolfi annuì «come sta la contessa?» chiese. Il commissario sorrise debolmente «è spossata, se l'è vista brutta, ma è viva, soprattutto grazie a quel Marco Costa» prese un bastoncino di liquirizia e lo mise tra le labbra «quell'uomo ha avuto un intuizione geniale. Altrimenti, credo che, se fosse passata ancora qualche ora sinceramente non so se saremmo riusciti a tirarla fuori viva» continuò Morelli. Landolfi lo guardò incuriosito «racconta» disse sporgendosi per ascoltare meglio. Morelli invece si alzò dalla poltrona facendo l'occhiolino al suo vice «ti aggiorno su tutto mentre mi offri la colazione» sorrise avviandosi a fare il giro intorno alla scrivania per uscire dalla stanza «vieni, andiamo al bar in piazzetta». Il vice commissario Carlo Landolfi si alzò con un sospiro «questo tuo modo di fare è abuso di autorità lo sai?» sentenziò sorridendo mentre seguiva l'amico.

IL RIVERBERO DEL MAREWhere stories live. Discover now