Cap. 44

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Gionata controllava il cellulare ogni due secondi, muovendo nervosamente la gamba su e giù.
- Fra, puoi chiedere a Martina se Ellie è arrivata? - chiese il ragazzo e Charlie sollevò un sopracciglio.
- No. Stai esagerando Sfe. Davvero. Tedua è nostro amico, non ci proverebbe mai con Ellie - scosse il capo categorico. Gionata sboffonchiò.
- Sì che ci proverebbe perchè uno, non è la mia ragazza. Due, hai visto come Ellie mi ha sfidato prima? - spiegò appoggiandosi allo schienale del divano. Charlie rise perchè era solo colpa sua se ora si trovava in quello stato di ansia.
- Cosa ne sai? -
- Lo so, fra. Io lo farei - scosse il capo, quasi odiandosi.

Mario sbuffò quando dovette frenare per l'ennesima volta per via del traffico.
- Oh, ma cazzo! - esclamò prendendo l'ennesimo semaforo rosso. Ellie rise.
- Hai fretta? - chiese e il ragazzo scosse il capo.
- No ma mi girano i coglioni. Dai cazzo! - tuonò suonando il clacson. La ragazza sorrise divertita, mettendosi comoda. Sapeva che una volta imbottigliati nel traffico milanese, non c'era via d'uscita. Non prima di venti miniti, per lo meno.
- Ma allora vieni alla festa? - domandò Mario guardando annoiato la lunga fila di auto davanti a loro.
- Certo che vengo - annuì Ellie guardandolo con la coda dell'occhio. Il ragazzo annuì.
- Ma solo perchè sicuramente Martina mi romperebbe le palle se non venissi. Certo non per Gionata - rispose rivolgendo lo sguardo fuori dal finestrino.
- Sfe non è abituato a stare con una ragazza per più di un giorno - alzò le spalle, lanciando un'occhiata nello specchietto retrovisore.
- Si è comportato come se fossi sua - scosse il capo infastidita. Mario si voltò verso di lei, guardandola perplesso.
- Non lo sei? - chiese. Ellie sorrise amaramente.
- Chiedilo a Gionata. Io non so che risponderti, onestamente -
Mario annuì e poi le sorrise.
- Sfera starà impazzando. Sicuramente appena mi vedrà mi tirerà un pugno - rise. Le auto davanti si mossero e Mario, esultando, diede gas, partendo. Ellie, se da un alto si sentiva voluta da Gionata dall'altro provava l'esatto opposto, non capendo il suo comportamento.
L'auto si fermò davanti a casa della ragazza. Mario guardò il palazzo.
- Abiti qui? - chiese ed Ellie annuì.
- Grazie mille. Allora ci vediamo alla festa - sorrise aprendo la portiera. Stava per scendere ma la voce di Mario la bloccò.
- Posso darti un consiglio da amico? - domandò guardandola con sguardo fraterno. Lei annuì, incerta.
- Non mollare con Sfe, se no te ne pentirai. Non è così bastardo come può sembrare - le sorrise.
- Ci proverò - disse per poi chiudere la portiera e dirigersi verso il portone. Sentì il rombo del motore e poi l'auto sgommare via.
Suonò il campanello e il viso, coperto da una sostanza verde, di Martina comparve da dietro la porta.
- Che cazzo hai in faccia? - domandò Ellie entrando e gettando il giubotto su una sedia.
- È una maschera. Serve per eliminare le impurità e altre cose che non capisco - spiegò prendendo posto sul divano. Ellie si lasciò cadere accanto a lei.
- Cosa mangiamo per pranzo? - domandò.
- Mh, pasta? - chiese alzando le spalle ed Ellie annuì. Martina, intenta a limarsi le unghie, si rivolse all'amica.
- Non era la macchina di Sfera e nemmeno di Charlie. Con chi sei tornata? - chiese maliziosamente ed Ellie alzò lo sguardo al cielo, ridendo.
- Mi spii? - chiese dandole una sberletta sul braccio.
- Ma falla finita. Ero alla finestra e ti ho vista - si affrettò a rispondere senza distogliere lo sguardo dalle unghie. Ellie sorrise.
- Mario - rispose.
- Mario?... Oh! Tedua? - esclamò voltandosi verso di lei a bocca aperta. L'amica rise divertita vedendo la sua eapressione.
- Sì, Marti. Lui -
- Ma che cazzo... non è giusto. Anche io volevo farmi portare a casa da Tedua - sbuffò portandosi le braccia al petto. Ellie si alzò in piedi.
- Te lo dirà poi Charlie ma Mario ci ha invitate alla festa di un certo Izi settimana prossima -
Martina lasciò cadere la lima e si scagliò contro la ragazza che sussultò, spaventata.
- Izi? Sei sicura che abbia detto Izi? - domandò su di giri. Ellie, sempre più preoccupata, annuì.
- O mio Dio! O mio Dio! Andrò ad una festa con Sfera, Charlie, Tedua e a casa di Izi! O cazzo, devo cercare qualcosa da mettermi - esclamò in uno stato di ansia, estasi e agitazione. Ellie si staccò dalla presa di Martina.
- Chi è Izi? E poi è settimana prossima, hai ancora tempo - scosse il capo. La ragazza la guardò come se avesse commesso un omicidio.
- Tu non ti meriti questo mondo - esclamò rendendo sempre più perplessa Ellie che non sapeva che dire.
- Izi cazzo! Ti avrò fatto sentire mille canzoni - continuò allargando le braccia ma la ragazza continuava a non capire.
- Oh ma per favore! Lasciamo perdere. Che vergogna - commentò indignata dirigendosi verso il bagno. Ellie si sentì quasi in colpa ma poi pensò a Gionata, al suo atteggiamento e si innervosì.
Aprì la porta del bagno e si appoggiò al mobile mentre Martina canticchiava sotto la doccia.
- Ho bisogno di parlare - esordì Ellie, facendo sobbalzare l'amica.
- Cazzo! Avverti che sei entrata. Mi hai fatto prendere un infarto - esclamò con il cuore a mille. Ellie alzò lo sguardo al cielo.
- Gionata mi fa andare fuori di testa. Letterlamente. Io non lo capisco - disse sospirando.
- Spiegati meglio - commentò Martina spuntando da dietro la tenda.
- Ormai sono due mesi che va avanti questa cosa -
- Quale cosa? - domandò maliziosa la ragazza comparando ancora da dietro la tenda. Ellie la guardò truce.
- Sai benissimo di cosa sto parlando - sbuffò.
- Io vado nel pallone, okay? Non siamo fidanzati perchè a quanto ne so a lui non interessa esserlo. Quindi questa cosa mi fa pensare che voglia solo scopare. Il problema è che lui si comporta da fidanzato geloso. Dovevi vederlo stamattina con Mario. Gli ha detto di non fissarmi - spiegò tutt'uno fiato. Martina, perplessa quanto lei, iniziò ad insaponarsi i capelli.
- Gli ha pure detto "se vengo io alla festa viene anche lei" come se fosse scontata la cosa. Una volta si è pure sorpreso perchè sono rimasta per la colazione. Cazzo, cosa avrei dovuto fare? Scappare come una prostituta? E poi dice a tutti che tra di noi non c'è nulla - continuò tendendo lo sguardo fisso davanti a sè.
- E lo pensi anche tu? Che non c'è niente tra di voi? - chiese l'amica. Ellie rimase in silenzio per alcuni secondi, facendo capire a Martina quanto ci tenesse a Gionata.
- Ellie, si sincera come me. Non aver paura - sorrise dolcemente anche se non poteva vederla. La ragazza abbassò lo sguardo e iniziò a giocherellare nervosamente con la collanina.
- No - disse con la voce che le tremava. Si morse il labbro cercando di non piangere.
- No? Ellie, ti prego. Parla. Ti fa bene esprimere ciò che provi - la esortò Martina. Lei scosse il capo, non voleva ma come un fiume in piena, le parole, iniziarono a uscire dalla sua bocca.
- Come mi guarda. Nessuno mi ha mai guardato in quel modo. Quando siamo a letto, Marti... non so nemmeno descriverlo. Quando mi bacia mi porta su altro pianeta e lo capisco che non sono solo divertimento - continuò mentre le lacrime le ofuscavano la vista.
Martina si pietrificò per un istante. Afferrò l'accappatoio e velocemente uscì dalla doccia, guardandola attentamente.
- O mio Dio Ellie... tu lo ami - a quelle parole la ragazza scoppiò a piangere. Scivolò a terra, portandosi le mani sul viso.
- Io... io non posso - disse s
tra un singhiozzo e l'altro. Martina si sedette accanto a lei e scosse il capo, non capendo.
- In che senso non puoi? - chiese.
- Mi ha fatto promettere di non innamorarmi di lui - le disse mentre si asciugava le lacrime.
- Che? E tu hai accettato? - domandò scioccata. Ellie annuì.
- Non hai visto i suoi occhi Marti. Volevo dirgli di no ma non sono riuscita. Non pensavo di innamorarmi per davvero di Sfera Ebbasta cazzo - esclamò allargando le braccia. Martina si passò una mano tra i capelli bagnati. Non aveva mai visto la sua amica in quelle condizioni. Soffriva e voleva portle via quel dolore ma non sapeva come fare.
- Perché non glielo dici - disse alzando le spalle. Ellie rise amaramente.
- No Marti. Se lo faccio, lo perdo ed io non voglio. Io non posso perderlo. Per quanto io stia male in questo momento, lui mi far star bene, mi rende felice. Da quanto non lo sono più? Io ho bisogno di lui, Marti - continuò mentre le lacrime cadevano una dopo l'altra sulla felpa, macchiandola.
Si prese la testa fra le mani e sospirò. Martina, con gli occhi lucidi, la strinse forte a sè, rimanendo in silenzio.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Where stories live. Discover now