12 - Disegnare le montagne

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- Ma perché sei sempre così seria? - chiedo a Rebecca.

- Ti ricordo che qui siamo intrappolati, Tobia. Non mi va di fare l'allegra in questa situazione - mi risponde senza girarsi.

Mi piace questo posto. C'è tanto colore e tanta luce. Non come la foresta di prima.
Mi piace la luce.

Qui dove siamo noi ci sono tanti alberi e il terreno a sinistra va giù. E' molto ripido.

Mentre cammino penso a tante cose. Penso al perché siamo qui. Penso a come sia successo. Ma non penso a tornare a casa.

Non mi piace stare a casa.

Mentre penso giro come una trottola, guardando in alto, così mi gira la testa. Mi diverto a non camminare dritto e a cadere.

Certe volte le persone mi dicono che è una cosa stupida e che faccio delle cose stupide, ma mia madre mi dice che non devo ascoltarli. Che sono nato così e vado bene così come sono.

Non capisco cosa intenda. Perché qualcuno non dovrebbe andare bene?

Mio padre mi ha detto che non sono come gli altri bambini. Che gli altri crescono in modo diverso, ma io non so.

A me piace come sono.

Vado a sbattere contro un albero.

Sento Rebecca che sbuffa. Io mi tocco la fronte e gemo dal dolore.
Chissà perché sento il dolore. Di solito nei sogni non lo sento mai.

- Ahia! Ma perché sentiamo male anche se siamo qui? - dico quello che penso ad alta voce.

Rebecca pensa un attimo, poi mi dice che non lo sa e di non farmi troppe domande. Strano perché mi è sembrata incuriosita.

- Dai, muoviti. Voglio studiare la zona.

Sbuffo e la seguo. - Ma non sappiamo dove sono gli altri... - borbotto.

- Ci troveranno Lena e James. Hanno la mappa, ricordi?

- Sì, ma - accelero il passo per raggiungerla - se continuiamo a muoverci non ci raggiungeranno mai!

- E allora cosa proponi di fare? - si ferma, mi guarda e incrocia le braccia.

- Mmmh...

- Ecco. Dai, andiamo - riprende a camminare.

- Aspetta! - ho un'idea!

- Che cosa? - sbuffa.

- Se invento qualcosa per chiamarli diventa la mia creazione? - deve saperlo, dato che lei ne ha già una.

- Credo di sì. Puoi sempre provarci, se vuoi. - fa spallucce, senza fermarsi.

Cammino anche io ma inizio a pensare a qualcosa da creare.
O a qualcuno, da creare.

Questo posto... ci sono già stato.

È un ricordo sbiadito, ma mi è familiare. Una sensazione piacevole.

La valle è piena d'erba verde, perfetta per giocare a palla.

Cosa...?

Le montagne sono vicine ed è bello guardarle mentre si parla con qualcuno. Mi aveva detto che le veniva voglia di disegnarle, poi l'aveva fatto. Aveva preso un quaderno dal nulla, come se prima non fosse mai esistito.

I pensieri stanno andando da soli.

L'unica cosa che è cambiata è la luce. Era quella del caldo sole del pomeriggio, ma questa è quella rosea dell'alba.

Lost in Our DreamWhere stories live. Discover now