Seduta
col mio caffè,
tra una luce mortae un posto senza porta.
Il sole era sorto da un pezzo
giù al bar.Ritraevo il vaso bianco
- e oltre
la città.Mi pareva d'esser lì
da un'eternità.Poi
una porta chiusa
troppo forte edal deserto che era il locale
giù al bar
passa leifugace,
sfiorando con lo sguardo
chiedendo qualcosaleggera,
incurante
dei volti che incrocia.Tra le mani le piaghe
di una vita operaia,negli occhi gelidi
scudi
silenzioso blu.Capelli neri
più scuri
di qualsiasi coloreero mai riuscita a ricavare.
Il suo corpo uno scheletro,
ossa coperte
estranea bellezzadi quella che trovavo nei vivi,
nei libri, nelle sfumature dei cuori.Le mani sporche,
cappello in testa
persenza vergogna
spacciarmi
per maschio;io che infrango
dogmi,
natura morta,buongusto sepolto
con la mia nascita.Così la vidi:
a macchia d'aceto,
spalmata nel cielo.
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Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro. Non solo la dipinsi
ma la esposi,
muta vittoria.Era diversa,
estranea bellezza
eppure inevitabile.Dipinta di buio,
in blubianco e nero,
il nero più scuro
che riuscii a ricavare.Faceva freddo
sotto quel portico.Attendevo d'intuire
la complicità che
dal buio doveva trasparire,in visi sconosciuti, intenti
ad andare e venire.Dev'esserci qualcuno,
pensavo, che ha amato
come ama l'arte !Che ama
come si ama il bello
l'ideale del buio,il diavolo e il suo letto.
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Il nero più scuro
PoetryUna storia, o forse più dei ricordi masticati con il freddo e due sigarette americane alla stazione. Anna, in fondo, non ha niente da raccontare. Secondo posto The Girls Contest 2019 Poesia poesia narrativa, storico, biografico | 2016-2017 | riscri...