Three people you meet in Hell

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A svegliarlo fu il ruggito di Cora, furente.
Non sapeva dove si trovasse, ne perché la ragazza si stesse comportando così. L'ultima cosa che ricordava era di essere andato nel reparto DVD della stazione di servizio per vedere cosa offriva, poi qualcosa di umido sulla bocca e un odore forte e sgradevole nel naso. Nient'altro.
Solo che a giudicare dalla luce e dal freddo che percepiva non erano più alla stazione di servizio. Ancora stordito cercò di capire dove fosse e come ci fosse arrivato, solo che ad aumentare la sua confusione c'erano tre cuori che rimbombavano nelle sue orecchie.
Il ruggito di Cora lo colse impreparato e lo fece sussultare; era vicino a lei ma poteva sbagliarsi perché aveva che il suono rimbalzasse sulle pareti.


«Piantala, non si spezza!»

Jackson. La voce era chiaramente la sua. Immaginò che stesse rimproverando la sorella di Derek, ma non riusciva a capirne il motivo

«Taci! Non me ne frega nulla se sono cosparse di sorbo e strozzalupo, dobbiamo liberarci e scappare»

«Non essere scema, se fai tanto a spellarti e il solo strozzalupo entra in circolo-»

«Davvero credi di saperne più di me in fatto di mannari e strozzalupo? Sono più che capace di resistere ad un po' di veleno...»

Isaac riuscì a sentire il cuore di Cora pompare sangue per la frustrazione e lo sforzo, così come quello di Jackson. Di chi fosse il terzo cuore, che batteva lento, ancora non sapeva dirlo.
La mannara grugnì di frustrazione accanto a lui, ora ne era certo, poi sbuffò.
Sbatté le palpebre più volte e la vista cominciò a farsi più chiara, così come la sua capacità di ragionare.
Si trovavano in una stanza spoglia con pareti di cemento in cui riusciva a vedere infiltrazioni d'umidità; i tubi e i vari impianti erano in bella vista e c'era un odore acre così forte che riusciva a sentirlo nonostante nel naso persistesse un odore chimico che gli impediva di sentirne altri. Diede un'occhiata in giro confuso, ma non trovò finestre o fonti di luce visibili, nonostante riuscisse a vedere bene anche senza dover ricorrere alla vista di mannaro.

«Carajo...» con un ansito la ragazza si lasciò cadere accanto a lui ansante.

Ancora intontito si voltò a guardarla: portava gli stessi vestiti che aveva quella mattina e aveva il viso arrossato per lo sforzo; solo facendo vagare lo sguardo si rese conto che aveva le braccia bloccate dietro la schiena e che era legata a quello che sembrava essere un termosifone piuttosto ingombrante. Provò a girarsi di più per vedere di cosa si trattasse ma scoprì di essere nella sua stessa situazione, solo che era pure crollato a terra mentre era privo di sensi.

«Guarda chi si è ripreso» borbottò Jackson mentre lui si metteva seduto mugolando per il fastidio dei muscoli indolenziti.

«Isaac! Finalmente!» sbottò Cora voltandosi verso di lui. «Riesci a muoverti? A slegare le corde?»

Non si degnò di rispondere, la testa gli girava e aveva la sensazione che avrebbe potuto vomitare.

«Dove siamo? Non sento odori» riuscì a biascicare quasi un minuto dopo; con calma, doveva dare senso a ciò che stava succedendo.

«Non ne abbiamo idea» mormorò Cora, senza abbandonare il tono scocciato «Nemmeno io sento odori»

«C'è odore di cemento e pioggia, sotto quello di piscio» li informò Jackson arricciando il naso «Probabilmente siamo in qualche edificio abbandonati in una periferia»

THE LEGACY OF THE NEMETON || Teen WolfWhere stories live. Discover now