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Harry fissó quelle pagine con gli occhi sbarrati, incredulo di quello che stava leggendo, mentre tutti gli altri aspettavano con ansia di sapere.
Sentì l'ennesimo ringhio basso e profondo di Louis, che continuó ad ignorare così come le altre duecento volte dall'inizio di quella nottata.

Josh sospiró chiudendo gli occhi.

« Harry, ci stai facendo venire un infarto così. E io non posso morire, e loro non possono stare male. Vedi un po' tu. Tra poco è l'alba e te ne dovrai andare, ci puoi far sapere qualcosa tipo, non so, ora?»

Harry alzó lo sguardo sugli altri, come se solo in quel momento si fosse reso conto di essere lì. E che tutti gli altri erano lì in trepidante attesa delle sue parole.

Guardò Louis. Poi chiuse di scatto il libro.

« Non si può fare. È finita. Lasciamo stare» disse serio.

Poi si alzó con ancora un po' di fatica per il dolore fastidioso al braccio e si allontanó dagli altri.

Louis lo guardó perplesso prima di raggiungerlo e strusciarsi a lui.

« È impossibile. Lascia stare, Lou. Resteremo così per sempre.» disse con le lacrime agli occhi.

Il lupo si mise davanti a lui e lo guardó fisso negli occhi, poi lo spinse facendolo ritornare verso gli altri. Harry alzó gli occhi al cielo; dopo, Louis lo fece sedere vicino a sè e aspettó.

Harry lo abbracció allacciando le braccia intorno all'enorme collo. Caldo, morbido, dell' uomo innamorato di lui.

Tutti aspettarono impazienti.

« Sono una specie di figlio del figlio del figlio di non so quanti figli dell'uomo che ha scritto quella parte di libro. Quel bestiario è stato scritto da diverse persone e non so, probabilmente le altre hanno scritto nella lingua che sa Josh. Non lo so. A un certo punto ho perso il filo..»

Prese un respiro profondo e dopo qualche secondo parló di nuovo.

« ..È impossibile uscire da questa maledizione perché secondo quel libro, è una delle più potenti mai scatenate. Ha richiamato il diavolo in persona per scatenarla. E per scioglierla non solo bisogna aspettare un eclissi solare, ma anche rubarle il suo sangue e una ciocca dei suoi capelli. Preparare una sorta di miscuglio con il nostro sangue. E ucciderla con qualsiasi cosa macchiata da quel miscuglio. Ma come potremmo riuscire a prendere il suo sangue? Impossibile»

Fel prese il suo cellulare e a una velocità inaudita digitó sul display.

« Ok, la prossima eclissi solare è fra una settimana esatta» disse attirando l'attenzione di tutti.

Harry arcuó un sopracciglio.

« Ma dai!» esclamó esterrefatto. Non poteva crederci. Quante possibilità c'erano che una settimana dopo,ci fosse stata un eclissi, tra l'altro una solare!

Certo che il destino non si annoiava mai con loro due.

Niall si alzó in piedi e mise le mani sui fianchi.

« Bene. Abbiamo una settimana per prenderle il sangue e dei capelli»

Fel annuì.

« È ora di mandare a fanculo quella strega. Ci penso io ai capelli. Tu pensa al sangue» disse al fratello.

Louis ringhió guardandola dritto negli occhi.

Fel alzó gli occhi al cielo.

« So cavarmela. Non sono più una bambina. Ho le mie conoscenze»

« Wo wo wo! Aspettate un secondo! È troppo pericoloso! Non potete farlo!» esclamó il riccio, molto preoccupato.

Fel sorrise e scosse la testa.

« Domani vi faccio avere i capelli» disse solamente prima di andarsene.

Harry guardó Louis.

« Scusa ma tu non dici niente?» chiese perplesso.

Louis ringhió solamente.

« Ah beh, si, molto utili i tuoi ringhi. Soprattutto in questa situazione. Puoi anche evitare» esclamó alzando gli occhi al cielo.

***

Qualcuno bussó alla porta della stanza d'hotel.

« Sono la cameriera. Sono qui per pulire» si annunció la donna delle pulizie.

La strega, Margaret, uscì dal bagno proprio in quel momento. Prese la sua borsa, si sistemó i suoi capelli lunghi, mossi e biondi, e aprì la porta della suite.

La cameriera, in divisa blu scura, si fece immediatamente da parte e abbassó lo sguardo.

« Buongiorno signora. Sono qui per pulire» disse la giovane ragazza.

Margaret neanche la consideró.

Andó per la sua strada ignorandola totalmente.

La ragazza prese un respiro profondo e poi entró dentro la stanza, portandosi con sè il carrello delle pulizie. Chiuse la porta e subito si guardò intorno.
Alzó il mento e si guardó in giro, cercando ovunque.

Niente telecamere. Bene. Poteva fare quello che Felicite le aveva chiesto, essendo amiche da anni.

In un battito entró in bagno e si guardó intorno. Vide subito la spazzola con i capelli biondi della strega.
La prese e tiró fuori tutti i capelli. Li mise in una bustina trasparente e la ripose nel carrello delle pulizie.

Poi si occupó del letto. Tolse le lenzuola, cercó di capire se c'era qualcosa che poteva essere utile alla licantropa Tomlinson.

Ma non c'era niente. Finì di sistemare velocemente tutto il resto, poi uscì dalla suite e chiuse a chiave.

Girandosi, le prese quasi un infarto, quando vide a un passo da lei la strega.
La guardava con uno sguardo serio, duro.

La ragazza deglutì e abbassó di nuovi lo sguardo.

« Bentornata signora. Ho finito adesso di sistemare la suite.»

« Sarà meglio per te che non manchi niente e che sia tutto apposto. Altrimenti non passerai per il direttore. Ma direttamente dalle mie mani» esordì la strega.

La cameriera annuì con vigore.

« È tutto in ordine, signora»

« Vai via, ora! Voglio stare sola»

La licantropa annuì ancora, poi si giró verso il carrello e lo spinse verso l'ascensore.

Entrata dentro, prese un respiro profondo e si appoggió alla parete.

Prese il cellulare in mano e compose un messaggio per Fel.

"Arrivo."

Pratica. Concisa.

Appena il messaggio arrivó, cancelló definitivamente la conversazione completa con Felicite.

Arrivata allo spoiatoio si guardó in giro. Nessuno stava badando a lei.

Andó fino alla porta sul retro e consegnó la busta con le ciocche di capelli a Fel.

« Ecco qui»

« Grazie Barbara. Ti devo un favore.»

« Tranquilla.» disse prima di salutarla e andarsene.  

Tuo, SempreWhere stories live. Discover now