22 • allora tu mi hai sorriso

50 4 0
                                    


Lola

Nonostante io sappia che a Jackson dispiace per me, lui non mi guarda con quel misto di pietà e impotenza come se gli dispiacesse di non poter fare niente per me. Sembra solo realista; mi guarda come se stesse pensando a qualcosa.

-Ti sei mai addormentata durante le ore che hai passato da sola?- Lo guardo con espressione interrogativa, ma poi rispondo -Penso di sí.-
-Ti hanno lasciato andare.-
-Cosa?-

Si alza e viene di fronte a me guardandomi dall'alto in basso. -Hanno fatto in modo che tu riuscissi a slegarti almeno i piedi e hanno lasciato la porta aperta. Ti hanno lasciato andare.-

Ci penso un attimo e effettivamente ha senso. Mentre dormivo sono entrati e hanno fatto in modo che io riuscissi a slagarmi.

Sospiro. -Una volta che pensavo di essere stata coraggiosa scopro che sono stati gli altri a farmi un piacere. Non avró mai il mio momento da agente segreto...- Tento di scherzare.

Jackson sorride divertito, e mi guarda. -Non devi andare da Ryan per "quella specie di piano che sicuramente fallirà"?- Mi chiede ripetendo le mie esatte parole.

Ho iniziato a raccontargli la nostra situazione con loro quando è venuto in casa mia per riprendersi il telefono. Erano già varie ore che stava lí e io volevo sfogarmi. Non sapevo spiegarmi il senso di familiarità che avevo quando ero con lui, e che ho ancora, ma ora si spiega tutto.

-Si, ma dobbiamo vederci verso le cinque e mezza, e adesso sono le dieci di mattina. Ho fame.- Concludo cambiando discorso. Per la prima volta non ho voglia di parlare di Ryan.

***

Dopo aver pranzato io e Jackson siamo andati a fare un giro nei ditorni di casa sua, dove vivo adesso. Non ho intenzione di stare sotto lo stesso tetto dei miei genitori dopo quello che hanno fatto. Non appena l'ho scoperto ho solo pensato a quanto fossi arrabbiata, ma poi quando sono arrivata a casa c'era solo mio padre e ci ho litigato. A quel punto sono tornata a casa di Jackson piangendo e lui mi ha invitata a stare da lui.

-Grazie.- Dico all'improvviso mentre percorriamo una stradina che secondo lui è una scorciatoia per arrivare a casa più in fretta.

-Di cosa?-
-Di tutto. Grazie di ospitarmi, grazie di essere così gentile, grazie di dormire sul divano per lasciare a me il letto.- Ridiamo insieme per questa mia ultima considerazione.

-Beh, eri la mia fidanzata dopotutto.-
-Non ti ho ancora chiesto come hai trovato l'indirizzo.-

Si mode il labbro, abbassa lo sguardo ma poi risponde -Quando ho trovato il tuo nome su quel documento sapevo di averlo già sentito. Qualche sera dopo ti ho sognata e mi sono svegliato urlando il tuo nome. In quel momento mi sono deciso che non poteva essere una coincidenza, e mi sembrava di conoscerti già, come se tu fossi stata la mia amica immaginaria di quando ero bambino. Quel documento aveva il simbolo di un ospedale italiano, mi ricordavo di averlo già visto. Ho cercato su internet e ho trovato un'ospedale in provincia di Bologna. Ho chiamato e, anche se per parlare in inglese hanno dovuto chiamare un'altra ragazza alla reception, alla fine ho scoperto che i miei genitori e i tuoi sono stai là insieme.-

-A fare cosa?- Chiedo sempre più curiosa. Ma lui non risponde a questa domanda perché esattamente in questo momentoi suona il telefono.

Lo guardo e lui fa spallucce come per dire "rispondi pure". Lo faccio.

-Lola.-
-Ry.- Dico riconoscendolo.

-Volevo solo ricordarti di oggi.-
-Si, me lo ricordo.- Dico fredda.
-Cosa hai fatto?- Mi chiede lui, preoccupato.

Il Mio Stronzo PreferitoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ