Capitolo 39

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"Dove diavolo sono McGee e DiNozzo?" chiese Gibbs notando la loro assenza.

"Non saprei, Tim ha di nuovo dato di testa e Tony gli è andato dietro" rispose distrattamente Ziva.

Gibbs ci pensò su, prese il cellulare e compose il numero di DiNozzo che rispose solo dopo diversi squilli: "Ciao capo!" ansimò.

"Che succede Tony? Perché quel fiatone? McGee è con te?" chiese.

"Si, capo, ora te lo passo" porse il cellulare a Tim che era seduto in terra accanto al lui, "per te" sorrise.

"Capo?".

"McGee che diavolo succede? Perché non siete in ufficio?" chiese Gibbs.

"Scusa capo, siamo in sala interrogatori, ma ora arriviamo".

Jethro non rispose e riattaccò la comunicazione.

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"Va meglio?" gli chiese Tony seduto in terra accanto a lui.

"Si" sospirò l'altro.

"Bene, ora mi dici cosa ti è preso?" ribatté DiNozzo massaggiandosi la mascella dolente.

Tim lo osservò, non si capacitava di quello che aveva fatto Tony per lui e questo lo faceva sentire ancora più miserabile.

"Perché?" chiese.

"Perché cosa?" ribatté Tony guardandosi intorno imbarazzato.

"Io non merito..." mormorò Tim, ma l'amico lo bloccò: "Ehi! Siamo amici, tu per me avresti fatto lo stesso!" sorrise.

"Non penso Tony, fisicamente sei decisamente più forte di me, mi avresti steso dopo due pugni" sorrise.

DiNozzo ci pensò su: "Effettivamente" rise divertito.

"E poi io mi sono comportato male con te" riprese McGee, "la notte che ti abbiamo trovato nel bosco, io ti ho lasciato morire!" concluse guardando il pavimento.

"No Tim, tu in quell'occasione ti sei comportato d'amico!" sorrise Tony dandogli una pacca sulla spalla, "hai pensato al mio bene, non al tuo egoismo ed eri pronto a lasciarmi andare".

"Ma che diavolo dici?" scattò Tim, "ti rendi conto che se fossi stato da solo in quel bosco tu ora saresti morto?".

"Si, ma non lo sono" sorrise Tony.

"Io mi sono arreso, Gibbs no!".

"Ma lui è Gibbs, cosa ti aspettavi da lui?" rise, "ascolta, tu non sei stato un vigliacco, ma un amico e, soprattutto, sei stato molto coraggioso. Tu hai avuto il coraggio di prendere una decisione che il capo non è stato in grado di fare" concluse guardandolo fisso negli occhi.

Tim sbuffò in un sorriso.

"Che c'è?" chiese Tony sorridendo a sua volta.

"Sono le stesse parole che mi ha detto lui, incredibile!" commentò continuando a ridere.

"Oddio, vuoi dire che tra qualche anno porterò i capelli a scodella, parlerò a monosillabe e guarderò tutti con sguardo da truce?" ghignazzò Tony.

"Ehm Tony?".

"Magari quando sarò vecchio come Gibbs inizierò anche a costruire barche, chissà!".

"Tony!!".

"Cosa?".

"lo specchio...è...acceso!" sussurrò Tim.

Tony si voltò e vide Gibbs che gli osservava dall'altra stanza da cui di solito si ascoltano gli interrogatori.

Un piccolo angeloHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin