9.2

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< S-scusa.. > mormorò il ragazzo dai lunghi capelli ricci, asciugandosi il volto bagnato dalle lacrime con una mano per poi alzarsi dal marciapiede freddo e buio. < non volevo infastidirti. > continuò, cercando di non balbettare più di tanto, anche se non fu facile: le lacrime, i soli boxer che indossava e il freddo non lo aiutavano affatto. < O-ora sto bene, n-non preoccuparti. >

< Ehm... Fatico a crederlo. > ribattè Louis, squadrandolo da testa a piedi. Sentì il cuore martellargli nel petto e le mani sudare e, anche se faticava a reggere lo sguardo del riccio, cercò di risultare calmo e tranquillo. Harry ha la febbre. < Ti verrà la febbre se rimani qui fuori, al freddo. > continuò, prendendo un fazzoletto di carta pulito dalla tasca e porgendoglielo. < Torniamo dentro, dai.. >

"Aspetta.. Questa voce.." Harry strizzo gli occhi, concentrandosi sulla figura e in un attimo lo riconobbe. "Oh,no..." pensò, scuotendo la testa lentamente mentre ripensava all'ultimo ricordo che aveva di quel tipo. < S-scusi m-ma.. > tremò Harry, allontanandosi di un passo da Louis. < n-non me la sento d-di fare qualcosa.. > disse cercando di mantenere la calma. Si asciugò qualche lacrima ribelle e distolse lo sguardo da di lui. "Non posso credere che sia venuto qui solo per questo.."

Louis gli lanciò uno sguardo confuso, prima di capire i riferimenti del ragazzo. < cosa? No, no, no! > disse subito, mettendo le mani avanti. < Sono venuto qui dolo per capire se stavi bene o... O se volevi una mano.. > spiegò imbarazzato il liscio, mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosso.

Il riccio annuì lentamente, senza ascoltarlo veramente. "D-devo andarmene a casa e prendere una pausa da tutto questo" si disse, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. "Per stasera ne ho avuto fin troppo.." < Sei stato gentile.. > disse Harry con voce quasi piatta, fregandosene del fatto che potesse averlo interrotto o meno. < ma adesso devo andare. >

< Vuoi davver- >

< Arrivederci > lo interruppe stavolta il riccio, stringendosi nelle spalle, prima di dirigersi verso l'entrata posteriore riservata ai lavoratori dell'edificio. "D-devo prendermi una pausa da tutto questo.." pensò, spingendo la porta di ferro per entrare dentro.

Il liscio, invece, non riuscì a muovere nemmeno un muscolo, pietrificato dalle parole fredde del riccio. Non si sarebbe mai aspettato, da un ragazzo carino come lui, una freddezza simile. "Che può essergli successo?" pensò, continuando a fissare con sguardo perso la porta dalla quale lo stripper era appena entrato.

E Louis sarebbe rimasto a fissarla così per una vita o più se Zayn non avesse interrotto quella magica connessione visiva con una telefonata, alla quale Louis rispose velocemente.

< Qualche problema? > chiese subito il liscio, stringendosi nel giubbotto di pelle che a fatica riusciva a scaldarlo. Non si era nemmeno acconto di quanto facesse freddo là fuori.

< St..era n.. mi asp..re, Lo.. > urlò Zayn dall'altro capo del telefono, facendo allontanare Louis.

< Cosa?! > chiese confuso il liscio, guardando il cellulare. L'unica cosa che Louis riuscì a sentire fu un forte brusio di sottofondo e qualche risata distorta, ma della voce di Zayn non ci fu nemmeno l'ombra. < Zayn?! Sei lì?! >

< Non mi aspettare! > stavolta la voce di Zayn fu chiara e forte e il brusio in background sparì in meno di un secondo. < Ho trovato una ragazza favolosa che... >

Di quel che Zayn disse dopo, Louis non ascoltò nemmeno una parola. Ogni particella del suo corpo andò in tilt quando dalla porta di metallo uscì il ragazzo che poco prima era entrato dentro l'edificio con solo un paio di boxer addosso. E anche se adesso era completamente vestito - il riccio indossava un giacchetto nero, dei pantaloni attillati dello stesso colore e degli stivaletti marroncini - Louis l'aveva riconosciuto fin da subito: Non avrebbe mai potuto dimenticare la sensazione di quei soffici capelli color cioccolato tra le dita e quegli occhi verde prato che incrociavano lo sguardo dei passanti con diffidenza.

< Ti richiamo dopo, Zayn > sussurrò Louis, interrompendo il moro nel bel mezzo del suo discorso e riattaccò, senza soffermarsi ad ascoltare altro. I suoi occhi azzurri si soffermarono silenziosamente sul riccio, il quale aveva appena attraversato la strada per fermarsi sotto la fermata dell'autobus.

"Forse dovrei prendere un taxi.." pensò lo stripper, osservando il cartello degli orari appeso al palo della fermata. "Il prossimo sarà tra un'ora e un quarto e se prendessi il taxi ci metterei trenta minuti" Si prese il labbro inferiore tra i denti bianchi e alzò lo sguardo sul cielo, facendo un rapido calcolo mentale. "È tardi ma non ho così tanti soldi pe-"

< Hey, tu! Aspetta! >

Il riccio si voltò di scatto non appena sentì quella voce acuta chiamarlo e alzò gli occhi ancora rossi al cielo quando vide il liscio correre verso di lui, stando attento alle poche macchine che passarono per la strada. "Oh Cristo, che cosa vuole ancora? Perché mi perseguita?!" Ovunque si girasse, Harry si ritrovava sempre davanti quel ragazzo che, secondo lui, non era nemmeno brutto. Tuttavia, l'unica cosa che lo spaventava era la sua vicinanza. In passato Harry aveva avuto gravi problemi con alcuni clienti che si erano fissati con lui, arrivando anche ad allontanarli legalmente, e stavolta sperava con tutto sé che non fosse così. "Perché tutti i ragazzi più carini sono i più malati?"

< Scusa ma hai bisogno di qualcosa? > chiese il riccio, stringendosi nel giubbotto, una volta che Louis fu abbastanza vicino da sentirlo.

< H-ho.. > mormorò il liscio boccheggiando per colpa della piccola corsetta. Tutti lo sapevano: Louis fumava fin troppo in quel periodo. "Dovrei proprio smettere..." < H-ho visto che... > Louis scosse la testa lentamente e alzò lo sguardo sul ragazzo, pietrificandosi. Non si era mai reso conto realmente di quanto fosse carino, con quegli occhi da cerbiatto, quel nasino e quelle labbra che avrebbe voluto baciare cento e mille volte.

< Che...? > chiese Harry, alzando un sopracciglio con fare confuso. L'ultima cosa che voleva era perdere tempo con qualcuno che nemmeno conosceva.

< Vuoi... un passaggio? > chiede improvvisamente Louis, non riuscendo a dire o a pensare altro. I suoi occhi azzurri erano incollati su quelli verdi del riccio e sapeva che non sarebbe riuscito a mantenere quello sguardo per molto. Sentiva già le guance calde e una morsa che stringeva il suo stomaco, facendolo contorcere interiormente, ma fu la risposta del riccio a dargli una vera e propria doccia fredda...

I've Been A Bad Girl, Daddy - Larry StylinsonWhere stories live. Discover now