第3章-Atsui kokoro

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第3章-Atsui kokoro

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3-Atsui kokoro

Quando riaprì gli occhi avvertì un leggero fastidio alla gola e quando ne toccò con la mano il punto leso notò che il suo collo era stata fasciato e la sua ferita ripulita.

Le mani iniziarono a tremare ricordando ciò che le era accaduto e istintivamente riportò le mani sul collo.

«Credevo di essermelo spezzato» tentò di dire a fatica avvertendo sempre quel leggero fastidio alla parte della gola.

«No, ma hai rischiato sul serio.»  le disse una voce entrando nella stanza. Un ragazzo dalla folta capigliatura castano chiaro, due occhi a mandorla, e una lunga veste nera che gli arrivava fino alle ginocchia. Dietro di lui una donna dai capelli rossicci teneva tra le mani una piccola cartellina e non le rivolse nemmeno uno sguardo quando entrò. Dal suo camice bianco le fece credere che fosse un medico e da come successivamente si era avvicinata a lei per esaminare le sue ferite poté notare che la sua intuizione era giusta.

L'altro ragazzo, invece, era rimasto a guardare dietro le sue spalle. La stava fissando e la cosa non le stava piacendo affatto.

«Potresti dire al ragazzo dietro di te di smetterla di fissarmi» chiese alla donna che dovrebbe più o meno avere la mia età. La ragazza dai capelli rossicci, di tutta risposta, la ignorò continuando a visitarla mentre lui continuava indisturbato ad osservarla.

«Dove sono?» chiese tra le tante mille domande che aveva per la mente. Fu proprio il ragazzo a risponderle, mentre la giovane dottoressa continuava a ignorarla trascrivendo qualcosa su quelle sue carte.

«All'ospedale. Eri in pessime condizione quando ti ho trovata nella foresta.» le disse soffermando ancora di più lo sguardo che era diventato ancora più intenso.

Non sapeva spiegarsi il motivo, ma quei occhi le mettevano i brividi.

Quando la ragazza rossiccia finì di scrivere si voltò verso di lei riservandola uno sguardo di sufficienza.

«Non hai riportato gravi danni. Ti abbiamo chiusa la ferita, ma per il momento ti conviene rimanere qui per ulteriori accertamenti.» le spiegò stringendosi la cartellina sul petto e dopo essersi scambiata qualche parola con l'altro ragazzo uscì dalla stanza lasciandoli soli.

Akane provò a fare mente locale e cercare di trovare un senso a tutto ciò che le era accaduto. Qualcuno la voleva morta? Perché? Lei che viveva come l'aria, che non aveva amici figuriamoci nemici.

Certo c'era una leggera antipatia con il capo della pasticceria, ma non poteva credere che l'odio che provava nei suoi confronti potesse  essere tale da assoldare un mercenario per ucciderla.

Il ragazzo - ancora senza nome- si sedette sulla sedia accanto a lei rivolgendo lo sguardo sul vuoto. Akane ne approfittò per soffermarsi ad osservarlo. I suoi lineamenti erano molto mascolini, e i suoi capelli corti le davano un'aria molto giovanile.

Akane NishimuraWhere stories live. Discover now