Choosing you

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La sua vita era davvero sfortunata, su questo non c'erano dubbi.

Avrebbe potuto fingere di vivere ancora per centinaia e centinaia di anni, ma non ne aveva più voglia.

Erano già tre secoli che proteggeva la gente di Heian-kyo e vegliava sulla città come guardiano Yin, da solo contro la minaccia costante dei demoni.

Era nato così, questo era il fato assegnatogli dagli dei, ma si era spesso trovato a invidiare la vita breve degli umani che per paura della morte si legavano gli uni agli altri consacrando il loro amore come immortale.

Levi sapeva fin troppo bene che tutto appassiva prima o poi, anche l'affetto veniva a mancare una volta raggiunto l'altro mondo.

Eppure non sempre era così, alcune volte l'anima di una persona tormentata riusciva a tornare tra i vivi e questo era un problema che spettava a lui risolvere.

Gli dava sempre una certa soddisfazione bandire un fantasma, quel brivido gelido che lo attraversava al termine del rituale era un sollievo, gli ricordava di essere un umano.

Beh, in parte, almeno.

Certo, il sangue kistune che scorreva nelle sue vene era quanto più lontano ci fosse dal normale, ma era facile da nascondere.

Il problema era che più viveva più il suo cuore si sgretolava.

Perdere gli amici, vederli invecchiare mentre il tuo aspetto non mutava di una virgola, faceva male.

Dopo Isabel e Furlan, Levi aveva smesso di uscire, andava solo alle riunioni del Bureau of Divination e neanche lì parlava molto.

Si era chiuso in sé stesso e nel suo giardino con Petra, lo shikigami farfalla che svolazzava allegramente tra le piante e si prendeva cura di lui.

Pensava di essere destinato a vivere da solo, a vedere il mondo cambiare nella più totale apatia, eppure come poteva rimanere indifferente davanti a quel sorriso?

Da circa un mese a corte era giunto un nuovo nobile, il nipote dell'imperatore e principe diseredato.

La prima volta che Levi lo vide stava discutendo animatamente con alcuni signori altolocati e rideva sommessamente, probabilmente divertito dalla buffa apparenza dei suoi interlocutori.

Poi lo incontrò nei giardini dietro la sede del consiglio dell'Onmyodo che passeggiava con una fanciulla di alto rango nonché primogenita dell'imperatore, Historia.

Raramente lo aveva intravisto da solo, ma una sera ebbe il privilegio di sentirlo suonare.

Eren suonava il flauto e stava dedicando una dolce melodia al silenzio della notte quando i suoi grandi occhi verdi incontrarono quelli chiari del moro.

Si guardarono a lungo avvolti dalle tenebre, poi Eren sorrise e si presentò con un piccolo inchino.

Da quel momento in poi la vita del maestro yin yang non poté essere più bella, il giovane castano aveva portato una vitalità il cui ricordo apparteneva al periodo in cui Isabel e Furlan erano vivi, quasi un secolo fa ormai.

E Levi prendeva, prendeva tutto ciò che l'altro gli offriva, avido di emozioni e ricordi.

Così Eren iniziò a presentarsi ogni giorno al cancello della tenuta del moro al limitare della città, si sedevano sul portico e bevevano sake parlando del più e del meno.

L'umorismo pungente del più anziano si contrapponeva alla dolce ingenuità del ragazzo che tendeva a scambiare per amore ogni più piccolo affetto verso una ragazza.

Il cuore di Levi si riempiva d'amore ogni volta che sentiva la sua voce e andava in estasi al suono del suo flauto, ma in fin dei conti a cosa serviva innamorarsi?

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