Capitolo 4

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Passarono un paio di giorni in armonia. I gruppi si invitavano reciprocamente per unirsi nelle varie escursioni serali, anche se spesso i programmi non convergevano. La poca simpatia tra Paul e Bridget era chiara a tutti, e sapevano che la leggera tensione tra loro non celava altro, come invece succedeva tra Brody ed Eva. Ma loro non si erano mai odiati, si divertivano a stuzzicarsi, erano due rapporti completamente diversi.

La mattina, però, successe qualcosa di diverso.

«Cosa?» Domandò Jane eccitata. «Una festa? Racconta, voglio saperne di più».

«Assolutamente!» Le fece eco entusiasta Tamara, ma anche Brody e gli altri si misero ad ascoltare le conversazioni tra le ragazze.

Lena, ormai abituata alla presenza costante di Brody, era diventata molto più tranquilla, così si mise a spiegare la serata a quelli che non la conoscevano. «Ok, vediamo... praticamente, una signora facoltosa, ogni anno organizzava in casa propria una festa brasiliana. Stufa però di dover tirare la casa a lucido prima e dopo la festa, ha deciso di spostarla da quattro anni circa all'hotel Royal Riviera, a Beaulieu».

«Ma dai, ma allora è una festa seria!» La interruppe Tamara.

«No, è noiosa, è diverso». Intervenne Brody, la mente che vagava già su signore rifatte e simpatici vecchietti che si spostavano con deambulatori vari. Addio ballerine di samba, addio intimo striminzito. E il tutto sparito per evitare attacchi cardiaci ai partecipanti.

«Fatemi finire!» Lena rise divertita. «La festa in hotel è seria e noiosa. Sono tutti ricconi che si fingono trasgressivi. Ma, siccome questo party era così rumoroso da tenere sveglie gran parte delle case nei dintorni – ricordo ancora la musica che, ovattata, arrivava fino a casa nostra – i comuni limitrofi hanno deciso di indire una festa simile, ma renderla accessibile al pubblico».

Dei versi entusiasti e interessati si levarono dagli ascoltatori.

«Quindi la spiaggia accanto a quella dove andiamo noi il pomeriggio, per una sera, è illuminata in tutta la sua lunghezza da luci, postazioni di dj set, stand gastronomici e, soprattutto, piena di gente che balla e si fa un giro nei paraggi».

«Da Villefranche a sotto casa nostra, in pratica?» Domandò sbalordito Paul.

«Esatto». Fred rispose per solidarietà maschile. «Io non sono un amante delle feste, ma questa è così semplice che è davvero bella. Non è una sorta di carnevale di Rio, quanto più un'esplosione di musica e colori che richiamano il Brasile. E di gente, ovviamente».

«Meno pacchiana e senza alcun tipo di favoreggiamento alla prostituzione». Aggiunse Eva, suscitando le risate dei presenti.

«Non possiamo mancare!» Cassidy, era eccitato. L'idea di fare qualcosa di diverso senza dover lottare per un parcheggio e con il traffico lungo il percorso verso la meta di turno lo galvanizzava.

«Sapete che oggi non andremo in spiaggia ma a fare shopping a Nizza?!» La determinazione con cui Jane pronunciò la frase mise in allarme gli uomini.

«Io me ne chiamo fuori» rispose subito Brody, consapevole a cosa sarebbe andato incontro.

«Io ci sto, invece. Non ho niente di adatto da mettermi. Non posso farmi trovare impreparato dalla mia futura anima gemella!» Paul rise.

«Sono del parere di Brody, quindi gli farò compagnia» disse Cassidy.

«Sogna! Tu guidi l'auto che hai voluto ti venisse intestata a tutti i costi. Cacchi tuoi».

E su quell'exploit di democrazia tornarono a casa per pranzare, quel pomeriggio sarebbe stato pieno di preparativi.

*

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