Capitolo 26: James

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Nonostante io sia nel mio bagno privato, piccolo, sui toni dell'azzurro e per niente paragonabile alla grandezza di quello di Charlotte, riesco a sentire i furiosi colpi alla porta e con ancora il rasoio in una mano e mezza faccia ancora piena di ...

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Nonostante io sia nel mio bagno privato, piccolo, sui toni dell'azzurro e per niente paragonabile alla grandezza di quello di Charlotte, riesco a sentire i furiosi colpi alla porta e con ancora il rasoio in una mano e mezza faccia ancora piena di schiuma da barba vado ad aprire, trovandomi davanti alcuni miei colleghi che mi fissano con aria truce.

Che cosa sta succedendo?
-James, devi venire con noi.-
Juan è un ragazzo originario di qui, con la pelle olivastra e capelli scuri, è alto quanto un giocatore di basket e ha dei muscoli che farebbero invidia a chiunque. Nonostante questo però faccio lo spiritoso chiedendogli se può almeno aspettare che finisca di sistemarmi il viso.

Quando termino mi infilo la mia divisa e torno davanti alla porta, dove Juan e Lukas mi aspettano e mi guardano male appena vedono come mi sono vestito.
Mentre mi scortano da qualche parte che mi è ancora sconosciuta cerco di carpire informazioni dai loro volti impassibili, ma mi lasciano brancolare nel buio. Cosa che faccio anche quando arriviamo davanti allo studio dei reali.
Non in quello del re, non in quello della regina. Quello che usano insieme.
Quello per le inchieste.
-Che cosa ci facciamo qui?-
Ancora una volta le mie domande non ricevono risposte.

La porta si apre e davanti ai miei occhi fa la sua comparsa Miguel, il fido consigliere dei regnanti.
L'ho sempre odiato: si comporta come se fosse lui stesso un regnante, solo perché è originario di qui e fa parte della famiglia fondatrice del paese.
-Ciao James.- sibila facendomi spazio per entrare.
Il suo profumo speziato mi ricorda quei traditori dei popoli asiatici, quelli dei famosi film e mi punge le narici, portandomi a starnutire.
-Buongiorno James, siediti pure. Potremo averne per un bel po'.- mi incita la Regina, indicandomi la sedia davanti alla loro scrivania di legno scuro e dipinta dal Re stesso.

-Vorresti dirci il motivo per cui hai sottratto indebitamente dei soldi dalle casse reali?-
Il Re non è proprio famoso per il suo tatto.. Aspetta! Che cosa ha detto? Sottratto indebitamente dei soldi? Io?
I miei occhi si spalancano e li muovo freneticamente tra le persone in questa stanza.
Dopo qualche minuto riesco a balbettare e chiedere gentilmente di ripetere perché sono sicuro di aver capito male.
-Hai capito bene, James. Sei stato scoperto: sappiamo che sei stato tu a sottrarre dei soldi dalle nostre casse.- il tono baritonale del re mi manda ancora più in confusione.
Ma quando mai lo avrei fatto?
-Caro, lo sai che se avessi avuto bisogno di qualche soldo in anticipo avresti potuto chiederlo.-
Come fa la Regina a essere così gentile anche con chi crede che l'abbia appena derubata?

Scuoto la testa, ricordandomi che io non ho fatto niente e cerco di spiegarmi, anche se vengo subito interrotto da quel naso adunco di Miguel.
-Non cercare di negarlo.-
La frase sembra incompleta, nessuno ha fatto cenno a delle prove: quindi qualcuno deve aver mentito e detto che sono io il ladro.
Anche se nemmeno ero a conoscenza di un furto all'interno del castello.
-Vostre Maestà, vogliate scusarmi ma nemmeno io conosco i motivi per cui avrei fatto un furto che non ho commesso.-
Prendo un bel respiro e non do tempo a nessuno per replicare che ricomincio il mio monologo.
-Mi avete dato un posto dove stare, mi date da mangiare e l'unica cosa che devo fare per ripagarvi è far sì che la Principessa, Vostra figlia stia bene e ormai mi sono affezionato a lei che io stesso non vorrei che le succedesse niente, quindi non è nemmeno più un lavoro per me.-
Non l'avevo ancora nemmeno ammesso a me stesso.
-Non ho quasi nessun costo al di fuori del castello, non ho il vizio del gioco, dell'alcol o del fumo, quindi non rischio mai di dover richiedere dei soldi in più. La mia famiglia sta bene, anche economicamente e nemmeno loro mi chiedono dei soldi. Detto tutto questo, ora vorrei chiedere io a voi perché mai avrei dovuto fare questo furto dentro un posto che, per me, equivale alla mia casa.-

The Princess Saga - La scopertaWhere stories live. Discover now