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I due continuavano tutti i giorni a vedersi e ad amarsi come non mai.
Con il sostegno delle fan la vita dei due sembrava una meraviglia. Come quando si alza il volume della musica e si sente solo la musica quando il mondo è in silenzio. Ma è questo il problema. Il mondo è la paura che ogni persona conserva dentro di sé. Senza la voce del mondo urlata in faccia non si sa contro cosa si va in contro. Il mondo parla ma non lo senti per colpa di ciò che ti riempie la testa. Taehyung era lo stesso per Jungkook.
Jungkook non faceva altro che pensare a Taehyung diventando sempre più testardo nei confronti di se stesso. Con Taehyung era la persona più gentile al mondo. Quando era solo, senza quelle braccia che circondavano il suo collo era perso. Si guardava allo specchio senza sapere che dire. Taehyung era la chiave delle sue parole, la porta delle sue emozioni.
Semza quella chiave non riusciva a parlare. Non riusciva ad esprimersi. Si sentiva come chiuso in una stanza piccola piccola senza via di scampo.
Più stava con Taehyung più sentiva la necessità di stare con lui. Ne era come dipendente.

Pov's Jungkook

Quel giorno ero da solo in casa. Ero fermo a guardare il vuoto, senza un motivo, seduto con la testa fra le mani. Le mie mani stringevano i miei capelli.
"Smettila di impazzire ogni volta" Continuavo a ripetermi.
Mi alzo dal divano dirigendomi in bagno.
Apro la porta guardandomi allo specchio.
"Perché non ce la faccio?" Dico mentre una lacrima riga il mio viso.
"Perché da solo non ci so più stare? Perché continuo a chiudermi qui dentro? Perché non reagisco? Perché mi sento perso?" Continuo mentre alzo la voce.
Mi avvicino allo specchio, più furioso che mai.
"CHI SEI TU" Urlo contro il mio riflesso.
"DOVE SONO LE MIE EMOZIONI, DOVE SONO I MIEI SENTIMENTI" Continuo mentre una lacrima riga il mio viso.
Gli occhi diventano sempe più rossi, il respiro più affannato, il battito più veloce, la rabbia sempre più bollente; bollente come il fuoco.
"COSA STAI FACENDO" Urlo contro il mio riflesso.
Prendo il bicchiere vicino allo specchio tirandolo con forza contro lo specchio facendo a pezzi sia il bicchiere sia lo specchio.
Chiudo gli occhi ripensando a quelle immagini.
"Ciao nanetto, quando torni a casa mi saluti i tuoi? Ah no aspetta, tu non hai dei genitori" Mi rimbombava quella voce.
"Jae smettila!" Continuavo a sentire nella mia testa.
'Tu non hai dei genitori'. Quella frase mi distruggeva come una lama nel petto.
Riapro gli occhi guardando intorno a me tutti i pezzi di vetro.
"Psicopatico" Mi dico ridendo sarcasticamente.
Prendo un pezzo di vetro ancora intero e lo porto all'altezza degli occhi.

*flashback*

"Perché l'hai fatto papà?"
"Tua madre è una puttana"
Le lacrime scendono. Le lacrime aumentano. La vista più offuscata. La mia mano sulla guancia di mia madre.
"Tu non sei più mio padre".
La porta di quella casa sbatte. Il silenzio governa.

*fine flashback*

"Se ti trovo te ne farò pentire" Sussurro nel silenzio.

*angolo autrice*
Questo è ciò che intendevo con "tenervi sulle spine"

-|Caboom|-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora