Capitolo VIII - 22 Luglio

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Organizzare un appuntamento nel tardo pomeriggio di un giorno di piena estate, forse, non era stata una brillante idea. Yoongi si asciugò la fronte e si maledisse per l'ennesima volta da quando stava aspettando, nell'androne del suo stabile, l'arrivo di Taehyung. Non aveva nessuna intenzione di mettere piede lì fuori finché non fosse comparso il ragazzo. Ma si sentiva in colpa; probabilmente avrebbe fatto meglio ad aspettarlo alla fermata dell'autobus per risparmiargli un po' di fatica e sudore ma non era sicuro di sapere dove sarebbe sceso. Prese il cellulare dalla tasca, pronto a chiamarlo ma in quel momento vide la figura del giovane in lontananza. Indossava dei comodi bermuda abbinati ad una maglietta a maniche corte dal taglio ampio, con lo scollo che metteva in risalto le clavicole sporgenti. Yoongi si rese conto ancora una volta di essere fuori luogo con i suoi skinny neri e le converse. Perlomeno aveva fatto un upgrade indossando una t-shirt bianca. Non si sentiva a suo agio nel mostrare troppa pelle; era magro e pallido. Totalmente l'opposto del fisico ben definito e la pelle ambrata del ragazzo più giovane che lo salutò con un ampio gesto della mano non appena lo vide. Lo raggiunse velocemente «Ciao!»
Taehyung lo accolse con un ampio sorriso «Ciao! Non ti avevo quasi riconosciuto con i capelli neri!» Yoongi di riflesso si toccò una ciocca «Ah... ehm... mi ero stancato dell'altro colore, ormai era sbiadito

«Sei ancora più carino così

Yoongi arrossì, balbettando qualcosa di incomprensibile; come poteva uscirsene con frasi del genere con quella semplicità? Cercò di sviare il discorso «Fa caldissimo, avrei fatto meglio a chiederti di vederci dopo cena.»
«Ci prendiamo un gelato e passa tutto! E poi oggi ho pensato di fare una cosa insieme. Ci dovrebbe essere un parco non molto distante da qui, vero?»
Yoongi lo guardò un po' preoccupato «Sì, è nella direzione opposta rispetto alla strada che abbiamo percorso la volta scorsa.»
«Esatto! Ho controllato su Maps. Andiamo!» lo prese per mano e iniziò a trascinarlo. Yoongi cercò con tutte le sue forze di non arrossire di nuovo anche se avrebbe potuto dare la colpa alla temperatura elevata «Si può sapere cosa vuoi fare?»
«Lo scoprirai quando saremo arrivati. Prima cerchiamo una gelateria. O preferisci bere una granita? Per me è indifferente.» sembrava particolarmente su di giri quel pomeriggio.
«...una granita può andare. Poco più avanti, se giriamo a destra, c'è un locale che fa cose buone a prezzi decenti.»
«Ottimo! Granita sia!» e così dicendo intrecciò le dita in quelle di Yoongi, il quale si irrigidì impercettibilmente «Spero non ti dia fastidio.» disse, indicando con un cenno della testa le loro mani unite. Yoongi cercò di mantenere un certo contegno ma la voce gli uscì più acuta del previsto «No, va bene.»
Non c'era niente di male nel camminare per strada tenendosi per mano, no? I passanti potevano pensare quello che volevano, a lui non interessava. O almeno così cercava di ripetersi.
Arrivarono in gelateria, un posticino piccolo, arredato sui toni del lilla. Raggruppata davanti all'entrata c'era l'abituale calca di persone che nelle giornate estive cerca conforto in qualcosa di fresco e gustoso. Tae gli lasciò la mano mettendosi a rovistare nella borsa a tracolla, in cerca del portafoglio.
«Non ti azzardare, l'altra volta hai pagato il pranzo, lasciami almeno pagare le granite!»
«Non rompere, offro io.»
Yoongi lo afferrò per un polso «Ho capito che lavori ma lasciami pagare qualcosa.»
Tae alzò lo sguardo incontrando il suo «Pago io, tu ti sdebiterai al parco.» e gli fece l'occhiolino. Yoongi mollò la presa. Iniziava veramente a preoccuparsi; cosa diavolo voleva che facesse al parco? La ragazza al banco li esortò ad ordinare «Prego!»
«Una granita alla fragola e...» Taehyung si voltò per capire in che modo doveva concludere la frase.
«Al limone.»
«E una al limone, grazie!»

Il cielo terso in lontananza stava a poco a poco assumendo un colorito grigiastro e basse nuvole si muovevano lentamente da est, sospinte dal vento caldo. Il parco si estendeva per parecchi metri quadrati. Era una delle aree verdi in mezzo alla città dove si poteva staccare dalla vita convulsa di tutti i giorni. Quella domenica si erano riversate lì famiglie con figli, adolescenti stanchi di studiare, giovani coppie e nonnine che portavano a spasso il cane. Ognuno di loro era lì per un motivo diverso. Yoongi osservava quei volti domandandosi che tipo di vita potessero avere quelle persone. Erano felici? Che preoccupazioni gravavano nei loro cuori? Taehyung lo riportò alla realtà. Si erano momentaneamente fermati nei pressi di una panchina e stava armeggiando con quella che sembrava essere una macchina fotografica professionale. Yoongi lo fissò, non più in grado di bere la granita. Il ragazzo più piccolo notò la sua espressione interdetta ed esordì «Ho pensato sarebbe stato carino scattarti qualche foto qui in mezzo alla natura.»
Yoongi aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono.
«Immagino non ti piaccia stare davanti all'obiettivo.»
«Immagini bene.» prese a giocare nervosamente con la cannuccia. Tae sorrise, con quel sorriso che poteva fargli ottenere qualsiasi cosa «Non occorre guardi in camera, posso fotografarti di schiena o di profilo se preferisci. Ad esempio potresti sederti qui a sorseggiare la tua bibita mentre fissi un punto a caso.» lo prese sottobraccio, facendolo accomodare sulla panchina.
«T-taehyung-ah non credo sia una buona idea--»
Il fotografo si accucciò poco distante per trovare l'angolo migliore «Se questo ti porta a pronunciare il mio nome, direi che invece è proprio una buona idea.» scattò una raffica di foto, immortalando l'espressione stranita di Yoongi.
«Fermo!! Sono i tipi come te che dovrebbero stare davanti all'obiettivo, non io!» abbassò il volto, rannicchiandosi contro le ginocchia. Tae si alzò, andando a sedersi al suo fianco «Non dire cazzate! Guarda quanto sei carino!»
Yoongi alzò la testa per osservare lo schermo. Sembrava un idiota con la granita in mano e la faccia immortalata in una smorfia di stupore. Tae, piegato sulla fotocamera, continuava a sorridere evidentemente soddisfatto di quegli scatti. I loro volti vicinissimi quasi si sfiorarono e per un istante i loro sguardi si incrociarono. Yoongi balzò in piedi.
«Forse dovremmo provare a cambiare scenario!»
«...e dove vorresti andare?» chiese tranquillamente.
Ci pensò un attimo mentre tentava di non prestare attenzione al cuore che gli rimbombava nelle orecchie, proponendo il primo punto a caso che riuscì a scorgere «Laggiù, verso quell'albero enorme!» si incamminò a passo sostenuto senza aspettare l'altro. Doveva darsi una calmata o avrebbe finito per baciarlo lì davanti a tutti. Sentì il tipico rumore prodotto dal click della fotocamera. Parlò senza voltarsi «Mi stai ancora facendo foto?»
«Non puoi avere da ridire anche adesso che sto fotografando il tuo bel culetto!»
Yoongi si voltò repentino e Tae ne approfittò per fissare l'attimo. Scoppiò a ridere «Lo sapevo ti saresti girato!»
Il più grande, esasperato, tornò sui suoi passi e gli strappò la fotocamera dalle mani per eliminare ogni traccia di sé da quel rullino digitale ma sbagliò a premere tasto, visualizzando l'intera galleria. Restò sbalordito «Queste... sono tutte foto che hai scattato tu?»
I soggetti ritratti erano dei più svariati; si passava da paesaggi a dettagli di oggetti a persone «Sono magnifiche. Non me ne intendo di fotografia ma è innegabile che siano stupende.»
«È solo la regola delle P: Passione e Pratica portano a fare Progressi. Quando ho iniziato non ero così bravo, te lo assicuro.»
Si udirono dei tuoni in lontananza. Un cumulo di nuvole dall'aspetto minaccioso sembrava avere intenzione di attraversare la porzione di cielo ancora limpida che li sovrastava. I due alzarono lo sguardo all'unisono «Dici che dovremmo avviarci verso casa mia?»
Taehyung rispose spavaldo «Figurati se piove!»
Si stava però alzando il vento. Yoongi restituì la macchina fotografica al ragazzo; gli sembrava di aver già visto più di quanto avrebbe dovuto. Nella galleria aveva scorto anche le immagini di un ragazzo biondo, in pose tutt'altro che caste. Il rombo dei tuoni si fece più vivido.
«Faremmo meglio ad incamminarci prima di farci sorprendere da un acquazzone.»
Tae non poté fare altro che seguirlo. Restarono zitti per un po', finendo di bere le granite, finché il più giovane non ruppe il silenzio «Scusa se ti ho scattato foto a tradimento ma trovo tu sia un ottimo soggetto.» Yoongi rispose poco convinto «Se lo dici tu... Da quanto tempo sei appassionato di fotografia?» Il ragazzo assunse un'espressione stramba mentre rifletteva «Nonna mi regalò una fotocamera digitale quando avevo dodici anni. Sai, quei primi modelli con pochissimi pixel. Da quel momento ho iniziato a fotografare e non ho più smesso. Portavo quella macchinetta sempre con me: dove c'ero io c'era anche lei.» sorrise in preda alla nostalgia «Ovviamente nessuno si è sorpreso quando mi sono iscritto alla K-ARTS.» Yoongi lo guardò con ammirazione. Quella era una delle poche università che aveva preso in considerazione se solo la sua famiglia fosse stata in grado di pagare la retta «Che dipartimento frequenti?»

«Film, Tv e Multimedia. Ho finito il triennio, a Settembre--»
Erano gocce di pioggia quelle che sentivano sulla pelle?
«Cazzo, te l'avevo detto! E tu 'Figurati se piove!'» sbottò, facendogli il verso. La pioggerella che picchiettava le loro teste ben presto aumentò d'intensità. Mancavano sì e no cinque minuti a piedi prima di arrivare a casa.
«Merda!» Taehyung mise al riparo la fotocamera che portava al collo, infilandola in borsa e prese a correre dopo aver afferrato per mano Yoongi, il quale era fuori allenamento e non riusciva a stare al passo. Dovette quasi urlare per sovrastare il rumore della pioggia che ora si era trasformata in un vero e proprio nubifragio «Se non rallenti ci resto secco!» Tae moderò la velocità «Vuoi che ti prenda in spalla come nel migliore dei drama?»
«No!!»
Raggiunsero lo stabile e si lanciarono nell'androne del palazzo, finalmente al riparo dalla pioggia scrosciante. Yoongi si piegò, portando le mani alle ginocchia, stremato dallo sprint. Gli sembrava di dover sputare un polmone. Tae era leggermente senza fiato ma perlomeno appariva tutto intero. Quando gli ansimi persero vigore e il respiro si stabilizzò, i due si guardarono e nello stesso istante scoppiarono a ridere. Erano fradici dalla testa ai piedi. Yoongi si appoggiò al muro, con gli occhi strizzati, scosso dalle risa; erano ridicoli, con i capelli incollati alla fronte e i vestiti appiccicati al corpo. Taehyung si mosse verso di lui, sovrastandolo con la sua figura. Yoongi aprì gli occhi e si irrigidì trovando davanti a sé quel ragazzo che ora non aveva più nulla di ridicolo, semmai sembrava un adone uscito da un laghetto di ninfee. Sostennero l'uno lo sguardo dell'altro finché Tae non portò una mano sotto al suo mento, sollevandogli leggermente il viso, facendo scorrere con lentezza il pollice sulle labbra screpolate. Yoongi lo lasciò fare, mentre i volti si avvicinavano e le bocche si schiudevano. Si baciarono a lungo; dapprima timidamente, quasi a volersi studiare e una volta trovato il ritmo giusto il bacio si trasformò in una prepotente collisione di labbra e lingue. Yoongi afferrò il ragazzo per la maglietta cercando di tirarlo ancora più a sé, nella disperata ricerca di un maggiore contatto ma, improvvisamente, udirono il suono del portone d'ingresso che si apriva. Si scollarono veloci, voltandosi verso l'entrata; una signora di mezza età stava richiudendo l'ombrello dopo averlo fatto sgocciolare. Notò i due giovani con i vestiti umidi «Ci ha presi tutti alla sprovvista questo temporale, eh?»
«Già...» fu tutto quello che riuscirono a rispondere, visibilmente a disagio. Salutarono con un leggero cenno del capo e attesero che la vecchietta scomparisse, risucchiata dall'ascensore. Taehyung si voltò verso Yoongi, mordendosi il labbro inferiore con espressione inquieta «I-io... credo sia meglio che ora me ne vada.»
Lo guardò con aria smarrita «Ma sei senza ombrello! Puoi salire un attimo da me e ti presto almeno dei vestiti di ricambio...» Taehyung iniziò a saltellare nervosamente da un piede all'altro «No, non preoccuparti, mi asciugherò al sole. Tanto, guarda, ha già smesso di piovere.» In effetti il nuvolone aveva attraversato la loro zona e si stava dirigendo imperterrito verso ovest «Ci sentiamo, ok? Mi faccio vivo io.» Uscì di fretta dalla palazzina lasciando uno Yoongi confuso e bagnato a fissare la porta che si richiudeva.

A Seesaw Game || TaegiWhere stories live. Discover now