1 - L'ultima risata

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Disclaimer: questa storia è di mia proprietà ed è già stata pubblicata sul sito EFP dalla sottoscritta. I personaggi non sono di mia invenzione ma appartengono all'universo DC.
Le immagini di copertina non sono di mia proprietà.


Il sangue rosso scuro gocciolava dal guanto nero e lucido, cadendo a terra e confondendosi con l'asfalto nero. Era notte – notte fonda – perciò ogni cosa appariva più scura e buia di quanto in realtà non fosse; nero che si stagliava su altro nero. Una notte senza luna, fredda e inospitale. Quel sangue non era il suo. Batman scrollò con forza il braccio destro, nel tentativo di togliersi di dosso un po' di quel fluido acre e appiccicoso.

< È finita > pronunciò col suo tono roco e tagliente, un tono che non ammetteva repliche o scappatoie < Arrenditi Joker, consegnati alla giustizia >.

Gli occhi blu dell'uomo-pipistrello fissarono il volto insanguinato del suo nemico contorcersi in un'espressione grottesca, a metà fra il divertimento ed il disgusto. Una risata terribile e acuta si levò nel cielo color della pece

< AHAHAHAHAHAHAH!!! Sei uno spasso Batsy! > ghignò l'uomo dai capelli verdi al massimo dell'ilarità, fregandosene di tutto quel sangue che gli scorreva giù dal naso e dalla bocca, nonché dalla ferita aperta sulla fronte < Dopo tutti questi anni ti aspetti davvero che mi consegni alla giustizia di mia spontanea volontà!? > guardò l'altro uomo con aria di sfida < Eppure dovresti conoscermi, dovresti sapere che sono un combattente.. E cosa fanno i combattenti??.. Non si arrendono fino alla fine! >.

Gli occhi verdi luccicarono di insana e folle determinazione e dalla tasca del gilet estrasse come per magia un telecomando delle dimensioni di un taccuino con un unico grosso bottone rosso. Senza dire una parola e continuando a ghignare, Joker sollevò in aria il telecomando e con l'indice dell'altra fece per pigiare il bottone.

< No, fermo! Non lo fare! > il grido autoritario di Batman risuonò nell'aria statica della notte, rimbombando nel cielo vuoto e spento come un lugubre allarme.

< Ooooh, sì che lo faccio! > replicò il clown con quell'espressione compiaciuta e malsana che creava un inquietante contrasto con il sangue che gli grondava dal viso.

< Ci ucciderai tutti e due! > protestò l'eroe facendo un passo istintivo verso la sua nemesi e poggiando la mano sulla cintura super accessoriata che teneva allacciata introno alla vita. Magari gli era restato ancora qualche batrang da usare in extremis contro il pagliaccio..

In quel momento un rombo assordante squarciò d'improvviso il silenzio della notte buia, facendo sobbalzare istintivamente i due uomini sul tetto dell'edificio. Non era stato l'ordigno piazzato da Joker ad esplodere, il dito sottile ancora esitava sul tasto grosso e rotondo del telecomando. Un nuovo rombo, meno forte del precedente, seguì subito dopo, ma questa volta non riuscì a sorprendere i due antagonisti. Era in arrivo un temporale, uno di quelli violenti e improvvisi che non danno nemmeno il tempo di tirare fuori l'ombrello.

< Andiamo, a che ti serve far saltare un intero edificio!? > domandò all'improvviso Batman con un grido esasperato < Non è nemmeno un luogo-simbolo, è solamente pieno di ignari innocenti >.

< È proprio questo il bello, no!? > incalzò Joker dall'altra parte del tetto < Distruggere e sterminare una manciata di vite senza un reale motivo apparente! >.

Ghignò assolutamente convinto e sicuro, come se quella sadica affermazione fosse una chiara e lucida dichiarazione d'intenti. Batman strinse i pugni ancora sporchi del sangue del nemico e digrignò i denti lasciandosi sfuggire un basso ringhio di rabbia e frustrazione.

Se fossi il tuo rimorsoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora