Recensione: Blu come il mare

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Descrizione: Tutte le storie sono diverse tra loro. Alcune parlano d'amore, altre di vita, ma l'importante è ciò che ci insegnano.
Federica Maglienti è incapace di relazionarsi con i suoi coetanei, la sua insicurezza le impedisce da sempre di creare e vivere legami affettivi al di fuori della famiglia. Ma qualcosa cambia all'arrivo di Leonardo Parisi, il quale, più che incapace di farlo, sembra disinteressato a farsi amare da qualcuno; l'unica verso cui pare mostrare un'inclinazione è proprio Federica.
Nelle mezze frasi che scambia con lei, vi è intrisa una sfida che la ragazza, incuriosita dai suoi modi e dalle attenzioni che dà, non esisterà ad accettare: conoscimi.
Alle loro, si alternano le vicende di Sofia e Gabriel, l'una nei panni di un angelo stilnovista e l'altro di un poeta dall'animo tormentato, mostrando quale sia l'essenza dell'amore vero e permettendo di illudersi per un po' che esso sia perfetto. 
Quello che è certo, è che non c'è mai un solo colore a dipingere le nostre giornate: la vita è infatti un insieme di sfumature sottili che si alternano, intrecciano e rimescolano in continuazione, un po' come il mare, che non è "solo blu" ma nasconde una miriade di tonalità. Bisogna spingersi più in profondità per vederle.






Ho reputato molto interessante il personaggio di Leonardo, per tante cose: la sua sfacciataggine, simpatia, contraddittorietà e chi più ne ha più ne metta; così come ho anche apprezzato il personaggio di Federica e la sua paura e relazionarsi con i suoi coetanei.
Oltre ad affrontare un tema ormai affrontato da molti, ovvero l'amore, questa storia cerca di lasciare un messaggio: che qualsiasi persona che incontriamo nella nostra vita ha qualcosa da insegnarci, è proprio questo il motore di tutto, e be', è la pura verità; la maggior parte delle lezioni apprese nella nostra vita le apprendiamo tramite gli individui che ci circondano, anche quelli negativi, che ci fortificano.
L'unica cosa che mi sentirei di dire riguardo ai personaggi è che nei primi capitoli l'attenzione si concentra quasi solo su Leonardo, il ché è normale in classe, ma poi capita per esempio quell'episodio del negozio sportivo. Quell'episodio mi ha dato la sensazione che tutto il resto della città fosse vuoto, come se esistesse solo lui; l'avrei visto in modo diverso se, per esempio, ci fosse stato un altro episodio in libreria in cui incontrava un altro compagno (o compagna) di classe con cui stavolta, per la sua paura di relazionarsi, se la sarebbe data a gambe, oppure no visto che poteva trattarsi di Giuseppe, unico ragazzo, oltre al suo vecchio amore Mattia e al nuovo arrivato Edoardo, con cui parla; e, tra l'altro, personaggio che vorrei conoscere un po' di più.
Sulla grammatica ho poco da dire, oltre a non trovare errori (ce ne sarà qualcuno di distrazione più avanti a dove sono arrivato ma, come dico sempre, siamo umani) mi hai coinvolto nella storia col tuo modo di scrivere. Magari diminuirei la quantità di due punti ove non sono strettamente necessari, qua sotto farò qualche esempio.

"E quella non faceva eccezione: il modo in cui la stringeva a sé era troppo da sopportare per il suo povero cuore."

"Leonardo però non fece come aveva sospettato, cioè come avrebbe fatto chiunque altro: si limitò a guardarla un momento ancora, poi le diede le spalle e andò a sedersi al suo posto mentre la campanella di fine intervallo suonava."

"Però quel ragazzo aveva qualcosa di interessante: non era tanto il colore dei suoi occhi, quanto il modo in cui ti guardavano, come se cercassero di scavarti dentro e nel mentre ti invitassero a non provare a fare lo stesso. Un avvertimento che finiva solo per spingerti a fare il contrario."

In questi tre esempi a parer mio i due punti non sono necessari, al suo posto metterei una virgola e se proprio ci vuole qualche parola che unisca le frasi; nel primo metterei un "Bensì": "Leonardo però non fece come aveva sospettato, cioè come avrebbe fatto chiunque altro, bensì si limitò… ecc."

Comunque, c'è una parte che non mi ha convinto nel capitolo uno, e mi riferisco alla richiesta del professore di dire il nome, la passione e l'età, ma l'età dovrebbe essere uguale per tutti. Sì, so che ti sei ispirata a un fatto reale, l'ho letto in un commento, però in una storia per essere verosimile dovrebbe essere un elemento che, per quanto piccolo, dovrebbe o fungere con la trama o fungere per caratterizzare il personaggio; in questo caso non lo toglierei, semplicemente preciserei che si tratti di una cosa molto strana dato che l'età è uguale per tutti e che il prof è un tipo molto bizzarro, così va a caratterizzare il personaggio.

Con questo è tutto.

Spero di essere risultato utile. :)

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